Una delle scommesse del Progetto Inspire è stato il coinvolgimento attivo di spazi abbandonati o residuali nella sperimentazione mirata a promuovere nuove forme di autonomia per diversi soggetti fragili. La ricerca condotta a questo fine ha evidenziato un vasto patrimonio di aree e edifici abbandonati, in gran parte di proprietà pubblica, rispetto alle quali sembra del tutto assente una politica di indirizzo mirata a promuoverne il riuso, e soprattutto il riuso in direzione di nuove forme di sostegno ai soggetti fragili. Eppure si tratta di una domanda in continua espansione. Così come in continua espansione sembra il fenomeno dell’abbandono di edifici e spazi all’interno della città contemporanea. Questo è forse uno dei segnali più evidenti della crisi dei “modelli di controllo” della città moderna, quel manifestarsi di movimenti improvvisi e apparentemente contraddittori di crescita e contrazione che è alla base di vaste edificazioni dismesse, dell’abbandono di superfici e insediamenti marginalizzati per effetto dell’allontanamento di funzioni vitali e dei fenomeni di periferizzazione crescente connessa alla mancanza di servizi pubblici. Le disuguaglianze caratterizzano con sempre maggiore intensità questo tipo di città. Si tratta di abbandoni anche in questo caso; abbandoni della scuola dell’obbligo, dismissione dei centri di vita collettiva e dei significati connessi alla dimensione collettiva stessa, difficoltà di accesso all’universo delle informazioni , a cui sono legate le possibilità di crescita personale, ignoranza rispetto alle conseguenze sulla salute di stili di vita “periferici”, basso livello di consapevolezza della propria individualità rispetto a differenti contesti sociali. La crisi del welfare ha corroso il grande ombrello di protezione che per anni ha minimizzato le differenze sociali, proteggendo le fasce più deboli dalla percezione di una distanza incolmabile
Inspire e la riattivazione di spazi socialmente utili / Caravaggi, Lucina. - (2021), pp. 30-47. - DIAP PRINT.
Inspire e la riattivazione di spazi socialmente utili
Lucina Caravaggi
2021
Abstract
Una delle scommesse del Progetto Inspire è stato il coinvolgimento attivo di spazi abbandonati o residuali nella sperimentazione mirata a promuovere nuove forme di autonomia per diversi soggetti fragili. La ricerca condotta a questo fine ha evidenziato un vasto patrimonio di aree e edifici abbandonati, in gran parte di proprietà pubblica, rispetto alle quali sembra del tutto assente una politica di indirizzo mirata a promuoverne il riuso, e soprattutto il riuso in direzione di nuove forme di sostegno ai soggetti fragili. Eppure si tratta di una domanda in continua espansione. Così come in continua espansione sembra il fenomeno dell’abbandono di edifici e spazi all’interno della città contemporanea. Questo è forse uno dei segnali più evidenti della crisi dei “modelli di controllo” della città moderna, quel manifestarsi di movimenti improvvisi e apparentemente contraddittori di crescita e contrazione che è alla base di vaste edificazioni dismesse, dell’abbandono di superfici e insediamenti marginalizzati per effetto dell’allontanamento di funzioni vitali e dei fenomeni di periferizzazione crescente connessa alla mancanza di servizi pubblici. Le disuguaglianze caratterizzano con sempre maggiore intensità questo tipo di città. Si tratta di abbandoni anche in questo caso; abbandoni della scuola dell’obbligo, dismissione dei centri di vita collettiva e dei significati connessi alla dimensione collettiva stessa, difficoltà di accesso all’universo delle informazioni , a cui sono legate le possibilità di crescita personale, ignoranza rispetto alle conseguenze sulla salute di stili di vita “periferici”, basso livello di consapevolezza della propria individualità rispetto a differenti contesti sociali. La crisi del welfare ha corroso il grande ombrello di protezione che per anni ha minimizzato le differenze sociali, proteggendo le fasce più deboli dalla percezione di una distanza incolmabileFile | Dimensione | Formato | |
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