Nell’era del terrorismo, dei conflitti etnico-religiosi e delle guerre preventive l’opinione pubblica è stata definita la “seconda superpotenza mondiale: un attore che i governi cercano di persuadere e talvolta di manipolare, ma che non possono ignorare. Mentre sappiamo molto dell’opinione pubblica americana e abbastanza di quella europea, sappiamo poco dell’opinione pubblica italiana. Gli italiani, lo hanno mostrato chiaramente durante la crisi irachena, non amano la guerra. Non la amano perché hanno paura o perché la considerano un mezzo da usare soltanto in condizioni estreme? E, di fronte a una minaccia alla propria sicurezza, sarebbero disposti a difendersi? Con quale spirito e a quali condizioni? Servendosi di un ampio panorama di sondaggi di opinione integrati dall’interpretazione socio-culturale e storica, questo libro offre risposte spregiudicate che fanno giustizia degli stereotipi. Viene così smentita la tesi conservatrice del rifiuto degli italiani di assumersi le proprie responsabilità in campo strategico e viene analizzato il loro “pacifismo ragionato”. Che consiste nella capacità di elaborare posizioni sorprendentemente articolate e coerenti anche nell’ambito turbolento della politica internazionale.
Gli italiani e la guerra: tra senso di insicurezza e terrorismo internazionale / Battistelli, Fabrizio. - (2004).
Gli italiani e la guerra: tra senso di insicurezza e terrorismo internazionale
BATTISTELLI, Fabrizio
2004
Abstract
Nell’era del terrorismo, dei conflitti etnico-religiosi e delle guerre preventive l’opinione pubblica è stata definita la “seconda superpotenza mondiale: un attore che i governi cercano di persuadere e talvolta di manipolare, ma che non possono ignorare. Mentre sappiamo molto dell’opinione pubblica americana e abbastanza di quella europea, sappiamo poco dell’opinione pubblica italiana. Gli italiani, lo hanno mostrato chiaramente durante la crisi irachena, non amano la guerra. Non la amano perché hanno paura o perché la considerano un mezzo da usare soltanto in condizioni estreme? E, di fronte a una minaccia alla propria sicurezza, sarebbero disposti a difendersi? Con quale spirito e a quali condizioni? Servendosi di un ampio panorama di sondaggi di opinione integrati dall’interpretazione socio-culturale e storica, questo libro offre risposte spregiudicate che fanno giustizia degli stereotipi. Viene così smentita la tesi conservatrice del rifiuto degli italiani di assumersi le proprie responsabilità in campo strategico e viene analizzato il loro “pacifismo ragionato”. Che consiste nella capacità di elaborare posizioni sorprendentemente articolate e coerenti anche nell’ambito turbolento della politica internazionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.