I paesaggi, più che una circoscrizione territoriale o geografica, rappresentano un’”attitudine dello sguardo”, un diverso modo di interpretare la realtà che ci circonda sia essa “centro storico” o “periferia”. La natura ibrida e inclusiva dei paesaggi (urbani, metropolitani, infrastrutturali) ci obbliga a riposizionare i tradizionali confini centro/periferia, città/campagna, natura/artificio, aulico/quotidiano, identità/omologazione per accedere alle categorie della discontinuità, della frammentazione, della contaminazione e della instabilità assunte come “valori” del presente e non come “distanza” dal passato. Parlare dei paesaggi come estetica della contemporaneità significa attuare una riduzione dei codici narrativi del progetto aprendo una salutare vertenza con la fine delle “grandi mappe e narrazioni” del Moderno. Presentazione di Franco Purini.
Paesaggi dell'architettura / Altarelli, Lucio. - STAMPA. - (1998).
Paesaggi dell'architettura
ALTARELLI, Lucio
1998
Abstract
I paesaggi, più che una circoscrizione territoriale o geografica, rappresentano un’”attitudine dello sguardo”, un diverso modo di interpretare la realtà che ci circonda sia essa “centro storico” o “periferia”. La natura ibrida e inclusiva dei paesaggi (urbani, metropolitani, infrastrutturali) ci obbliga a riposizionare i tradizionali confini centro/periferia, città/campagna, natura/artificio, aulico/quotidiano, identità/omologazione per accedere alle categorie della discontinuità, della frammentazione, della contaminazione e della instabilità assunte come “valori” del presente e non come “distanza” dal passato. Parlare dei paesaggi come estetica della contemporaneità significa attuare una riduzione dei codici narrativi del progetto aprendo una salutare vertenza con la fine delle “grandi mappe e narrazioni” del Moderno. Presentazione di Franco Purini.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


