La lignée Mandel'stam, Celan, Zanzotto

Le dimensioni che racchiudono l’esperienza vertiginosa di Celan: dalla geologia all'astronomia (cioè i due piani estremi della natura tra i tanti strati che Celan indaga, pur con tutte le differenze del caso) sono legati alla sua vita presente, e anche alla memoria di Dante (ma un Dante già ‘ricercato’ in Mandel’štam), e si attualizzano nella sua scrittura che va su e giù per la scala di un tempo aperto. Come la posizione delle stelle nello spazio e nel tempo, si tratta di una percezione dell’osservatore; a loro volta le stelle sono misuratrici luminose di distanze, nel buio, dotate di un alone e di uno spettro che ne testimonia la mobilità nello spazio e nel tempo. Un tempo i cui ritmi, intervalli e figure sta all’uomo ri-cercare. Questa consapevolezza cosmica ha a che fare con la memoria della terra e dell’uomo; la poesia e la lingua lo sanno dire in forme ritmiche e musicali esplose. Questa idea lega in una linea Mandel’štam, Celan e Zanzotto.