La letteratura tecnica, nella fattispecie quella relativa alla scienza e alla cultura delle costruzioni, si arricchisce ogni giorno di più di contributi che evidenziano come l’innovazione scientifico-tecnologica è l’asse portante di un processo che è di continue scoperte circa materiali sempre più resistenti e belli anche esteticamente e processi realizzativi nuovi estremamente flessibili e fantasiosi. Le potenzialità sono notevoli e innumerevoli. Si tratta di rendere tali potenzialità economicamente convenienti e di preparare la forza-lavoro, sempre più composta di tecnici, ad affrontare le novità innovative e ad affrontarle avendo quale obiettivo il corretto rapporto tra innovazione e salute della forza-lavoro. Gli autori hanno scritto una “Introduzione alla Metodologia e alla Pratica del Building Information Modeling”, meglio conosciuta tale metodologia con il suo acronimo di BIM. È una metodologia oramai in uso da più di un decennio che rappresenta il paradigma della globalizzazione nella scienza e nella tecnica delle costruzioni. Le esperienze oramai consolidate sono di grande suggestione per l’intreccio di competenze che convergono sin dalla fase di progettazione che diviene policentrica e multinazionale. Un esempio per tutti. Gran parte dei nuovi edifici commerciali realizzati in questi anni nella Cina Popolare sono il frutto di tale cultura policentrica: l’architettonico disegnato in Europa; la parte dei calcoli strutturali elaborata nella stessa Repubblica Popolare; l’impiantistica progettata in qualche Paese nordamericano; gli infissi, gli arredi e, in generale gli arredi, progettata in qualche Paese nordeuropeo e così via. È un continuo scambio telematico che rende possibile l’unitarietà del progetto e la vincolistica, come linee-guida, riguardante le imprese coordinate da un General Manager. Il contributo, come dichiarano gli stessi AA, s’indirizza su due direzioni: “la prima riguarda le tecniche di gestione del processo (Project Management) con particolare attenzione alle tecniche innovative di misurazione e gestione del tempo, sia nelle fasi di progettazione che nelle fasi di realizzazione di un cantiere edile; la seconda direzione invece ha riguardato lo sviluppo del prototipo predittivo basato sulla simulazione ad agenti”. Non è mia intenzione di entrare nel merito di quanto scrivono gli AA. Ad essi va riconosciuta una capacità comunicativa ottima e un apprezzamento nel far comprendere il processo metodologico e le potenzialità formative e operative. Invece vorrei soffermare l’attenzione sul ruolo giocato da Internet e più in generale dai processi di digitalizzazione della produzione, avendo a monte un analogo processo di digitalizzazione della fase progettuale. Tale impostazione esprime tutta la sua potenzialità nel rendere percorribile una strada d’integrazione professionale e d’impresa a livello mondiale. Nel contempo apre un fronte di problematiche ad alto valore tecnico (superabili nel tempo), ma soprattutto sulle attese future in termini di miglioramento della Qualità della Vita. Questo aspetto trascina inevitabilmente importanti ricadute etiche. Lo scenario è quello a noi tutti noto. Un contesto dominato da una forza primordiale il cui obiettivo teleologico è il profitto, senza sé e senza ma. Una forza proprio in virtù di una espansione della tecnologia Internet non ha né remore morali, né limiti. Tutti i processi da quelli produttivi a quelli di accumulazione dei capitali hanno subito nel secolo scorso un’accelerazione sì che oggi non parliamo più di capitalismo, bensì di turbocapitalismo. Il profitto che nasceva e si sviluppava nella manifattura e sul prodotto, oggi ha subito una mutazione genetica. Dall’economia si è passati alla finanza, ove ininfluente è il valore della produzione e del processo scientifico e tecnologico che vi è a monte. No, oggi le potenzialità della Rivoluzione Internet rende possibile produzioni senza limiti a costi sempre più bassi e con profitti sempre più alti. Si è creato un meccanismo rigenerativo del profitto che difficilmente può essere soggetto a qualsiasi controllo di chicchessia autorità superiore sia a livello nazionale che a quello transnazionale. La metodologia BIM rientra in tale contesto di avanzamento del benessere globale e contemporaneamente (e qui la contraddizione) di mancata redistribuzione della ricchezza generata. Ma se ci infiliamo in questo tunnel di riflessioni è difficile uscirne se non con una posizione radicalizzata o di rassegnazione, di sconfitta. Non è così. La mancata redistribuzione della ricchezza è dovuta ad una debolezza che registriamo dagli anni ‘80 del secolo scorso della forza-lavoro nel confronto con l’impresa. Scorciatoie non ce ne sono: o la forza-lavoro torna a combattere la sua battaglia per la parità tra lavoro ed impresa o è inevitabile un suo ruolo sempre più subalterno, sì da rasentare lo schiavismo. Solo attraverso la conquista della parità tra i due fattori della produzione si riconosce dignità al lavoro. Questa è la condizione necessaria per uno sviluppo della conoscenza e per restituire dignità all’uomo-lavoratore e, nel contempo, per legittimare il ruolo dell’impresa nel processo della produzione. È la strada attraverso la quale si restituisce verità alla narrazione apologetica di una mondializzazione della giustizia sociale di cui si fa garante il mercato globale. Un mercato senza vincoli che si autoregolamenta. È quanto sostiene con arrogante assertività la finanza globale. Un’illusione distopica! Fintanto che non si trova un ambiente sostitutivo del mercato occorre che esso sia governato. Questo è il ruolo delle istituzioni della democrazia liberale. Quelle che oggi ci governano.

Building Information Modeling. Dalla metodologia alla pratica / Sara, Ambrosio; Damiano, Di Ciaccio; Rossini, FRANCESCO LIVIO. - (2020), pp. 1-112.

Building Information Modeling. Dalla metodologia alla pratica

Francesco Rossini
Ultimo
Conceptualization
2020

Abstract

La letteratura tecnica, nella fattispecie quella relativa alla scienza e alla cultura delle costruzioni, si arricchisce ogni giorno di più di contributi che evidenziano come l’innovazione scientifico-tecnologica è l’asse portante di un processo che è di continue scoperte circa materiali sempre più resistenti e belli anche esteticamente e processi realizzativi nuovi estremamente flessibili e fantasiosi. Le potenzialità sono notevoli e innumerevoli. Si tratta di rendere tali potenzialità economicamente convenienti e di preparare la forza-lavoro, sempre più composta di tecnici, ad affrontare le novità innovative e ad affrontarle avendo quale obiettivo il corretto rapporto tra innovazione e salute della forza-lavoro. Gli autori hanno scritto una “Introduzione alla Metodologia e alla Pratica del Building Information Modeling”, meglio conosciuta tale metodologia con il suo acronimo di BIM. È una metodologia oramai in uso da più di un decennio che rappresenta il paradigma della globalizzazione nella scienza e nella tecnica delle costruzioni. Le esperienze oramai consolidate sono di grande suggestione per l’intreccio di competenze che convergono sin dalla fase di progettazione che diviene policentrica e multinazionale. Un esempio per tutti. Gran parte dei nuovi edifici commerciali realizzati in questi anni nella Cina Popolare sono il frutto di tale cultura policentrica: l’architettonico disegnato in Europa; la parte dei calcoli strutturali elaborata nella stessa Repubblica Popolare; l’impiantistica progettata in qualche Paese nordamericano; gli infissi, gli arredi e, in generale gli arredi, progettata in qualche Paese nordeuropeo e così via. È un continuo scambio telematico che rende possibile l’unitarietà del progetto e la vincolistica, come linee-guida, riguardante le imprese coordinate da un General Manager. Il contributo, come dichiarano gli stessi AA, s’indirizza su due direzioni: “la prima riguarda le tecniche di gestione del processo (Project Management) con particolare attenzione alle tecniche innovative di misurazione e gestione del tempo, sia nelle fasi di progettazione che nelle fasi di realizzazione di un cantiere edile; la seconda direzione invece ha riguardato lo sviluppo del prototipo predittivo basato sulla simulazione ad agenti”. Non è mia intenzione di entrare nel merito di quanto scrivono gli AA. Ad essi va riconosciuta una capacità comunicativa ottima e un apprezzamento nel far comprendere il processo metodologico e le potenzialità formative e operative. Invece vorrei soffermare l’attenzione sul ruolo giocato da Internet e più in generale dai processi di digitalizzazione della produzione, avendo a monte un analogo processo di digitalizzazione della fase progettuale. Tale impostazione esprime tutta la sua potenzialità nel rendere percorribile una strada d’integrazione professionale e d’impresa a livello mondiale. Nel contempo apre un fronte di problematiche ad alto valore tecnico (superabili nel tempo), ma soprattutto sulle attese future in termini di miglioramento della Qualità della Vita. Questo aspetto trascina inevitabilmente importanti ricadute etiche. Lo scenario è quello a noi tutti noto. Un contesto dominato da una forza primordiale il cui obiettivo teleologico è il profitto, senza sé e senza ma. Una forza proprio in virtù di una espansione della tecnologia Internet non ha né remore morali, né limiti. Tutti i processi da quelli produttivi a quelli di accumulazione dei capitali hanno subito nel secolo scorso un’accelerazione sì che oggi non parliamo più di capitalismo, bensì di turbocapitalismo. Il profitto che nasceva e si sviluppava nella manifattura e sul prodotto, oggi ha subito una mutazione genetica. Dall’economia si è passati alla finanza, ove ininfluente è il valore della produzione e del processo scientifico e tecnologico che vi è a monte. No, oggi le potenzialità della Rivoluzione Internet rende possibile produzioni senza limiti a costi sempre più bassi e con profitti sempre più alti. Si è creato un meccanismo rigenerativo del profitto che difficilmente può essere soggetto a qualsiasi controllo di chicchessia autorità superiore sia a livello nazionale che a quello transnazionale. La metodologia BIM rientra in tale contesto di avanzamento del benessere globale e contemporaneamente (e qui la contraddizione) di mancata redistribuzione della ricchezza generata. Ma se ci infiliamo in questo tunnel di riflessioni è difficile uscirne se non con una posizione radicalizzata o di rassegnazione, di sconfitta. Non è così. La mancata redistribuzione della ricchezza è dovuta ad una debolezza che registriamo dagli anni ‘80 del secolo scorso della forza-lavoro nel confronto con l’impresa. Scorciatoie non ce ne sono: o la forza-lavoro torna a combattere la sua battaglia per la parità tra lavoro ed impresa o è inevitabile un suo ruolo sempre più subalterno, sì da rasentare lo schiavismo. Solo attraverso la conquista della parità tra i due fattori della produzione si riconosce dignità al lavoro. Questa è la condizione necessaria per uno sviluppo della conoscenza e per restituire dignità all’uomo-lavoratore e, nel contempo, per legittimare il ruolo dell’impresa nel processo della produzione. È la strada attraverso la quale si restituisce verità alla narrazione apologetica di una mondializzazione della giustizia sociale di cui si fa garante il mercato globale. Un mercato senza vincoli che si autoregolamenta. È quanto sostiene con arrogante assertività la finanza globale. Un’illusione distopica! Fintanto che non si trova un ambiente sostitutivo del mercato occorre che esso sia governato. Questo è il ruolo delle istituzioni della democrazia liberale. Quelle che oggi ci governano.
2020
978-88-6310-967-2
BIM; modellazione digitale; digital twin; project management; H&S mgm
03 Monografia::03c Manuale Didattico
Building Information Modeling. Dalla metodologia alla pratica / Sara, Ambrosio; Damiano, Di Ciaccio; Rossini, FRANCESCO LIVIO. - (2020), pp. 1-112.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1550830
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