Durante il suo esilio volontario in Italia il principe Stanislaw Poniatowski, colto e illuminato erede al trono di Polonia, accademico dell’Arcadia e di San Luca, scelse il lago di Bolsena come sua residenza estiva acquistando nel 1808, dopo la castellania di Capodimonte (1805), tutta la punta della sua penisola - terreni e fabbricati - e facendovi costruire da Giuseppe Valadier un vasto edificio in posizione panoramica sullo specchio d’acqua e sulle colline circostanti. Il desiderio di una vista più ampia lo spinse poi a realizzare un “Casino di Piacere” ancor più vicino all’acqua, riutilizzando un piccolo fabbricato irregolare preesistente. Con il trasferimento a Firenze e la vendita di tutta la proprietà nel 1822, iniziò un lungo degrado che ha visto il Casino trasformarsi in stalla e fienile, per diventare infine il rudere giunto ai nostri giorni. Il progetto nasce dalla volontà della nuova proprietà di ricostruire l’edificio, recuperandone la memoria e la possibile forma, seppur semplificata. Accanto alla conservazione delle evidenze materiali superstiti e alla distinguibilità e compatibilità della nuova costruzione, la priorità è stata data alla più ampia percezione possibile del paesaggio, riducendo al minimo l’ingombro degli elementi strutturali, che sono dimensionati e sagomati in coerenza con il linguaggio architettonico in modo da consentire una visuale completa dall’interno dell’edificio.
Restauro architettonico con ricostruzione del casino di piacere del principe Stanislaw Poniatowski, Capodimonte (VT) / Cerro, Romano. - (2021), pp. 16-16.
Restauro architettonico con ricostruzione del casino di piacere del principe Stanislaw Poniatowski, Capodimonte (VT)
Cerro, Romano
2021
Abstract
Durante il suo esilio volontario in Italia il principe Stanislaw Poniatowski, colto e illuminato erede al trono di Polonia, accademico dell’Arcadia e di San Luca, scelse il lago di Bolsena come sua residenza estiva acquistando nel 1808, dopo la castellania di Capodimonte (1805), tutta la punta della sua penisola - terreni e fabbricati - e facendovi costruire da Giuseppe Valadier un vasto edificio in posizione panoramica sullo specchio d’acqua e sulle colline circostanti. Il desiderio di una vista più ampia lo spinse poi a realizzare un “Casino di Piacere” ancor più vicino all’acqua, riutilizzando un piccolo fabbricato irregolare preesistente. Con il trasferimento a Firenze e la vendita di tutta la proprietà nel 1822, iniziò un lungo degrado che ha visto il Casino trasformarsi in stalla e fienile, per diventare infine il rudere giunto ai nostri giorni. Il progetto nasce dalla volontà della nuova proprietà di ricostruire l’edificio, recuperandone la memoria e la possibile forma, seppur semplificata. Accanto alla conservazione delle evidenze materiali superstiti e alla distinguibilità e compatibilità della nuova costruzione, la priorità è stata data alla più ampia percezione possibile del paesaggio, riducendo al minimo l’ingombro degli elementi strutturali, che sono dimensionati e sagomati in coerenza con il linguaggio architettonico in modo da consentire una visuale completa dall’interno dell’edificio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.