Gli ultimi decenni hanno visto aumentare la presenza delle donne nel mercato del lavoro un po’ in tutta Europa. In Italia si è modificato strutturalmente il modello di partecipazione femminile all’occupazione. La curva dei tassi di attività specifici per età si è infatti trasformata dalla forma a “L rovesciata” dei primi anni ‘70, con un picco in corrispondenza dei 20-24 anni e un rapido decremento nelle età successive, in una analoga a quella degli uomini, seppur su livelli inferiori. Malgrado i passi avanti, l’Italia è tuttora tra i paesi sviluppati con il più basso livello d’occupazione femminile e la maggiore distanza tra i generi nei tassi d’attività: le difficoltà di ingresso e di ricollocazione; l’uscita precoce in età centrale; la persistenza di differenziali salariali tra uomini e donne; la rilevante presenza femminile nel mercato del lavoro sommerso e la limitata propensione femminile a presentarsi sul mercato sono solo alcune delle caratteristiche che animano le dinamiche del mercato del lavoro femminile. Dopo un’analisi dell’evoluzione dei modelli di partecipazione al lavoro, con lettura anche longitudinale dei dati e in ottica di genere, il lavoro si concentra sulle transizioni tra condizioni lavorative con l’applicazione di modelli alle probabilità di ingresso (transizione inattivo-attivo) e uscita (transizione occupato-inattivo) dal mondo del lavoro nel corso di un anno. I periodi presi in considerazione sono il 1993-1994 e il 2001-2002 che includono il primo e l’ultimo anno per cui al momento delle elaborazioni era disponibile il panel Isfol su dati Istat RTFL, rappresentando anche rispettivamente un periodo di ciclo economico favorevole e sfavorevole. Ne risulta un quadro piuttosto variegato nel tempo e sul territorio in relazione alle dimensioni esplicative prese in considerazione. Persiste un notevole svantaggio nei confronti degli uomini sia nei livelli che nelle difficoltà incontrate per entrare e rimanere nel mondo del lavoro a causa, principalmente, dei compiti di cura che, essendo ancora concentrati prevalentemente sulle donne, costituiscono un grosso ostacolo alla permanenza nell’occupa-zione.

Flussi di entrata e uscita nel mondo del lavoro / Bambini, Chiara; Racioppi, Filomena. - STAMPA. - (2007), pp. 123-160.

Flussi di entrata e uscita nel mondo del lavoro

RACIOPPI, Filomena
2007

Abstract

Gli ultimi decenni hanno visto aumentare la presenza delle donne nel mercato del lavoro un po’ in tutta Europa. In Italia si è modificato strutturalmente il modello di partecipazione femminile all’occupazione. La curva dei tassi di attività specifici per età si è infatti trasformata dalla forma a “L rovesciata” dei primi anni ‘70, con un picco in corrispondenza dei 20-24 anni e un rapido decremento nelle età successive, in una analoga a quella degli uomini, seppur su livelli inferiori. Malgrado i passi avanti, l’Italia è tuttora tra i paesi sviluppati con il più basso livello d’occupazione femminile e la maggiore distanza tra i generi nei tassi d’attività: le difficoltà di ingresso e di ricollocazione; l’uscita precoce in età centrale; la persistenza di differenziali salariali tra uomini e donne; la rilevante presenza femminile nel mercato del lavoro sommerso e la limitata propensione femminile a presentarsi sul mercato sono solo alcune delle caratteristiche che animano le dinamiche del mercato del lavoro femminile. Dopo un’analisi dell’evoluzione dei modelli di partecipazione al lavoro, con lettura anche longitudinale dei dati e in ottica di genere, il lavoro si concentra sulle transizioni tra condizioni lavorative con l’applicazione di modelli alle probabilità di ingresso (transizione inattivo-attivo) e uscita (transizione occupato-inattivo) dal mondo del lavoro nel corso di un anno. I periodi presi in considerazione sono il 1993-1994 e il 2001-2002 che includono il primo e l’ultimo anno per cui al momento delle elaborazioni era disponibile il panel Isfol su dati Istat RTFL, rappresentando anche rispettivamente un periodo di ciclo economico favorevole e sfavorevole. Ne risulta un quadro piuttosto variegato nel tempo e sul territorio in relazione alle dimensioni esplicative prese in considerazione. Persiste un notevole svantaggio nei confronti degli uomini sia nei livelli che nelle difficoltà incontrate per entrare e rimanere nel mondo del lavoro a causa, principalmente, dei compiti di cura che, essendo ancora concentrati prevalentemente sulle donne, costituiscono un grosso ostacolo alla permanenza nell’occupa-zione.
2007
Genere, famiglia e salute
9788846489593
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Flussi di entrata e uscita nel mondo del lavoro / Bambini, Chiara; Racioppi, Filomena. - STAMPA. - (2007), pp. 123-160.
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