Il testo è una ricostruzione della vicenda complessa della scuola antropologica romana di fine Ottocento, nella quale si formò Maria Montessori, durante gli anni degli studi medici e delle prime attività di ricerca sotto la guida, tra gli altri suoi maestri, di Giuseppe Sergi. Sono, quindi, analizzate le vicende e le idee pedagogiche dei principali antropologi del tempo: Giuseppe Sergi, Clodomiro Bonfigli, nonché altri studiosi di minor fama e gli scritti giovanili di Maria Montessori stessa. Fu una vicenda di notevole rilievo scientifico, che trascese i confini della cultura nazionale, peraltro alquanto ristretti, come dimostra la stessa traduzione all'estero degli scritti degli studiosi analizzati, prima fra tutti Maria Montessori. Il testo si articola in quattro capitoli dedicati rispettivamente a Sergi, Bonfigli, Sante De Sanctis e Maria Montessori. Del primo si analizza la proposta di un'educazione del "carattere", secondo le convenzioni dell'antropologia dell'epoca, ma intesa da Sergi stesso come dimensione globale della formazione, rispetto alla quale l'importante scienziato italiano dedicò un paio di raccolte organiche di studi e di riflessioni a cavallo tra medicina e filosofia, arrivando a sostenere l'esigenza di un'educazione efficace in vista della soluzione dei principali problemi sociali contemporanei, una visione che influenzò, specialmente con il suo progressismo ideologico, la giovane Montessori. Questo progressismo è evidente ancor più nell'opera di Clodomiro Bonfigli, figura analizzata nel secondo capitolo: medico, ma soprattutto uomo politico di spicco nella realtà romana di fine Ottocento, Bonfigli dedicò molta energia allo studio dei "fattori sociali della follia", arrivando a mettere in discussione le tendenze "innatistiche" presenti nell'antropologia stessa, rappresentando piuttosto l'ampio fronte di studiosi convinti, invece, dell'influsso della società e delle relazioni interpersonali nello sviluppo e nella "degenerazione" psichici. Anni dopo, sarà Sante De Sanctis a dare sviluppo applicativo a queste vedute illuminate, attraverso il potenziamento degli studi peuropsichiatrici e un impegno costante per la formazione non solo dei medici, ma anche degli educatori. I frutti "pedagogici" di questo variegato mondo di medici e scienziati si concentrarono nell'opera di Maria Montessori, formatasi all'interno dell'antropologia romana e per molti anni debitrice idealmente verso tutti questi studiosi, che fuorono i suoi primi maestri, dell'orientamento pedagogico delle sue prime ricerche, come lei stessa ebbe con franchezza a ricordare nella sua ponderosa trattazione di "antropologia pedagogica", di pochi anni successiva alla fondazione delle prima "case dei bambini" romane.

Antropologia e pedagogia a Roma da Giuseppe Sergi a Maria Montessori / Pesci, Furio. - STAMPA. - (2002).

Antropologia e pedagogia a Roma da Giuseppe Sergi a Maria Montessori

PESCI, Furio
2002

Abstract

Il testo è una ricostruzione della vicenda complessa della scuola antropologica romana di fine Ottocento, nella quale si formò Maria Montessori, durante gli anni degli studi medici e delle prime attività di ricerca sotto la guida, tra gli altri suoi maestri, di Giuseppe Sergi. Sono, quindi, analizzate le vicende e le idee pedagogiche dei principali antropologi del tempo: Giuseppe Sergi, Clodomiro Bonfigli, nonché altri studiosi di minor fama e gli scritti giovanili di Maria Montessori stessa. Fu una vicenda di notevole rilievo scientifico, che trascese i confini della cultura nazionale, peraltro alquanto ristretti, come dimostra la stessa traduzione all'estero degli scritti degli studiosi analizzati, prima fra tutti Maria Montessori. Il testo si articola in quattro capitoli dedicati rispettivamente a Sergi, Bonfigli, Sante De Sanctis e Maria Montessori. Del primo si analizza la proposta di un'educazione del "carattere", secondo le convenzioni dell'antropologia dell'epoca, ma intesa da Sergi stesso come dimensione globale della formazione, rispetto alla quale l'importante scienziato italiano dedicò un paio di raccolte organiche di studi e di riflessioni a cavallo tra medicina e filosofia, arrivando a sostenere l'esigenza di un'educazione efficace in vista della soluzione dei principali problemi sociali contemporanei, una visione che influenzò, specialmente con il suo progressismo ideologico, la giovane Montessori. Questo progressismo è evidente ancor più nell'opera di Clodomiro Bonfigli, figura analizzata nel secondo capitolo: medico, ma soprattutto uomo politico di spicco nella realtà romana di fine Ottocento, Bonfigli dedicò molta energia allo studio dei "fattori sociali della follia", arrivando a mettere in discussione le tendenze "innatistiche" presenti nell'antropologia stessa, rappresentando piuttosto l'ampio fronte di studiosi convinti, invece, dell'influsso della società e delle relazioni interpersonali nello sviluppo e nella "degenerazione" psichici. Anni dopo, sarà Sante De Sanctis a dare sviluppo applicativo a queste vedute illuminate, attraverso il potenziamento degli studi peuropsichiatrici e un impegno costante per la formazione non solo dei medici, ma anche degli educatori. I frutti "pedagogici" di questo variegato mondo di medici e scienziati si concentrarono nell'opera di Maria Montessori, formatasi all'interno dell'antropologia romana e per molti anni debitrice idealmente verso tutti questi studiosi, che fuorono i suoi primi maestri, dell'orientamento pedagogico delle sue prime ricerche, come lei stessa ebbe con franchezza a ricordare nella sua ponderosa trattazione di "antropologia pedagogica", di pochi anni successiva alla fondazione delle prima "case dei bambini" romane.
2002
9788879994309
Antropologia; Montessori; Pedagogia
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Antropologia e pedagogia a Roma da Giuseppe Sergi a Maria Montessori / Pesci, Furio. - STAMPA. - (2002).
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