Le molteplici declinazioni di quell’ampia regione intermedia tra la verità e la menzogna che può prendere, di volta in volta, la forma del non detto, del sottinteso, dell’ambiguità, della simulazione e della dissimulazione è stata oggetto, negli ultimi decenni, di particolare attenzione da parte degli studiosi di letteratura, anche sulla scorta dell’interesse suscitato dalle acquisizioni della pragmatica della comunicazione e dalla loro applicazione allo studio dei testi letterari. L’idea di uno stratagemma deliberatamente messo in atto al fine di ottenere uno scopo rappresenta un elemento presente nel complesso della produzione poetica ovidiana; in essa è pervasiva la centralità del tema della finzione, nelle diverse gradazioni che dalla menzogna vera e propria sfumano, progressivamente, attraverso forme più indirette e attenuate di alterazione della verità, fino alla semplice omissione di quest’ultima. La possibilità della dissimulazione percorre come un filo rosso l’intera opera di Ovidio, e al suo interno essa rappresenta un nucleo tematico così costante e ricorrente da tradursi in elemento di poetica, meritevole, in quanto tale, di specifica attenzione. In questo volume il motivo della dissimulazione nell’opera ovidiana è affrontato da tre prospettive differenti. Il primo capitolo è un’analisi dell’episodio di Tereo, Procne e Filomela nel sesto libro delle Metamorfosi: soffermandosi su ciascuno dei tre personaggi principali, in relazione al rapporto di ciascuno di loro con le dinamiche della dissimulazione, esso analizza il contrasto tra realtà e apparenza. Il secondo capitolo è uno studio semantico-esegetico delle numerose occorrenze del verbo dissimulo, e dei termini da esso derivati, nell’intero corpus delle opere di Ovidio. Nel terzo capitolo vengono presi in esame tre episodi delle Metamorfosi – quelli che vedono protagonisti, rispettivamente, Morfeo, Vertumno e Cipo – accomunati, al di là delle rispettive peculiarità, dalla presenza di una forma di dissimulazione che viene messa in atto ‘a fin di bene’. Seguono infine tre appendici, nelle quali sono affrontati argomenti paralleli o tangenziali in alcuni poeti precedenti a Ovidio (in particolare Virgilio, Orazio e Tibullo).
Una poetica della dissimulazione. Verità e finzione nelle Metamorfosi e nelle altre opere ovidiane / Ursini, Francesco. - (2021), pp. 1-188.
Una poetica della dissimulazione. Verità e finzione nelle Metamorfosi e nelle altre opere ovidiane
Francesco Ursini
2021
Abstract
Le molteplici declinazioni di quell’ampia regione intermedia tra la verità e la menzogna che può prendere, di volta in volta, la forma del non detto, del sottinteso, dell’ambiguità, della simulazione e della dissimulazione è stata oggetto, negli ultimi decenni, di particolare attenzione da parte degli studiosi di letteratura, anche sulla scorta dell’interesse suscitato dalle acquisizioni della pragmatica della comunicazione e dalla loro applicazione allo studio dei testi letterari. L’idea di uno stratagemma deliberatamente messo in atto al fine di ottenere uno scopo rappresenta un elemento presente nel complesso della produzione poetica ovidiana; in essa è pervasiva la centralità del tema della finzione, nelle diverse gradazioni che dalla menzogna vera e propria sfumano, progressivamente, attraverso forme più indirette e attenuate di alterazione della verità, fino alla semplice omissione di quest’ultima. La possibilità della dissimulazione percorre come un filo rosso l’intera opera di Ovidio, e al suo interno essa rappresenta un nucleo tematico così costante e ricorrente da tradursi in elemento di poetica, meritevole, in quanto tale, di specifica attenzione. In questo volume il motivo della dissimulazione nell’opera ovidiana è affrontato da tre prospettive differenti. Il primo capitolo è un’analisi dell’episodio di Tereo, Procne e Filomela nel sesto libro delle Metamorfosi: soffermandosi su ciascuno dei tre personaggi principali, in relazione al rapporto di ciascuno di loro con le dinamiche della dissimulazione, esso analizza il contrasto tra realtà e apparenza. Il secondo capitolo è uno studio semantico-esegetico delle numerose occorrenze del verbo dissimulo, e dei termini da esso derivati, nell’intero corpus delle opere di Ovidio. Nel terzo capitolo vengono presi in esame tre episodi delle Metamorfosi – quelli che vedono protagonisti, rispettivamente, Morfeo, Vertumno e Cipo – accomunati, al di là delle rispettive peculiarità, dalla presenza di una forma di dissimulazione che viene messa in atto ‘a fin di bene’. Seguono infine tre appendici, nelle quali sono affrontati argomenti paralleli o tangenziali in alcuni poeti precedenti a Ovidio (in particolare Virgilio, Orazio e Tibullo).File | Dimensione | Formato | |
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