In questo capitolo avanzo, come richiesto, una proposta per Roma - una sorta di servizio civile cittadino o, se si preferisce un "collettivo di cura urbana" - che può essere articolata in prima istanza come segue: – Far conoscere e collaborare abitanti di aree della città che non si incontrano e non si conoscono. Si potrebbero creare gruppi di una trentina tra ragazze e ragazzi (tra i 18 e i 26 anni?) provenienti dalle diverse “città” di cui si compone Roma (due per ciascuna delle 15 aree urbane del Comune?), chiamati a collaborare obbligatoriamente per un certo numero di mesi, retribuiti in maniera dignitosa. – Stabilire attività e obiettivi che abbiano senso per chi in quelle aree lavora, e non solo per chi ne fruisce (non, insomma, passare le giornate a scansionare scartoffie o a riempire moduli inutili, né a essere sfruttati come “tirocinanti”). Prospettare, magari consultando le tante associazioni già esistenti, una lista aperta di compiti da svolgere, di obiettivi di cura da perseguire, di attività da inventare e promuovere. Ma, soprattutto, dare preminenza a obiettivi individuati e proposti dallo stesso gruppo di ragazze e ragazzi che lavoreranno insieme. – Ridare dignità alla politica, immaginando forme di vita diverse, elaborando i mezzi più adeguati a renderle possibili e contribuire a realizzarle. Con scadenza regolare (una volta al mese?), i tanti gruppi operanti nella città potrebbero avere un luogo in cui ritrovarsi (un palazzetto dello sport?), presentare le loro attività, discuterle con gli altri, verificarne l’andamento, i problemi, l’efficacia. Le loro risoluzioni dovrebbero trovare serio ascolto presso il consiglio comunale, e le sedute in cui verrebbero discusse dovrebbero poter essere seguite da tutti, in presenza o a distanza.

Un’immodesta proposta / Velotti, Stefano. - (2021), pp. 116-119.

Un’immodesta proposta

Stefano Velotti
2021

Abstract

In questo capitolo avanzo, come richiesto, una proposta per Roma - una sorta di servizio civile cittadino o, se si preferisce un "collettivo di cura urbana" - che può essere articolata in prima istanza come segue: – Far conoscere e collaborare abitanti di aree della città che non si incontrano e non si conoscono. Si potrebbero creare gruppi di una trentina tra ragazze e ragazzi (tra i 18 e i 26 anni?) provenienti dalle diverse “città” di cui si compone Roma (due per ciascuna delle 15 aree urbane del Comune?), chiamati a collaborare obbligatoriamente per un certo numero di mesi, retribuiti in maniera dignitosa. – Stabilire attività e obiettivi che abbiano senso per chi in quelle aree lavora, e non solo per chi ne fruisce (non, insomma, passare le giornate a scansionare scartoffie o a riempire moduli inutili, né a essere sfruttati come “tirocinanti”). Prospettare, magari consultando le tante associazioni già esistenti, una lista aperta di compiti da svolgere, di obiettivi di cura da perseguire, di attività da inventare e promuovere. Ma, soprattutto, dare preminenza a obiettivi individuati e proposti dallo stesso gruppo di ragazze e ragazzi che lavoreranno insieme. – Ridare dignità alla politica, immaginando forme di vita diverse, elaborando i mezzi più adeguati a renderle possibili e contribuire a realizzarle. Con scadenza regolare (una volta al mese?), i tanti gruppi operanti nella città potrebbero avere un luogo in cui ritrovarsi (un palazzetto dello sport?), presentare le loro attività, discuterle con gli altri, verificarne l’andamento, i problemi, l’efficacia. Le loro risoluzioni dovrebbero trovare serio ascolto presso il consiglio comunale, e le sedute in cui verrebbero discusse dovrebbero poter essere seguite da tutti, in presenza o a distanza.
2021
Roma come stai? Il Dipartimento di Architettura e Progetto si interroga sul futuro della città,
978-88-229-0712-7
Roma; forme di vita urbana; collettivi di cura urbana; servizio civile cittadino
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Un’immodesta proposta / Velotti, Stefano. - (2021), pp. 116-119.
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