La fotografia come documento storico-artistico e strumento di vendita. Il caso dell’archeologo e mercante d’arte Ludwig Pollak (1868-1943) La figura di Ludwig Pollak, praghese di nascita ma romano d’adozione, eminente archeologo, fine conoscitore e mercante di opere d’arte, costituisce un esempio molto interessante di quelle poliedriche personalità che, a cavallo tra il XIX e i primi decenni del XX secolo, esercitarono una moltitudine di attività legate alla conoscenza appassionata e approfondita di opere d’arte di varia epoca e provenienza. Trasferitosi definitivamente a Roma nel 1893 alla fine dei propri studi di archeologia tra Praga e Vienna, divenne ben presto noto nella cerchia degli amateurs e dei collezionisti romani grazie al particolare talento che egli dimostrava nel riconoscimento dei reperti artistici, fondamentale non solo per garantirne il corretto inquadramento temporale e stilistico nell’ambito degli studi storico-artistici, ma anche per l’attribuzione di un ponderato valore economico, qualora tali pregiati oggetti fossero stati destinati alla vendita sul mercato, come spesso accadeva. Fu quindi, per così dire, una naturale conseguenza delle sue non comuni capacità di esperto connoisseur, l’affidamento di numerosi incarichi di consulenza per la compilazione di cataloghi di prestigiose collezioni private e per la compravendita di opere d’arte, di varie epoche – dall’antichità greco – romana, al Medioevo, al Rinascimento – da parte di alcuni dei più facoltosi collezionisti dei suoi anni. Dallo studio, alla catalogazione, dalla compravendita alla raccolta di opere d’arte per la propria collezione, nessuno di questi aspetti fu estraneo all’attività di Pollak e la fotografia risulta essere stata uno strumento fondamentale nelle mani dell’archeologo, che non solo fece realizzare numerosi scatti fotografici di sculture, dipinti e oggetti d’arte decorativa che intendeva rivendere sul mercato, sia italiano che internazionale, ma anche degli ambienti dei prestigiosi palazzi, dove aveva scelto di vivere con la famiglia, per documentare lo stato sociale di agiato borghese che era riuscito a raggiungere nella capitale italiana, grazie soprattutto al commercio di opere d’arte. Il mio intervento sarà rivolto a illustrare un gruppo piuttosto numeroso di fotografie, ad oggi inedite, conservate presso alcune delle principali istituzioni culturali italiane, che non solo rivestono un fondamentale ruolo documentario nel testimoniare l’esistenza di oggetti d’arte altrimenti del tutto o poco conosciuti, ma che per Ludwig Pollak hanno svolto, nella maggior parte dei casi, la funzione di vero e proprio strumento di vendita; possono quindi essere considerate allo stesso tempo un importante documento della storia del gusto e un fondamentale mezzo di lavoro per le pratiche del commercio d’arte negli anni della Roma postunitaria. Allo stesso tempo queste immagini, grazie alle indicazioni manoscritte presenti in molti casi sul verso del positivo, possono aiutarci a comprendere l’intento con il quale l’archeologo si era procurato le opere d’arte rappresentate e che figurano nell’elenco della propria collezione, se intendeva cioè conservarle per il proprio godimento privato oppure reinserirle sul mercato, qualora si fossero presentati uno o più collezionisti interessati. A tal riguardo occorre sottolineare come a partire dagli anni Trenta del secolo scorso, di fronte al crescente isolamento dal quale era stato colpito insieme alla famiglia e alle conseguenti difficoltà economiche, molte opere che erano da tempo nella collezione privata presero la via del mercato e si trovano oggi in prestigiose collezioni pubbliche e private.

La fotografia come documento storico-artistico e strumento di vendita. Il caso dell’archeologo e mercante d’arte Ludwig Pollak (1868-1943) / DE GIAMBATTISTA, Federica. - (2021). (Intervento presentato al convegno La fotografia e i suoi usi nel mercato artistico (1880-1939). Protagonisti, narrazioni, raccolte. Webinar internazionale tenutosi a On line).

La fotografia come documento storico-artistico e strumento di vendita. Il caso dell’archeologo e mercante d’arte Ludwig Pollak (1868-1943)

FEDERICA DE GIAMBATTISTA
Writing – Original Draft Preparation
2021

Abstract

La fotografia come documento storico-artistico e strumento di vendita. Il caso dell’archeologo e mercante d’arte Ludwig Pollak (1868-1943) La figura di Ludwig Pollak, praghese di nascita ma romano d’adozione, eminente archeologo, fine conoscitore e mercante di opere d’arte, costituisce un esempio molto interessante di quelle poliedriche personalità che, a cavallo tra il XIX e i primi decenni del XX secolo, esercitarono una moltitudine di attività legate alla conoscenza appassionata e approfondita di opere d’arte di varia epoca e provenienza. Trasferitosi definitivamente a Roma nel 1893 alla fine dei propri studi di archeologia tra Praga e Vienna, divenne ben presto noto nella cerchia degli amateurs e dei collezionisti romani grazie al particolare talento che egli dimostrava nel riconoscimento dei reperti artistici, fondamentale non solo per garantirne il corretto inquadramento temporale e stilistico nell’ambito degli studi storico-artistici, ma anche per l’attribuzione di un ponderato valore economico, qualora tali pregiati oggetti fossero stati destinati alla vendita sul mercato, come spesso accadeva. Fu quindi, per così dire, una naturale conseguenza delle sue non comuni capacità di esperto connoisseur, l’affidamento di numerosi incarichi di consulenza per la compilazione di cataloghi di prestigiose collezioni private e per la compravendita di opere d’arte, di varie epoche – dall’antichità greco – romana, al Medioevo, al Rinascimento – da parte di alcuni dei più facoltosi collezionisti dei suoi anni. Dallo studio, alla catalogazione, dalla compravendita alla raccolta di opere d’arte per la propria collezione, nessuno di questi aspetti fu estraneo all’attività di Pollak e la fotografia risulta essere stata uno strumento fondamentale nelle mani dell’archeologo, che non solo fece realizzare numerosi scatti fotografici di sculture, dipinti e oggetti d’arte decorativa che intendeva rivendere sul mercato, sia italiano che internazionale, ma anche degli ambienti dei prestigiosi palazzi, dove aveva scelto di vivere con la famiglia, per documentare lo stato sociale di agiato borghese che era riuscito a raggiungere nella capitale italiana, grazie soprattutto al commercio di opere d’arte. Il mio intervento sarà rivolto a illustrare un gruppo piuttosto numeroso di fotografie, ad oggi inedite, conservate presso alcune delle principali istituzioni culturali italiane, che non solo rivestono un fondamentale ruolo documentario nel testimoniare l’esistenza di oggetti d’arte altrimenti del tutto o poco conosciuti, ma che per Ludwig Pollak hanno svolto, nella maggior parte dei casi, la funzione di vero e proprio strumento di vendita; possono quindi essere considerate allo stesso tempo un importante documento della storia del gusto e un fondamentale mezzo di lavoro per le pratiche del commercio d’arte negli anni della Roma postunitaria. Allo stesso tempo queste immagini, grazie alle indicazioni manoscritte presenti in molti casi sul verso del positivo, possono aiutarci a comprendere l’intento con il quale l’archeologo si era procurato le opere d’arte rappresentate e che figurano nell’elenco della propria collezione, se intendeva cioè conservarle per il proprio godimento privato oppure reinserirle sul mercato, qualora si fossero presentati uno o più collezionisti interessati. A tal riguardo occorre sottolineare come a partire dagli anni Trenta del secolo scorso, di fronte al crescente isolamento dal quale era stato colpito insieme alla famiglia e alle conseguenti difficoltà economiche, molte opere che erano da tempo nella collezione privata presero la via del mercato e si trovano oggi in prestigiose collezioni pubbliche e private.
2021
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1580155
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