Gli studi semiotici hanno di recente affrontato in modo sistematico temi e ambiti di ricerca che indagano la spazialità nelle sue più varie manifestazioni: si contano ormai molti studi sulla città e la metropoli, sul paesaggio, sulle località turistiche, e su luoghi anche più specifici come musei, piazze, parchi, spazi commerciali e di lavoro. D’altra parte i nuovi spazi ibridi o virtuali resi possibili dalle nuove tecnologie della comunicazione invitano a reinterrogarsi sul concetto stesso di “spazio”. In questa conferenza intendo interrogarmi sulle traiettorie seguite da questi studi, focalizzandomi sulle continuità e sulle discontinuità che manifestano rispetto a ipotesi già presenti e praticate nel progetto semiotico generale. In che modo l’attuale moltiplicarsi di analisi di testi spaziali porta a regime ipotesi di lavoro formulate da tempo e con evidenza nel lavoro seminale di fondatori della disciplina come Roland Barthes, Umberto Eco, Algirdas Julien Greimas, Jurij M. Lotman? In base al loro progetto non c’è dimensione culturale che non sia utilmente analizzabile sub specie semiotica, compresi dunque i modi di concepire lo spazio e di articolarlo. Ma le strategie di analisi, nel corso del tempo, sono cambiate: se ancora alla fine degli anni sessanta si ragionava in termini di codici e di semiotiche specifiche, in seguito si è attestato un approccio più decisamente orientato all’analisi di “testi e discorsi”, il che ha aperto nuove questioni. Ci si interroga, ad esempio, sul nesso fra analisi del testo spaziale e teoria della narratività. Nella semiotica di tradizione strutturale, in effetti, la teoria della narratività si è andata costruendo come un’ipotesi generale di descrizione delle articolazioni del senso, almeno nel suo “tronco strutturale” comune e in una certa misura autonomo rispetto alla specificità della/e sostanza/e espressiva/e di manifestazione, che invece impone la sua pertinenza quando si passa dallo studio degli spazi rappresentati allo studio degli spazi realizzati. Esaminando alcune ricerche di riferimento ci si chiede dunque se vi siano delle sensibili differenze di approccio quando lo si adotta per studiare l’articolazione spaziale interna ad una rappresentazione, come in un racconto, un romanzo, un testo visivo o un film, e quando invece si affronta quella inerente ad un luogo del mondo quotidiano. Si tende in effetti a pensare che determinate problematiche si siano poste e siano state studiate all’interno dei testi narrativi e che in seguito siano state esportate dallo spazio del racconto a quello della “realtà”: ci si chiede allora se la traslazione sia pertinente, se le caratteristiche strutturali e gli strumenti di analisi riconosciuti in un caso valgano anche per l’altro.

Del espacio a la ciudad. Trayectorias semióticas - IAS2019 / Pezzini, Isabella. - (2020), pp. 377-385.

Del espacio a la ciudad. Trayectorias semióticas - IAS2019

ISABELLA PEZZINI
2020

Abstract

Gli studi semiotici hanno di recente affrontato in modo sistematico temi e ambiti di ricerca che indagano la spazialità nelle sue più varie manifestazioni: si contano ormai molti studi sulla città e la metropoli, sul paesaggio, sulle località turistiche, e su luoghi anche più specifici come musei, piazze, parchi, spazi commerciali e di lavoro. D’altra parte i nuovi spazi ibridi o virtuali resi possibili dalle nuove tecnologie della comunicazione invitano a reinterrogarsi sul concetto stesso di “spazio”. In questa conferenza intendo interrogarmi sulle traiettorie seguite da questi studi, focalizzandomi sulle continuità e sulle discontinuità che manifestano rispetto a ipotesi già presenti e praticate nel progetto semiotico generale. In che modo l’attuale moltiplicarsi di analisi di testi spaziali porta a regime ipotesi di lavoro formulate da tempo e con evidenza nel lavoro seminale di fondatori della disciplina come Roland Barthes, Umberto Eco, Algirdas Julien Greimas, Jurij M. Lotman? In base al loro progetto non c’è dimensione culturale che non sia utilmente analizzabile sub specie semiotica, compresi dunque i modi di concepire lo spazio e di articolarlo. Ma le strategie di analisi, nel corso del tempo, sono cambiate: se ancora alla fine degli anni sessanta si ragionava in termini di codici e di semiotiche specifiche, in seguito si è attestato un approccio più decisamente orientato all’analisi di “testi e discorsi”, il che ha aperto nuove questioni. Ci si interroga, ad esempio, sul nesso fra analisi del testo spaziale e teoria della narratività. Nella semiotica di tradizione strutturale, in effetti, la teoria della narratività si è andata costruendo come un’ipotesi generale di descrizione delle articolazioni del senso, almeno nel suo “tronco strutturale” comune e in una certa misura autonomo rispetto alla specificità della/e sostanza/e espressiva/e di manifestazione, che invece impone la sua pertinenza quando si passa dallo studio degli spazi rappresentati allo studio degli spazi realizzati. Esaminando alcune ricerche di riferimento ci si chiede dunque se vi siano delle sensibili differenze di approccio quando lo si adotta per studiare l’articolazione spaziale interna ad una rappresentazione, come in un racconto, un romanzo, un testo visivo o un film, e quando invece si affronta quella inerente ad un luogo del mondo quotidiano. Si tende in effetti a pensare che determinate problematiche si siano poste e siano state studiate all’interno dei testi narrativi e che in seguito siano state esportate dallo spazio del racconto a quello della “realtà”: ci si chiede allora se la traslazione sia pertinente, se le caratteristiche strutturali e gli strumenti di analisi riconosciuti in un caso valgano anche per l’altro.
2020
ACTAS 14° COGRESO MUNDIAL DE SEMIÓTICA: TRAYECTORIAS - TOMO 8 Conferencias plenarias
978-987-47805-7-7
semiotica dello spazio; spazio rappresentato; semiotica della città
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Del espacio a la ciudad. Trayectorias semióticas - IAS2019 / Pezzini, Isabella. - (2020), pp. 377-385.
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