Il contributo è stato presentato alla mostra "Opera in quattro parti. Letture del Campus di Pesaro" nell'ambito del ciclo di convegni Carlo Roma 2020. L’aspetto di Aymonino che ci interessa indagare è la continuità del suo progetto disciplinare, perpetuata non attraverso l’eredità di una tradizione, ma nel solco della sua rottura e della ciclicità della rottura, non nella fedeltà al proprio trascorso ma nel tradimento come rinnovamento di una propria autonomia di orizzonti. Lo stesso Aymonino scrive che “un traditore non può allevare che traditori” per garantire mobilità a una cultura del progetto che non deve mai rimanere uguale a sé stessa. L’abbecedario, primordiale non perché rudimentale, ma in quanto strettamente necessario, è lo strumento di una liturgia laica. Una liturgia che può essere compiuta grazie a un ambone quale spazio perimetrato e indispensabile. Non c’è predicazione né ammonimento, solo l’ufficio cerimoniale della consegna di un sapere da una persona a un’altra. Strumento bizzarro – come la lettura del progetto per il Centro Civico di cui è frutto – l’abbecedario abolisce la cronologia lungo la quale si collocano le tre versioni dell’edificio, per stratificarle sincronicamente l’una sull’altra. Scopriamo così un’inesauribile officina di esperimenti progettuali, che si mescolano e ricompongono, senza abdicare alla loro originale frammentarietà.

La liturgia dell'infedele / Arcopinto, Luigi; Iossa, Roberto Vincenzo. - (2022).

La liturgia dell'infedele

Arcopinto, Luigi
;
Iossa, Roberto Vincenzo
2022

Abstract

Il contributo è stato presentato alla mostra "Opera in quattro parti. Letture del Campus di Pesaro" nell'ambito del ciclo di convegni Carlo Roma 2020. L’aspetto di Aymonino che ci interessa indagare è la continuità del suo progetto disciplinare, perpetuata non attraverso l’eredità di una tradizione, ma nel solco della sua rottura e della ciclicità della rottura, non nella fedeltà al proprio trascorso ma nel tradimento come rinnovamento di una propria autonomia di orizzonti. Lo stesso Aymonino scrive che “un traditore non può allevare che traditori” per garantire mobilità a una cultura del progetto che non deve mai rimanere uguale a sé stessa. L’abbecedario, primordiale non perché rudimentale, ma in quanto strettamente necessario, è lo strumento di una liturgia laica. Una liturgia che può essere compiuta grazie a un ambone quale spazio perimetrato e indispensabile. Non c’è predicazione né ammonimento, solo l’ufficio cerimoniale della consegna di un sapere da una persona a un’altra. Strumento bizzarro – come la lettura del progetto per il Centro Civico di cui è frutto – l’abbecedario abolisce la cronologia lungo la quale si collocano le tre versioni dell’edificio, per stratificarle sincronicamente l’una sull’altra. Scopriamo così un’inesauribile officina di esperimenti progettuali, che si mescolano e ricompongono, senza abdicare alla loro originale frammentarietà.
2022
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1565738
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact