La forma, secondo Adorno, non è altro che materia sedimentata , è un fatto connaturato alle cose concrete del mondo e alla loro organizzazione. Ragione per la quale tutto ha una forma, anche ciò che viene concepito in assenza di una volontà esplicita di rispondere a un ordine logico o geometrico. Ora, se assumiamo la distinzione che opera Gregotti tra forma e figura, secondo la quale, forma è “il modo in cui le parti e gli strati si sono disposti nella cosa” e figura è “il potere di comunicazione di quella disposizione” possiamo sostenere che, in una qualsivoglia configurazione data, il valore figurale non si pone mai come valore zero. Dunque la città, nel suo insieme e in ciascuna delle sue componenti, anche nelle espansioni guidate dalla speculazione immobiliare, nelle frange periferiche discontinue, nei tessuti rarefatti e disomogenei dell’abusivismo edilizio, nelle infrastrutture affastellate senza regole, nei corpi ambientali più o meno residuali, nelle parti storicamente conformate e in quelle disegnate dall’INA-Casa e dalle centosessantasette, da ultimo negli insiemi paratattici e stridenti che le varie combinazioni propongono, ha una forma, che a sua volta esprime un potenziale figurativo, la cui intensità e frequenza è indipendente dalla preterintenzionalità impressa loro ab origine da piani e progetti o semplicemente da azioni. La forma della città, ben oltre le vedute a volo d’uccello e le rappresentazioni bidimensionali d’insieme delle planimetrie (meglio se del piano vigente) appese negli studi degli architetti, ha una dimensione plastica, multiscalare e avvolgente, che dal generale si spinge a delineare gli invasi spaziali, le loro qualità, i loro caratteri precipui e distintivi, la loro pressione atmosferica, in definitiva lo loro abitabilità.
Città patrimonio progetto. La forma per la sostanza / Toppetti, Fabrizio. - (2021), pp. 126-131.
Città patrimonio progetto. La forma per la sostanza
fabrizio toppetti
2021
Abstract
La forma, secondo Adorno, non è altro che materia sedimentata , è un fatto connaturato alle cose concrete del mondo e alla loro organizzazione. Ragione per la quale tutto ha una forma, anche ciò che viene concepito in assenza di una volontà esplicita di rispondere a un ordine logico o geometrico. Ora, se assumiamo la distinzione che opera Gregotti tra forma e figura, secondo la quale, forma è “il modo in cui le parti e gli strati si sono disposti nella cosa” e figura è “il potere di comunicazione di quella disposizione” possiamo sostenere che, in una qualsivoglia configurazione data, il valore figurale non si pone mai come valore zero. Dunque la città, nel suo insieme e in ciascuna delle sue componenti, anche nelle espansioni guidate dalla speculazione immobiliare, nelle frange periferiche discontinue, nei tessuti rarefatti e disomogenei dell’abusivismo edilizio, nelle infrastrutture affastellate senza regole, nei corpi ambientali più o meno residuali, nelle parti storicamente conformate e in quelle disegnate dall’INA-Casa e dalle centosessantasette, da ultimo negli insiemi paratattici e stridenti che le varie combinazioni propongono, ha una forma, che a sua volta esprime un potenziale figurativo, la cui intensità e frequenza è indipendente dalla preterintenzionalità impressa loro ab origine da piani e progetti o semplicemente da azioni. La forma della città, ben oltre le vedute a volo d’uccello e le rappresentazioni bidimensionali d’insieme delle planimetrie (meglio se del piano vigente) appese negli studi degli architetti, ha una dimensione plastica, multiscalare e avvolgente, che dal generale si spinge a delineare gli invasi spaziali, le loro qualità, i loro caratteri precipui e distintivi, la loro pressione atmosferica, in definitiva lo loro abitabilità.File | Dimensione | Formato | |
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