Il contributo analizza gli strumenti progettuali e normativi messi in campo da Luigi Snozzi, a partire dal 1979, nel piccolo comune svizzero di Monte Carasso (Canton Ticino) per la creazione di una “nuova centralità” capace di trasformare un villaggio rurale, privo di particolari caratteristiche che lo differenziassero da realtà simili, a luogo di aggregazione sociale e culturale. La creazione di un centro a Monte Carasso è figlia del riuso dell’architettura esistente, secondo principi prettamente funzionalisti e dell’inserimento di edifici dalle peculiarità compositive e formali proprie del nostro tempo all’interno del tessuto urbano consolidato della città storica. L’esaltazione delle “emergenze monumentali” esistenti (la chiesa parrocchiale, l’ex convento rinascimentale e il cimitero) attraverso il loro isolamento dal resto del tessuto urbano mediante un nuovo anello viario, la rifunzionalizzazione del convento trasformato in scuola elementare, la programmatica densificazione delle parcelle private ottenuta mediante un limitato corpus di norme flessibili che consentono, alla scala dell’edificio, il massimo sfruttamento edificatorio di ciascun lotto e il “controllo pubblico” di tutti gli interventi, sono gli strumenti che, nell’arco di un trentennio, hanno donato a questo luogo una nuova vita e nuova identità capaci di creare un vero e proprio centro. La Monte Carasso di Snozzi testimonia come il progetto architettonico e urbano si sia dunque appropriato dei principi compositivi propri della città storica e delle sue stratificazioni, mentre i dibattiti sulla centralità, sull’importanza di un centro di riferimento per la cittadinanza, diventano consolidati metodi progettuali offerti e beneficio di una intera comunità.
Il nuovo centro storico di Monte Carasso. Un ossimoro di successo nel Canton Ticino, 1979-2009 / Bologna, Alberto. - (2016), pp. 199-213.
Il nuovo centro storico di Monte Carasso. Un ossimoro di successo nel Canton Ticino, 1979-2009
BOLOGNA, ALBERTO
2016
Abstract
Il contributo analizza gli strumenti progettuali e normativi messi in campo da Luigi Snozzi, a partire dal 1979, nel piccolo comune svizzero di Monte Carasso (Canton Ticino) per la creazione di una “nuova centralità” capace di trasformare un villaggio rurale, privo di particolari caratteristiche che lo differenziassero da realtà simili, a luogo di aggregazione sociale e culturale. La creazione di un centro a Monte Carasso è figlia del riuso dell’architettura esistente, secondo principi prettamente funzionalisti e dell’inserimento di edifici dalle peculiarità compositive e formali proprie del nostro tempo all’interno del tessuto urbano consolidato della città storica. L’esaltazione delle “emergenze monumentali” esistenti (la chiesa parrocchiale, l’ex convento rinascimentale e il cimitero) attraverso il loro isolamento dal resto del tessuto urbano mediante un nuovo anello viario, la rifunzionalizzazione del convento trasformato in scuola elementare, la programmatica densificazione delle parcelle private ottenuta mediante un limitato corpus di norme flessibili che consentono, alla scala dell’edificio, il massimo sfruttamento edificatorio di ciascun lotto e il “controllo pubblico” di tutti gli interventi, sono gli strumenti che, nell’arco di un trentennio, hanno donato a questo luogo una nuova vita e nuova identità capaci di creare un vero e proprio centro. La Monte Carasso di Snozzi testimonia come il progetto architettonico e urbano si sia dunque appropriato dei principi compositivi propri della città storica e delle sue stratificazioni, mentre i dibattiti sulla centralità, sull’importanza di un centro di riferimento per la cittadinanza, diventano consolidati metodi progettuali offerti e beneficio di una intera comunità.File | Dimensione | Formato | |
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