Nell’ambito di un volume interamente dedicato ai Martinori, famiglia di scalpellini e imprenditori attivi a Roma nel corso dell’Ottocento, l’articolo ricostruisce i lavori compiuti da Giacomo e continuati, dopo la sua morte, dalla vedova, Carolina Pittarelli e da due dei suoi figli, Fortunato e Pietro, all’interno dell’impegnativo cantiere di ricostruzione della basilica di San Paolo. La rivisitazione delle vicende che seguirono l’incendio del 1823 e delle motivazioni che portarono, di volta in volta, alle diverse scelte in merito alla tipologia e ai materiali da adottare, segue di pari passo la ricostruzione dell’attività degli scalpellini e dei diversi incarichi loro affidati. L’operosità dei Martinori nel più grande cantiere romano del tempo, è ricostruita attraverso lo studio dei documenti d’archivio conservati presso il monastero di S. Paolo e presso l’Archivio Centrale dello Stato, integrata da un’analisi diretta del monumento e delle opere ivi realizzate. In particolare, viene analizzato il ruolo assunto da Giacomo nell’esecuzione di alcune basi, del cornicione del primo ordine della nave trasversa e dei primi dieci archi in marmo di Carrara della navata centrale; argomento quest’ultimo analizzato puntualmente anche attraverso un grafico impostato sulla base della ricca documentazione archivistica.
I Martinori a San Paolo fuori le mura / Docci, Marina. - STAMPA. - (2007), pp. 225-253.
I Martinori a San Paolo fuori le mura
DOCCI, Marina
2007
Abstract
Nell’ambito di un volume interamente dedicato ai Martinori, famiglia di scalpellini e imprenditori attivi a Roma nel corso dell’Ottocento, l’articolo ricostruisce i lavori compiuti da Giacomo e continuati, dopo la sua morte, dalla vedova, Carolina Pittarelli e da due dei suoi figli, Fortunato e Pietro, all’interno dell’impegnativo cantiere di ricostruzione della basilica di San Paolo. La rivisitazione delle vicende che seguirono l’incendio del 1823 e delle motivazioni che portarono, di volta in volta, alle diverse scelte in merito alla tipologia e ai materiali da adottare, segue di pari passo la ricostruzione dell’attività degli scalpellini e dei diversi incarichi loro affidati. L’operosità dei Martinori nel più grande cantiere romano del tempo, è ricostruita attraverso lo studio dei documenti d’archivio conservati presso il monastero di S. Paolo e presso l’Archivio Centrale dello Stato, integrata da un’analisi diretta del monumento e delle opere ivi realizzate. In particolare, viene analizzato il ruolo assunto da Giacomo nell’esecuzione di alcune basi, del cornicione del primo ordine della nave trasversa e dei primi dieci archi in marmo di Carrara della navata centrale; argomento quest’ultimo analizzato puntualmente anche attraverso un grafico impostato sulla base della ricca documentazione archivistica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.