Il sisma che nel 2016 ha colpito il Centro Italia ha i caratteri di una azione distruttiva di territori poco abitati e già in crisi prima dell’evento calamitoso, nei quali la stessa ipotesi ricostruttiva appare incerta se non accompagnata da una ampia strategia di ricerca di nuovi cicli di vita e di nuovi rapporti produttivi fra ambiente e persone. La ricostruzione non può essere intesa se non nella sua più ampia accezione di sistema di azioni estese, oltre che al territorio fisico, a quello umano delle relazioni sociali e delle reti che il sisma ha inevitabilmente compromesso. Non basta ricostruire, se alla ricostruzione degli edifici e degli spazi urbani non si associa quella delle relazioni che rendono un territorio vivo, attivo e popolato. “Ipotesi per Accumoli” sintetizza un lavoro di ricerca che ha assunto questo comune come laboratorio sperimentale di esplorazione di una strategia di rinascita a partire dalle proprie risorse attive, potenziali o dimenticate, ricomponendole in azioni di recycle, verso nuovi cicli di vita. A partire da una complessa attività conoscitiva, la ricerca indaga alcuni possibili indirizzi sui quali ipotizzare attività multisettoriali indicandone la metodologia, i passaggi principali e alcuni esiti progettuali. La filosofia che guida il lavoro adotta il principio di individuare azioni locali e bottom up, legate alla terra e a "ciò che quei luoghi possono dare", recuperando l’identità locale e reinserendola in un processo evolutivo, nel quale la riprogettazione degli aggregati e dei tessuti perduti è intesa come l’ultimo passaggio di un processo di verifica delle condizioni ricostruttive. Il testo si snoda da un analisi del contesto catastrofico e espone ragioni della ricerca, dubbi e passaggi di metodo. Una fase istruttoria mette in evidenza i caratteri del territorio, l’assetto della popolazione, i processi storici che ne hanno consentito nel tempo le economie e le evoluzioni, fino a una analisi delle risorse attuali e potenziali. Il progetto della strategia di recycle è preceduto da una fase di analisi delle buone pratiche nelle Aree interne italiane e si arricchisce di quanto emerso dal confronto con i cittadini e con le associazioni locali. La strategia si concretizza in alcune ipotesi di innesto e promozione di nuove economie, intese come sistemi sinergici, sovrapposti e intersecati. Dalla strategia territoriale emergono le diverse ricadute locali, le quali vedono come ambiti per un progetto pilota quattro frazioni accumolesi - Villanova, San Giovanni, Terracino e Grisciano - le quali, a partire dalle proprie vocazioni, svolgono specifici ruoli in un quadro sinergico. La ricerca ha prodotto quindi una indagine multiscalare che ha esaminato i tessuti di questi agglomerati studiandone i caratteri e proponendo masterplan e progetti con particolare attenzione alla prevenzione del rischio sismico urbano.
Ipotesi per Accumoli. Verso nuovi cicli di vita di un territorio terremotato / Bruschi, A.. - (2021), pp. 1-179.
Ipotesi per Accumoli. Verso nuovi cicli di vita di un territorio terremotato
A. Bruschi
2021
Abstract
Il sisma che nel 2016 ha colpito il Centro Italia ha i caratteri di una azione distruttiva di territori poco abitati e già in crisi prima dell’evento calamitoso, nei quali la stessa ipotesi ricostruttiva appare incerta se non accompagnata da una ampia strategia di ricerca di nuovi cicli di vita e di nuovi rapporti produttivi fra ambiente e persone. La ricostruzione non può essere intesa se non nella sua più ampia accezione di sistema di azioni estese, oltre che al territorio fisico, a quello umano delle relazioni sociali e delle reti che il sisma ha inevitabilmente compromesso. Non basta ricostruire, se alla ricostruzione degli edifici e degli spazi urbani non si associa quella delle relazioni che rendono un territorio vivo, attivo e popolato. “Ipotesi per Accumoli” sintetizza un lavoro di ricerca che ha assunto questo comune come laboratorio sperimentale di esplorazione di una strategia di rinascita a partire dalle proprie risorse attive, potenziali o dimenticate, ricomponendole in azioni di recycle, verso nuovi cicli di vita. A partire da una complessa attività conoscitiva, la ricerca indaga alcuni possibili indirizzi sui quali ipotizzare attività multisettoriali indicandone la metodologia, i passaggi principali e alcuni esiti progettuali. La filosofia che guida il lavoro adotta il principio di individuare azioni locali e bottom up, legate alla terra e a "ciò che quei luoghi possono dare", recuperando l’identità locale e reinserendola in un processo evolutivo, nel quale la riprogettazione degli aggregati e dei tessuti perduti è intesa come l’ultimo passaggio di un processo di verifica delle condizioni ricostruttive. Il testo si snoda da un analisi del contesto catastrofico e espone ragioni della ricerca, dubbi e passaggi di metodo. Una fase istruttoria mette in evidenza i caratteri del territorio, l’assetto della popolazione, i processi storici che ne hanno consentito nel tempo le economie e le evoluzioni, fino a una analisi delle risorse attuali e potenziali. Il progetto della strategia di recycle è preceduto da una fase di analisi delle buone pratiche nelle Aree interne italiane e si arricchisce di quanto emerso dal confronto con i cittadini e con le associazioni locali. La strategia si concretizza in alcune ipotesi di innesto e promozione di nuove economie, intese come sistemi sinergici, sovrapposti e intersecati. Dalla strategia territoriale emergono le diverse ricadute locali, le quali vedono come ambiti per un progetto pilota quattro frazioni accumolesi - Villanova, San Giovanni, Terracino e Grisciano - le quali, a partire dalle proprie vocazioni, svolgono specifici ruoli in un quadro sinergico. La ricerca ha prodotto quindi una indagine multiscalare che ha esaminato i tessuti di questi agglomerati studiandone i caratteri e proponendo masterplan e progetti con particolare attenzione alla prevenzione del rischio sismico urbano.File | Dimensione | Formato | |
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