La piazza e probabilmente il primo spazio pensato dall’uomo e costituisce l’elemento di maggiore fruizione del tessuto urbano essendo, fin dall’antichità il luogo di concentrazione di tutte le attività sociali, centro e simbolo della città, dove venivano svolte tutte le attività civili, religiose e di mercato, e soprattutto luogo di incontro e di aggregazione per l’intera cittadinanza. La sua evoluzione storica come spazio sociale chiuso e unitario ha origini antichissime ed è già presente nei cortili dei palazzi dell’architettura cretese e micenea, proseguendo poi nelle agorà greche e nei fori della civiltà romana. A partire dal 1400 si accumulano gli studi sui resti lasciati sul territorio dalla civiltà romana e quelli sull’opera di Vitruvio al fine di desumere un sistema sintattico universalmente valido. Molti sono i trattati di architettura che a partire dall’opera di Vitruvio definiscono un sistema sintattico universalmente valido per le piazze. Tra questi in particolare Leon Battista Alberti, Filarete, Francesco di Giorgio Martini, Palladio e Scamozzi. Agli studi teorici si affiancano poi alcune realizzazioni che, in base agli schemi urbani ipotizzati dai trattatisti, determinano particolari articolazioni ambientali e si risolvono in piazze unitarie e conchiuse che spesso riprendono i sistemi proporzionali codificati nei trattati. Tra le piazze teoriche e quelle realizzate esistono delle caratteristiche comuni: il porticato continuo, la presenza di botteghe e soprattutto quella di edifici rappresentativi come il palazzo del principe e la cattedrale che stanno a dimostrare come la molteplicità di funzioni fosse alla base dell’idea progettuale. Si assiste così alla progettazione di piazze che sorgono e per un’unica iniziativa urbanistica o per un sovrapporsi di iniziative urbanistiche comunque guidate da un disegno coerente; piazze che naturalmente ricalcano le tipologie della geometria elementare, con particolare predilezione forme come il rettangolo, il cerchio, l’ellissi e che derivano da una diretta influenza della composizione architettonica degli edifici.

"L’idea di piazza nella cultura classica", "Le piazze nei trattati di architettura: antologia di testi teorici" / PORTOGHESI TUZI, Stefania. - STAMPA. - (1990), pp. 229-277.

"L’idea di piazza nella cultura classica", "Le piazze nei trattati di architettura: antologia di testi teorici"

PORTOGHESI TUZI, STEFANIA
1990

Abstract

La piazza e probabilmente il primo spazio pensato dall’uomo e costituisce l’elemento di maggiore fruizione del tessuto urbano essendo, fin dall’antichità il luogo di concentrazione di tutte le attività sociali, centro e simbolo della città, dove venivano svolte tutte le attività civili, religiose e di mercato, e soprattutto luogo di incontro e di aggregazione per l’intera cittadinanza. La sua evoluzione storica come spazio sociale chiuso e unitario ha origini antichissime ed è già presente nei cortili dei palazzi dell’architettura cretese e micenea, proseguendo poi nelle agorà greche e nei fori della civiltà romana. A partire dal 1400 si accumulano gli studi sui resti lasciati sul territorio dalla civiltà romana e quelli sull’opera di Vitruvio al fine di desumere un sistema sintattico universalmente valido. Molti sono i trattati di architettura che a partire dall’opera di Vitruvio definiscono un sistema sintattico universalmente valido per le piazze. Tra questi in particolare Leon Battista Alberti, Filarete, Francesco di Giorgio Martini, Palladio e Scamozzi. Agli studi teorici si affiancano poi alcune realizzazioni che, in base agli schemi urbani ipotizzati dai trattatisti, determinano particolari articolazioni ambientali e si risolvono in piazze unitarie e conchiuse che spesso riprendono i sistemi proporzionali codificati nei trattati. Tra le piazze teoriche e quelle realizzate esistono delle caratteristiche comuni: il porticato continuo, la presenza di botteghe e soprattutto quella di edifici rappresentativi come il palazzo del principe e la cattedrale che stanno a dimostrare come la molteplicità di funzioni fosse alla base dell’idea progettuale. Si assiste così alla progettazione di piazze che sorgono e per un’unica iniziativa urbanistica o per un sovrapporsi di iniziative urbanistiche comunque guidate da un disegno coerente; piazze che naturalmente ricalcano le tipologie della geometria elementare, con particolare predilezione forme come il rettangolo, il cerchio, l’ellissi e che derivano da una diretta influenza della composizione architettonica degli edifici.
1990
Paolo Portoghesi La Piazza come luogo degli sguardi
Architettura; piazze; trattati di architettura
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
"L’idea di piazza nella cultura classica", "Le piazze nei trattati di architettura: antologia di testi teorici" / PORTOGHESI TUZI, Stefania. - STAMPA. - (1990), pp. 229-277.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/159075
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