o le vicende della Federazione Cgil, Cisl, Uil: il fallimento del tentativo di realizzare un’unica organizzazione, unificando in una confederazione i tre sindacati esistenti, e l’efficace affermazione di una strutturata azione interconfederale tra loro. Da una parte, infatti, sull’esperienza di tale Federazione incombe continuamente l’impossibilità registrata nel febbraio 1972 a realizzare una “organica” unificazione fra le maggiori confederazioni quale era stata delineata tra l’ottobre 1970 e il novembre 1971, come approdo di una “unità sindacale” affacciata durante gli anni Sessanta ed entrata nell’agenda delle discussioni sindacali e politiche con diverse prospettive e intenzionalità tra il 1966 e il 1969. Dall’altra, appare in modo sempre più nitido come il Patto federativo, messo a punto dalle tre segreterie confederali il 3 luglio 1972 e ratificato dalla riunione unitaria dei Consigli generali di Cgil, Cisl e Uil tenutasi a Roma il 24 luglio seguente, delineasse una complessa «federazione tra le confederazioni» sindacali, rappresentando un movimento sindacale italiano segnato al suo interno da pluralità di culture e forme organizzative. Al vertice della Federazione unitaria erano posti i tre segretari generali confederali (Luciano Lama per la Cgil, Bruno Storti per la Cisl e Raffaele Vanni per la Uil), una Segreteria e un Direttivo composti in modo paritetico da esponenti dei tre sindacati, così come le successive strutture direttive settoriali di cui l’organizzazione federale si doterà per operare. Per la proiezione politico-organizzativo dei sindacati in una peculiare dimensione interconfederale, tale «federazione delle confederazioni» con «prerogative delegate e organi propri» si trovò a gestire un confronto dialettico, talora duro, con alcuni sindacati di categoria delle singole confederazioni, da un lato, e con quelle federazioni sindacali che si diedero strutture “unitarie” nei settori metalmeccanico (Flm), chimico (Fulc), edile (Flc), tessile (Fulta) o alimentare (Filia). Nel saggio emerge, così, l’importanza di una stagione e di una esperienza la cui ricostruzione può essere di stimolo alla riflessione per ciò che sta avvenendo, in un contesto completamente diverso, per la ricerca e la costruzione di un nuovo modello di sviluppo globale
La Federazione Cgil, Cisl, Uil, tra economia, rappresentanza sociale e quadro politico / Ciampani, Andrea; Montali, Edmondo; Strangio, Donatella. - (2021), pp. 19-50.
La Federazione Cgil, Cisl, Uil, tra economia, rappresentanza sociale e quadro politico
Strangio Donatella
2021
Abstract
o le vicende della Federazione Cgil, Cisl, Uil: il fallimento del tentativo di realizzare un’unica organizzazione, unificando in una confederazione i tre sindacati esistenti, e l’efficace affermazione di una strutturata azione interconfederale tra loro. Da una parte, infatti, sull’esperienza di tale Federazione incombe continuamente l’impossibilità registrata nel febbraio 1972 a realizzare una “organica” unificazione fra le maggiori confederazioni quale era stata delineata tra l’ottobre 1970 e il novembre 1971, come approdo di una “unità sindacale” affacciata durante gli anni Sessanta ed entrata nell’agenda delle discussioni sindacali e politiche con diverse prospettive e intenzionalità tra il 1966 e il 1969. Dall’altra, appare in modo sempre più nitido come il Patto federativo, messo a punto dalle tre segreterie confederali il 3 luglio 1972 e ratificato dalla riunione unitaria dei Consigli generali di Cgil, Cisl e Uil tenutasi a Roma il 24 luglio seguente, delineasse una complessa «federazione tra le confederazioni» sindacali, rappresentando un movimento sindacale italiano segnato al suo interno da pluralità di culture e forme organizzative. Al vertice della Federazione unitaria erano posti i tre segretari generali confederali (Luciano Lama per la Cgil, Bruno Storti per la Cisl e Raffaele Vanni per la Uil), una Segreteria e un Direttivo composti in modo paritetico da esponenti dei tre sindacati, così come le successive strutture direttive settoriali di cui l’organizzazione federale si doterà per operare. Per la proiezione politico-organizzativo dei sindacati in una peculiare dimensione interconfederale, tale «federazione delle confederazioni» con «prerogative delegate e organi propri» si trovò a gestire un confronto dialettico, talora duro, con alcuni sindacati di categoria delle singole confederazioni, da un lato, e con quelle federazioni sindacali che si diedero strutture “unitarie” nei settori metalmeccanico (Flm), chimico (Fulc), edile (Flc), tessile (Fulta) o alimentare (Filia). Nel saggio emerge, così, l’importanza di una stagione e di una esperienza la cui ricostruzione può essere di stimolo alla riflessione per ciò che sta avvenendo, in un contesto completamente diverso, per la ricerca e la costruzione di un nuovo modello di sviluppo globaleFile | Dimensione | Formato | |
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