Per indagare la relazione tra moda e corpo nella contemporaneità vorrei partire da un interrogativo posto in uno dei testi fondativi della semiotica della moda, il Sistema della Moda di Roland Barthes: “Quale corpo l’indumento di Moda deve significare?” (Barthes 1967, p. 260). Per Barthes la risposta a questa domanda equivale alla risoluzione di una “discontinuità strutturale” insita nella moda, cioè il suo essere al contempo istituzione e individualizzazione, costume e abbigliamento, langue e parole, per dirla con Ferdinand de Saussure. Secondo Barthes, l’indumento ha una struttura invariante, una forma istituzionale e codificata che viene diffusa dalla sua descrizione tramite testo verbale – negli articoli di giornali e riviste – mentre la sua versione indossata e soggettivizzata, definita anche evento, la si trova nei testi visivi, nelle immagini della moda portata. Allo stato attuale delle cose bisogna tener presente che Barthes privilegia una semantica della moda scritta o descritta nelle riviste a discapito di una semantica della moda reale (indumenti indossati, fotografati) perché la prima “non comporta alcun rumore […] è interamente senso”, mentre la seconda viene influenzata dall’evento. Barthes considera l’indumento-immagine meno “puro” a livello strutturale, ma all’epoca il discorso di moda era principalmente scritto e il testo visivo non aveva ancora raggiunto il predominio odierno, inoltre, altro elemento non trascurabile, gli studi semiotici sul livello plastico e figurativo erano ancora in fase di sviluppo. Il mio contributo verte su una rilettura ragionata della tipologia di corpi della moda formulata da Barthes, a partire dalla consapevolezza della trasformazione dei testi sincretici del sistema della moda contemporanea, i quali sono popolati da corpi da ammirare, volti a suscitare desideri di identificazione, che spingono all’emulazione di una forma di vita. La tensione tra immagine e immaginario permea i discorsi di moda e viene asservita alla creazione di un clima, di uno Zeitgeist.
Corpo e moda. Quale corpo la Moda deve significare? / Terracciano, Bianca. - (2021), pp. 167-178.
Corpo e moda. Quale corpo la Moda deve significare?
Bianca Terracciano
Primo
2021
Abstract
Per indagare la relazione tra moda e corpo nella contemporaneità vorrei partire da un interrogativo posto in uno dei testi fondativi della semiotica della moda, il Sistema della Moda di Roland Barthes: “Quale corpo l’indumento di Moda deve significare?” (Barthes 1967, p. 260). Per Barthes la risposta a questa domanda equivale alla risoluzione di una “discontinuità strutturale” insita nella moda, cioè il suo essere al contempo istituzione e individualizzazione, costume e abbigliamento, langue e parole, per dirla con Ferdinand de Saussure. Secondo Barthes, l’indumento ha una struttura invariante, una forma istituzionale e codificata che viene diffusa dalla sua descrizione tramite testo verbale – negli articoli di giornali e riviste – mentre la sua versione indossata e soggettivizzata, definita anche evento, la si trova nei testi visivi, nelle immagini della moda portata. Allo stato attuale delle cose bisogna tener presente che Barthes privilegia una semantica della moda scritta o descritta nelle riviste a discapito di una semantica della moda reale (indumenti indossati, fotografati) perché la prima “non comporta alcun rumore […] è interamente senso”, mentre la seconda viene influenzata dall’evento. Barthes considera l’indumento-immagine meno “puro” a livello strutturale, ma all’epoca il discorso di moda era principalmente scritto e il testo visivo non aveva ancora raggiunto il predominio odierno, inoltre, altro elemento non trascurabile, gli studi semiotici sul livello plastico e figurativo erano ancora in fase di sviluppo. Il mio contributo verte su una rilettura ragionata della tipologia di corpi della moda formulata da Barthes, a partire dalla consapevolezza della trasformazione dei testi sincretici del sistema della moda contemporanea, i quali sono popolati da corpi da ammirare, volti a suscitare desideri di identificazione, che spingono all’emulazione di una forma di vita. La tensione tra immagine e immaginario permea i discorsi di moda e viene asservita alla creazione di un clima, di uno Zeitgeist.File | Dimensione | Formato | |
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