L'urbanistica dell'Italia contemporanea. Dall'unità ai giorni nostri

Il volume tratta dei meccanismi che hanno determinato il processo di deterioramento di un patrimonio, unico al mondo, come quello dei nostri centri urbani ereditati dal Medioevo. Vengono descritti le vicende urbanistiche ottocentesche, quelle del fascismo, i generosi, ma non sempre coerenti, tentativi di riforma radicale nel secondo dopoguerra, le strategie di riforma progressiva degli anni Sessanta e Settanta, le tentazioni di deregolamentazione degli anni Ottanta e Novanta e, infine, gli ultimi tentativi di pianificazione “sostenibile”. Si mostra come la vicenda urbanistica italiana sia costellata di pochi successi, di molti fallimenti e alcune grandi occasioni mancate. In particolare vengono messe in relazione le trasformazioni urbane con la qualità della politica dei governi locali e nazionale che quelle trasformazioni avrebbero dovuto gestire. Per l'interpretazione delle vicende urbanistiche dal secondo dopoguerra il lavoro introduce il concetto di “rendita interpretativa". Si tratta dell'utilizzazione distorta del potere di interpretazione strumentale da parte della politica locale che si ricava uno spazio discrezionale della decisione non tanto per il miglioramento della gestione dei