Tracce del passato, narrazioni del presente nella Città Eterna

La città di Roma, come l’Italia tutta, dagli anni Ottanta in poi è stata al centro di profondi cambiamenti sociali, legati alle migrazioni transnazionali in entrata. Tra la fine del secondo millennio e l’inizio del terzo, tali cambiamenti hanno fatto la propria comparsa anche nelle produzioni culturali di autori e autrici migranti e di generazioni successive. Essi/e non rappresentano Roma in modo tradizionale come un’icona internazionale di cultura, di storia e di arte, ma piuttosto come luogo di destinazione di migrazioni globali la cui geografia è costantemente ridisegnata dalla presenza di soggetti migranti e postcoloniali e dalle loro pratiche di vita quotidiane. Due delle voci più interessanti che da anni contribuiscono in modo significativo a costruire nuovi immaginari legati alla città e alla nazione sono quelle di Ubax Cristina Ali Farah e Igiaba Scego3, intellettuali da anni molto attive sulla scena culturale e scrittrici di punta a livello nazionale e internazionale. Nei testi che prendo in esame, la città di Roma non costituisce semplicemente lo sfondo delle vicende narrate, ma assurge a vera e propria protagonista delle storie.