Una delle sfide di questo volume, oltre alla sua vocazione di melting pot di saperi ed esperienze, che trovano nelle nuove generazioni e nella riscoperta del bisogno di narrazioni punto di convergenza, è stata anche quella di comprendere il posizionamento della fruizione cinematografica nei comportamenti culturali dei giovani. Entrare nelle culture e negli stili di vita dei ragazzi attraverso la lente d’ingrandimento del rapporto con la comunicazione, permette di tracciare un identikit delle nuove generazioni che non può prescindere dall’incidenza che media tradizionali e innovativi hanno esercitato sui cambiamenti socio-culturali e persino bio-antropologici delle persone (Censis, 2015). A questo si aggiunge la forte accelerazione di alcuni processi indotta dalla pandemia da Covid-19, che vede proprio nell’universo giovanile uno spazio di resilienza e innovazione di stili comunicativi. Già in altre occasioni abbiamo avuto modo di dimostrare quanto l’analisi critica della comunicazione e la stessa mappatura della società nel suo rapporto con i media siano in grado di aprire orizzonti interpretativi di tanti altri fenomeni sociali. Osservare, dunque, il mondo dall’angolo visuale dei fenomeni comunicativi significa attrezzarsi di una sensibilità che ci permette di leggere più efficacemente i processi di mutamento e le tendenze che emergono nella società. Non è casuale, dunque, se nelle pagine che seguono si sia scelto di esaminare i dati sul cinema nella loro interazione con altri fenomeni che coinvolgono la socialità dei ragazzi e il continuum tra i consumi indoor e quelli cosiddetti outdoor. Certo, si tratta di osservazioni che necessiterebbero di opportuni aggiornamenti alla luce degli stravolgimenti del rapporto con la socialità intorno ai consumi outdoor nel periodo della pandemia e, supponiamo, anche nel dopo Covid-19. Tra le righe dell’analisi dei consumi culturali, come dimostrano molteplici lavori di ricerca svolti nel nucleo di studio e di formazione della Sapienza, si può leggere una società italiana che vede nella comunicazione, da una parte, una grande opportunità, che favorisce la circolazione delle idee, delle merci simboliche, dei grandi prodotti della civiltà mondiale; apre a nuovi mondi e permette di intensificare le relazioni e le esperienze personali. D’altra parte, invece, lo stesso universo della comunicazione ha facilitato l’impoverimento delle relazioni autentiche tra le persone, ha coltivato un profondo senso di solitudine, ha reso le persone più vulnerabili alle sirene del successo facile e meno capaci di reagire di fronte alle crisi sociali o individuali. Tuttavia, in un periodo oscurato dall’ombra scura del Covid-19, l’industria dell’entertainment ha svolto una rilevante funzione di ancoraggio nella dimensione visionaria dell’uscita dalle situazioni problematiche. Si spera che questo effetto di antidoto per la paura si possa tradurre anche in una più intensa frequentazione tra le persone di tutte le età e la produzione culturale e cinematografica di qualità, da fruire sugli schermi di ogni tipo. Il cinema dà sapienza, conoscenza, immaginazione, aiutando a vincere la paura del virus e dotando i suoi fruitori della visione necessaria per proiettarsi nel futuro. Per questo, anche nelle storie che animeranno il cinema del post-pandemia, si dovranno abbandonare “le passioni tristi” a favore di un racconto del futuro come promessa e come spazio della progettualità. Non abbiamo una ricetta per fare questo. Tuttavia, si potrebbe partire dall’assumere il vissuto dei giovani nella sfera narrativa del cinema e della cultura più in generale. La stessa esperienza di YouTrailer apre anche alla possibilità di replicare questo esercizio di convocazione generazionale attraverso un contest nazionale vocato a dare nuova vita digitale, attraverso le narrazioni dei ragazzi, al vissuto degli spazi museali e artistici italiani. Potrebbe essere un innovativo frammento di una strategia nazionale di nuova valorizzazione del sapere, della cultura, del turismo.
Una lettura delle nuove generazioni alla luce dei comportamenti culturali / Gavrila, Mihaela; Faloni, Valentina. - (2020), pp. 21-47.
Una lettura delle nuove generazioni alla luce dei comportamenti culturali
Gavrila, Mihaela
Primo
;Faloni, Valentina
Secondo
2020
Abstract
Una delle sfide di questo volume, oltre alla sua vocazione di melting pot di saperi ed esperienze, che trovano nelle nuove generazioni e nella riscoperta del bisogno di narrazioni punto di convergenza, è stata anche quella di comprendere il posizionamento della fruizione cinematografica nei comportamenti culturali dei giovani. Entrare nelle culture e negli stili di vita dei ragazzi attraverso la lente d’ingrandimento del rapporto con la comunicazione, permette di tracciare un identikit delle nuove generazioni che non può prescindere dall’incidenza che media tradizionali e innovativi hanno esercitato sui cambiamenti socio-culturali e persino bio-antropologici delle persone (Censis, 2015). A questo si aggiunge la forte accelerazione di alcuni processi indotta dalla pandemia da Covid-19, che vede proprio nell’universo giovanile uno spazio di resilienza e innovazione di stili comunicativi. Già in altre occasioni abbiamo avuto modo di dimostrare quanto l’analisi critica della comunicazione e la stessa mappatura della società nel suo rapporto con i media siano in grado di aprire orizzonti interpretativi di tanti altri fenomeni sociali. Osservare, dunque, il mondo dall’angolo visuale dei fenomeni comunicativi significa attrezzarsi di una sensibilità che ci permette di leggere più efficacemente i processi di mutamento e le tendenze che emergono nella società. Non è casuale, dunque, se nelle pagine che seguono si sia scelto di esaminare i dati sul cinema nella loro interazione con altri fenomeni che coinvolgono la socialità dei ragazzi e il continuum tra i consumi indoor e quelli cosiddetti outdoor. Certo, si tratta di osservazioni che necessiterebbero di opportuni aggiornamenti alla luce degli stravolgimenti del rapporto con la socialità intorno ai consumi outdoor nel periodo della pandemia e, supponiamo, anche nel dopo Covid-19. Tra le righe dell’analisi dei consumi culturali, come dimostrano molteplici lavori di ricerca svolti nel nucleo di studio e di formazione della Sapienza, si può leggere una società italiana che vede nella comunicazione, da una parte, una grande opportunità, che favorisce la circolazione delle idee, delle merci simboliche, dei grandi prodotti della civiltà mondiale; apre a nuovi mondi e permette di intensificare le relazioni e le esperienze personali. D’altra parte, invece, lo stesso universo della comunicazione ha facilitato l’impoverimento delle relazioni autentiche tra le persone, ha coltivato un profondo senso di solitudine, ha reso le persone più vulnerabili alle sirene del successo facile e meno capaci di reagire di fronte alle crisi sociali o individuali. Tuttavia, in un periodo oscurato dall’ombra scura del Covid-19, l’industria dell’entertainment ha svolto una rilevante funzione di ancoraggio nella dimensione visionaria dell’uscita dalle situazioni problematiche. Si spera che questo effetto di antidoto per la paura si possa tradurre anche in una più intensa frequentazione tra le persone di tutte le età e la produzione culturale e cinematografica di qualità, da fruire sugli schermi di ogni tipo. Il cinema dà sapienza, conoscenza, immaginazione, aiutando a vincere la paura del virus e dotando i suoi fruitori della visione necessaria per proiettarsi nel futuro. Per questo, anche nelle storie che animeranno il cinema del post-pandemia, si dovranno abbandonare “le passioni tristi” a favore di un racconto del futuro come promessa e come spazio della progettualità. Non abbiamo una ricetta per fare questo. Tuttavia, si potrebbe partire dall’assumere il vissuto dei giovani nella sfera narrativa del cinema e della cultura più in generale. La stessa esperienza di YouTrailer apre anche alla possibilità di replicare questo esercizio di convocazione generazionale attraverso un contest nazionale vocato a dare nuova vita digitale, attraverso le narrazioni dei ragazzi, al vissuto degli spazi museali e artistici italiani. Potrebbe essere un innovativo frammento di una strategia nazionale di nuova valorizzazione del sapere, della cultura, del turismo.File | Dimensione | Formato | |
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