Nella Roma del Cinquecento tra i principali centri culturali agostiniani spiccava per importanza e patrimonio librario Santa Maria del Popolo. La sua storia aveva avuto inizio nel 1472, quando Taddeo d’Ivrea, su sollecitazione di Sisto IV e di Iacopo dell’Aquila, aveva preso possesso della chiesa e del convento. In poco tempo, al nucleo originale della biblioteca, si erano aggiunti gruppi di volumi arrivati per donazione. La documentazione conservata descrive un’istituzione immersa nel panorama culturale romano già alla fine del Quattrocento: importanti ecclesiastici e giuristi donarono agli agostiniani le proprie collezioni librarie, segno questo dell’importanza che la biblioteca aveva acquisito in città, grazie anche all’aperture delle sue porte alla consultazione e al prestito. La seconda metà dell’Ottocento vide lo smembramento della collezione conventuale, in particolare con la liquidazione dell’asse ecclesiastico. La ricerca mira alla ricostituzione del patrimonio bibliografico disperso del convento di Santa Maria del Popolo, per come ci è descritto in un inventario preparato dai frati agostiniani nel 1480 e poi nel resoconto dell’umanista francese Jean Matal, redatto nella prima metà del XVI secolo. Lo studio della collezione sarà accompagnato da un’indagine che evidenzi quali figure ne usufruirono, il contesto culturale in cui essa si collocò e i rapporti che gli agostiniani intrattennero con la classe dirigente romana e con gli intellettuali dell’epoca, secondo una chiave interpretativa storico-culturale.

La biblioteca dispersa di Santa Maria del Popolo: identificazione e ricostituzione virtuale del centro culturale agostiniano di Roma / Signorello, Lucrezia. - (2021). (Intervento presentato al convegno La dimensione religiosa nelle città del Mediterraneo (secoli XII-XV) tenutosi a San Gimignano).

La biblioteca dispersa di Santa Maria del Popolo: identificazione e ricostituzione virtuale del centro culturale agostiniano di Roma

signorello, lucrezia
2021

Abstract

Nella Roma del Cinquecento tra i principali centri culturali agostiniani spiccava per importanza e patrimonio librario Santa Maria del Popolo. La sua storia aveva avuto inizio nel 1472, quando Taddeo d’Ivrea, su sollecitazione di Sisto IV e di Iacopo dell’Aquila, aveva preso possesso della chiesa e del convento. In poco tempo, al nucleo originale della biblioteca, si erano aggiunti gruppi di volumi arrivati per donazione. La documentazione conservata descrive un’istituzione immersa nel panorama culturale romano già alla fine del Quattrocento: importanti ecclesiastici e giuristi donarono agli agostiniani le proprie collezioni librarie, segno questo dell’importanza che la biblioteca aveva acquisito in città, grazie anche all’aperture delle sue porte alla consultazione e al prestito. La seconda metà dell’Ottocento vide lo smembramento della collezione conventuale, in particolare con la liquidazione dell’asse ecclesiastico. La ricerca mira alla ricostituzione del patrimonio bibliografico disperso del convento di Santa Maria del Popolo, per come ci è descritto in un inventario preparato dai frati agostiniani nel 1480 e poi nel resoconto dell’umanista francese Jean Matal, redatto nella prima metà del XVI secolo. Lo studio della collezione sarà accompagnato da un’indagine che evidenzi quali figure ne usufruirono, il contesto culturale in cui essa si collocò e i rapporti che gli agostiniani intrattennero con la classe dirigente romana e con gli intellettuali dell’epoca, secondo una chiave interpretativa storico-culturale.
2021
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1552396
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