Quando l’architettura e la politica si collocano nella prospettiva di condividere idee, visioni e scenari, l’orizzonte progettuale che caratterizza teorie e prassi di entrambe le discipline si trova, in alcuni casi, a brillare di una fortunata coincidenza. Gli anni di lavoro che Carlo Aymonino svolge per il Comune di Roma, nel ruolo di Assessore per gli Interventi sul Centro Storico (1981-1985), fanno coincidere temi e percorsi di un architetto a tutto tondo, il cui esercizio intellettuale ha spaziato tra docenza universitaria e professionismo colto, tra riflessione sociale e partecipazione politica. La questione della città, elaborata con assunti che viaggiavano insieme a lui tra Roma e Venezia, è uno degli elementi cardine della sua riflessione. Un pensiero aperto, eppur fermo su alcuni capisaldi: il superamento della frizione tra città antica e città moderna (affrontato, in più fasi, con numerosi impegni teorici, tra cui “Origini e sviluppo della città moderna” del 1965 e “Il significato della città” del 1975), il ruolo dell’analisi urbana come strumento di progetto, l’importanza di uno studio preliminare al progetto (sia tipologico, sia morfologico, sia legato alla scala del progetto urbano). Come il centro della sua Roma, congiunzione di città culturale e città politica, così il centro della sua attività, congiunzione di Università e Assessorato, risolve nel giudizio di un’architettura intesa come “fenomeno urbano per eccellenza”.
Carlo Aymonino a Roma. L'assessorato al Centro Storico: memoria e futuro possibile / Leoni, Simone. - (2021), pp. 206-213.
Carlo Aymonino a Roma. L'assessorato al Centro Storico: memoria e futuro possibile
simone leoni
2021
Abstract
Quando l’architettura e la politica si collocano nella prospettiva di condividere idee, visioni e scenari, l’orizzonte progettuale che caratterizza teorie e prassi di entrambe le discipline si trova, in alcuni casi, a brillare di una fortunata coincidenza. Gli anni di lavoro che Carlo Aymonino svolge per il Comune di Roma, nel ruolo di Assessore per gli Interventi sul Centro Storico (1981-1985), fanno coincidere temi e percorsi di un architetto a tutto tondo, il cui esercizio intellettuale ha spaziato tra docenza universitaria e professionismo colto, tra riflessione sociale e partecipazione politica. La questione della città, elaborata con assunti che viaggiavano insieme a lui tra Roma e Venezia, è uno degli elementi cardine della sua riflessione. Un pensiero aperto, eppur fermo su alcuni capisaldi: il superamento della frizione tra città antica e città moderna (affrontato, in più fasi, con numerosi impegni teorici, tra cui “Origini e sviluppo della città moderna” del 1965 e “Il significato della città” del 1975), il ruolo dell’analisi urbana come strumento di progetto, l’importanza di uno studio preliminare al progetto (sia tipologico, sia morfologico, sia legato alla scala del progetto urbano). Come il centro della sua Roma, congiunzione di città culturale e città politica, così il centro della sua attività, congiunzione di Università e Assessorato, risolve nel giudizio di un’architettura intesa come “fenomeno urbano per eccellenza”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.