Nell’ultimo anno, spinti dal tentativo di interrompere la catena di trasmissione virale, abbiamo accelerato il processo di interruzione dello scambio fra ambiente domestico e naturale che era già in atto. È evidente che, se la natura lì fuori è prodotta da noi ma è anche il prodotto del quale facciamo parte, il nostro esistere comporta quindi empatia, alterità, somiglianza e differenza. La lotta alla pandemia di SARS-CoV-2 è stata una lunga corsa piena di inciampi e paradossi. Mascherine non biodegradabili, distanziamento coatto, stanze ur- bane come stanze di carceri. Separatori, griglie e bunker. Combattiamo la guerra con armi poco efficienti e antistoriche. Siamo sicuri di non dover/potere cambiare? È chiaro che occorre riformulare un distanziamento e strumenti di protezione per fronteggiare future crisi, provando a guardare al concetto di densità urbana per un equilibrio tra città e spazio domestico. In tal senso, la scelta di tornare a sporcarsi (il verbo polo rispetto a distanziarsi in questa sezione) tira in ballo ragionamenti profondi sul rapporto tra domestico e selvatico. Se da un lato la casa urbana, con la sua chiusura di interno verso l’esterno rappresenta il polo in cui il primo termine è contrapposto al secondo, dall’altro lato la casa vacanza rappresenta il polo opposto in cui domestico e selvatico convivono in un rapporto di vicendevole appoggio di compensazione. La possibilità di interloquire con il filosofo Leonardo Caffo che ha sviscerato le dinamiche e le tematiche riguardanti la crisi sistemica do- vuta a Covid-19 è stata l’occasione per riflettere su questi verbi, uscendo anche dall’ambito puramente architettonico.
Dialogo con Leonardo Caffo / Priore, Ciro; Lazazzera, Michele; Caffo, Leonardo. - (2021), pp. 31-42. - GLI STRUMENTI.
Dialogo con Leonardo Caffo
Ciro Priore;Michele Lazazzera;
2021
Abstract
Nell’ultimo anno, spinti dal tentativo di interrompere la catena di trasmissione virale, abbiamo accelerato il processo di interruzione dello scambio fra ambiente domestico e naturale che era già in atto. È evidente che, se la natura lì fuori è prodotta da noi ma è anche il prodotto del quale facciamo parte, il nostro esistere comporta quindi empatia, alterità, somiglianza e differenza. La lotta alla pandemia di SARS-CoV-2 è stata una lunga corsa piena di inciampi e paradossi. Mascherine non biodegradabili, distanziamento coatto, stanze ur- bane come stanze di carceri. Separatori, griglie e bunker. Combattiamo la guerra con armi poco efficienti e antistoriche. Siamo sicuri di non dover/potere cambiare? È chiaro che occorre riformulare un distanziamento e strumenti di protezione per fronteggiare future crisi, provando a guardare al concetto di densità urbana per un equilibrio tra città e spazio domestico. In tal senso, la scelta di tornare a sporcarsi (il verbo polo rispetto a distanziarsi in questa sezione) tira in ballo ragionamenti profondi sul rapporto tra domestico e selvatico. Se da un lato la casa urbana, con la sua chiusura di interno verso l’esterno rappresenta il polo in cui il primo termine è contrapposto al secondo, dall’altro lato la casa vacanza rappresenta il polo opposto in cui domestico e selvatico convivono in un rapporto di vicendevole appoggio di compensazione. La possibilità di interloquire con il filosofo Leonardo Caffo che ha sviscerato le dinamiche e le tematiche riguardanti la crisi sistemica do- vuta a Covid-19 è stata l’occasione per riflettere su questi verbi, uscendo anche dall’ambito puramente architettonico.File | Dimensione | Formato | |
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