Il presente volume ha come obiettivo primario l’analisi del rapporto tra il processo di colonizzazione e le molteplici scritture e riscritture che su di esso furono realizzate nel corso del XVI° e del XVII° secolo. Grazie a un’incalzante alternanza tra significati letterali e significati metaforici, l’autrice realizza un’insolita scomposizione di un campione eterogeneo di testi risalenti al periodo della Conquista. Una valenza particolare viene attribuita in tali scritti alla corporeità, la quale ricorre spesso sotto varie forme: la mano che scrive, la lingua che interpreta, il corpo denudato, i piedi a cui ci si inginocchia, la testa che pensa. Il libro, pertanto, si concentra sulla stretta relazione tra corpo e scrittura, quest’ultima intesa come il risultato dell’azione volontaria di scrivere, o di cancellare, cioè di riportare o meno per iscritto quanto si è visto/vissuto o quanto è stato riferito oralmente da qualcun’altro. Il sistema completo dei segni, in tal caso grafici, che ha origine da tale atto e dal quale il corpo del testo prende forma, rimanda così a un altro insieme di segni, quelli corporali, e a un altro tipo di corpo, quello umano, aventi pari valore semantico. È in tale ottica, dunque, che la scrittura di Bernal Díaz, ad esempio, viene definita una “scrittura in rilievo”, in quanto è posta in essere dall’intero corpo del soldato che ha preso parte alla spedizione. Allo stesso modo, l’autrice considera una scrittura non meno in rilievo quella di Cabeza de Vaca, poiché il suo corpo nudo, rimasto privo di indumenti dopo il naufragio, rappresenta il foglio bianco sui cui sono stati riportati i segni dell’esperienza di sopravvivenza vissuta in quelle terre sconosciute. Infatti, su di esso, come su di un manoscritto, si scrivono e si cancellano iscrizioni che la scrittrice definisce, non a caso, “corporali”. Il ricorrente parallelismo tra corpo e testo consente di analizzare entrambi come due diverse forme di tener viva la memoria. I saggi, infine, intendono proporsi come l’occasione per riflettere anche sul tema fondamentale del confronto tra identità e alterità e, a partire da esso, su come un’attenta analisi esegetica dei testi finisca per annullare qualsiasi precedente e consolidato rapporto di subordinazione tra i numerosi personaggi della Conquista.

Introduzione / Villani, ADELE PIA. - (2020), pp. 9-16.

Introduzione

Adele Pia Villani
2020

Abstract

Il presente volume ha come obiettivo primario l’analisi del rapporto tra il processo di colonizzazione e le molteplici scritture e riscritture che su di esso furono realizzate nel corso del XVI° e del XVII° secolo. Grazie a un’incalzante alternanza tra significati letterali e significati metaforici, l’autrice realizza un’insolita scomposizione di un campione eterogeneo di testi risalenti al periodo della Conquista. Una valenza particolare viene attribuita in tali scritti alla corporeità, la quale ricorre spesso sotto varie forme: la mano che scrive, la lingua che interpreta, il corpo denudato, i piedi a cui ci si inginocchia, la testa che pensa. Il libro, pertanto, si concentra sulla stretta relazione tra corpo e scrittura, quest’ultima intesa come il risultato dell’azione volontaria di scrivere, o di cancellare, cioè di riportare o meno per iscritto quanto si è visto/vissuto o quanto è stato riferito oralmente da qualcun’altro. Il sistema completo dei segni, in tal caso grafici, che ha origine da tale atto e dal quale il corpo del testo prende forma, rimanda così a un altro insieme di segni, quelli corporali, e a un altro tipo di corpo, quello umano, aventi pari valore semantico. È in tale ottica, dunque, che la scrittura di Bernal Díaz, ad esempio, viene definita una “scrittura in rilievo”, in quanto è posta in essere dall’intero corpo del soldato che ha preso parte alla spedizione. Allo stesso modo, l’autrice considera una scrittura non meno in rilievo quella di Cabeza de Vaca, poiché il suo corpo nudo, rimasto privo di indumenti dopo il naufragio, rappresenta il foglio bianco sui cui sono stati riportati i segni dell’esperienza di sopravvivenza vissuta in quelle terre sconosciute. Infatti, su di esso, come su di un manoscritto, si scrivono e si cancellano iscrizioni che la scrittrice definisce, non a caso, “corporali”. Il ricorrente parallelismo tra corpo e testo consente di analizzare entrambi come due diverse forme di tener viva la memoria. I saggi, infine, intendono proporsi come l’occasione per riflettere anche sul tema fondamentale del confronto tra identità e alterità e, a partire da esso, su come un’attenta analisi esegetica dei testi finisca per annullare qualsiasi precedente e consolidato rapporto di subordinazione tra i numerosi personaggi della Conquista.
2020
La conquista della scrittura. Letteratura e società nel Messico coloniale
9788822903495
Messico coloniale; colonizzazione; scrittura; Bernal Diaz; Margot Glantz
02 Pubblicazione su volume::02g Introduzione in volume
Introduzione / Villani, ADELE PIA. - (2020), pp. 9-16.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1542045
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