With the aim of providing new solutions to the critical problem of pre-Bembian "petrarchism" (a formula rejected as misleading, in the face of the multiform and experimental character with which the Petrarchian lesson was established in the 15th century), the volume identifies in the Ferrara area an ideal context to verify paths and ways through which, during the so-called "century without poetry" (1375-1475), the local, important and bilingual poetic culture gradually approached the model of the "Canzoniere": with imitative intentions increasingly aware, but without ever renouncing the support of other sources of inspiration, classical, Romance and also Neo-latin. For this purpose, the volume is divided into the following passages: a reconstruction of the circulation of the Petrarchian texts in Ferrara, accomplished through a census of local manuscripts, specifically created; the detection of the slow initial development of the lyrical tradition of the Este area, until at least the early 40s; the identification of one of the causes of such immobility in the hostility exhibited by the first architects of Ferrara cultural development (Guarino da Verona and Leonello d'Este) against the vulgar Petrarca as the Latin one, a dangerous alternative model with respect to the authorized ones (the ancient classics); the decisive innovative impulse that occurred at the Council of Ferrara (1438), a circumstance that attracted the greatest exponents of contemporary vernacular lyricism to the city, including L.B. Alberti and Giusto de' Conti (recognized guide, the latter, of the Petrarchist avant-garde); the effect produced by these masters against Ferrarese young people like Tito Strozzi, author of numerous Latin elegies written since 1443 on the model of the classics, but permeated with sensations and Petrarchian motifs; a review of the different and occasional ways of imitating the "Canzoniere" which took place, both in the Latin poetry of Ferrara and in that vulgar one, in the two decades 1445-1465; and finally the comparative analysis of seven structured lyric collections (including the "Amorum libri" by Boiardo), which allow us to identify the landing of the Este poetry culture, in the decade 1465-1475, to a real "age of songbooks" ".

Con l’obiettivo di fornire nuove soluzioni al problema critico del “petrarchismo” pre-bembiano (formula peraltro rigettata in quanto fuorviante, di fronte al carattere multiforme e sperimentale con cui la lezione petrarchesca si affermò nel ’400), il volume individua nell'area ferrarese un contesto ideale per verificare percorsi e modalità attraverso i quali, nel corso del cosiddetto “secolo senza poesia” (1375-1475), la locale, importante e bilingue cultura poetica si avvicinò gradualmente al modello del "Canzoniere": con intenzioni imitative sempre più consapevoli, ma senza mai rinunciare al supporto di altre fonti ispiratrici, classiche, romanze e anche neolatine. A questo scopo, il volume si articola nei seguenti successivi passaggi: una ricostruzione della circolazione dei testi petrarcheschi a Ferrara, compiuta attraverso un censimento di manoscritti locali appositamente realizzato; il rilevamento del lento sviluppo iniziale della tradizione lirica d’area estense, fino almeno ai primi anni ’40; l’individuazione di una delle cause di tale staticità nell'ostilità esibita dai primi artefici dello sviluppo culturale ferrarese (Guarino da Verona e Leonello d’Este) nei confronti del Petrarca volgare come di quello latino, pericoloso modello alternativo rispetto ai soli autorizzati (i classici antichi); il determinante impulso innovatore verificatosi in occasione del Concilio di Ferrara (1438), circostanza che attirò in città i maggiori esponenti della lirica volgare contemporanea, tra cui L.B. Alberti e Giusto de’ Conti (guida riconosciuta, quest’ultimo, dell’avanguardia petrarchista); l’effetto prodotto da questi maestri nei confronti di giovani ferraresi come Tito Strozzi, dal 1443 autore di numerose elegie latine scritte sul modello dei classici, ma permeate di sensibilità e motivi petrarcheschi; una rassegna delle diverse e saltuarie modalità di imitazione del "Canzoniere" attivatesi, tanto nella poesia latina ferrarese quanto in quella volgare, nei due decenni 1445-1465; e infine l’analisi comparativa di sette strutturate raccolte liriche (tra cui gli "Amorum libri" del Boiardo), che permettono di individuare l’approdo della cultura poetica estense, nel decennio 1465-1475, a una vera e propria “età dei canzonieri”.

"La fonte d'ogni eloquenzia". Il canzoniere petrarchesco nella cultura poetica del Quattrocento ferrarese / Pantani, Italo. - STAMPA. - (2002), pp. 1-468.

"La fonte d'ogni eloquenzia". Il canzoniere petrarchesco nella cultura poetica del Quattrocento ferrarese

PANTANI, Italo
2002

Abstract

With the aim of providing new solutions to the critical problem of pre-Bembian "petrarchism" (a formula rejected as misleading, in the face of the multiform and experimental character with which the Petrarchian lesson was established in the 15th century), the volume identifies in the Ferrara area an ideal context to verify paths and ways through which, during the so-called "century without poetry" (1375-1475), the local, important and bilingual poetic culture gradually approached the model of the "Canzoniere": with imitative intentions increasingly aware, but without ever renouncing the support of other sources of inspiration, classical, Romance and also Neo-latin. For this purpose, the volume is divided into the following passages: a reconstruction of the circulation of the Petrarchian texts in Ferrara, accomplished through a census of local manuscripts, specifically created; the detection of the slow initial development of the lyrical tradition of the Este area, until at least the early 40s; the identification of one of the causes of such immobility in the hostility exhibited by the first architects of Ferrara cultural development (Guarino da Verona and Leonello d'Este) against the vulgar Petrarca as the Latin one, a dangerous alternative model with respect to the authorized ones (the ancient classics); the decisive innovative impulse that occurred at the Council of Ferrara (1438), a circumstance that attracted the greatest exponents of contemporary vernacular lyricism to the city, including L.B. Alberti and Giusto de' Conti (recognized guide, the latter, of the Petrarchist avant-garde); the effect produced by these masters against Ferrarese young people like Tito Strozzi, author of numerous Latin elegies written since 1443 on the model of the classics, but permeated with sensations and Petrarchian motifs; a review of the different and occasional ways of imitating the "Canzoniere" which took place, both in the Latin poetry of Ferrara and in that vulgar one, in the two decades 1445-1465; and finally the comparative analysis of seven structured lyric collections (including the "Amorum libri" by Boiardo), which allow us to identify the landing of the Este poetry culture, in the decade 1465-1475, to a real "age of songbooks" ".
2002
88-8319-753-4
Con l’obiettivo di fornire nuove soluzioni al problema critico del “petrarchismo” pre-bembiano (formula peraltro rigettata in quanto fuorviante, di fronte al carattere multiforme e sperimentale con cui la lezione petrarchesca si affermò nel ’400), il volume individua nell'area ferrarese un contesto ideale per verificare percorsi e modalità attraverso i quali, nel corso del cosiddetto “secolo senza poesia” (1375-1475), la locale, importante e bilingue cultura poetica si avvicinò gradualmente al modello del "Canzoniere": con intenzioni imitative sempre più consapevoli, ma senza mai rinunciare al supporto di altre fonti ispiratrici, classiche, romanze e anche neolatine. A questo scopo, il volume si articola nei seguenti successivi passaggi: una ricostruzione della circolazione dei testi petrarcheschi a Ferrara, compiuta attraverso un censimento di manoscritti locali appositamente realizzato; il rilevamento del lento sviluppo iniziale della tradizione lirica d’area estense, fino almeno ai primi anni ’40; l’individuazione di una delle cause di tale staticità nell'ostilità esibita dai primi artefici dello sviluppo culturale ferrarese (Guarino da Verona e Leonello d’Este) nei confronti del Petrarca volgare come di quello latino, pericoloso modello alternativo rispetto ai soli autorizzati (i classici antichi); il determinante impulso innovatore verificatosi in occasione del Concilio di Ferrara (1438), circostanza che attirò in città i maggiori esponenti della lirica volgare contemporanea, tra cui L.B. Alberti e Giusto de’ Conti (guida riconosciuta, quest’ultimo, dell’avanguardia petrarchista); l’effetto prodotto da questi maestri nei confronti di giovani ferraresi come Tito Strozzi, dal 1443 autore di numerose elegie latine scritte sul modello dei classici, ma permeate di sensibilità e motivi petrarcheschi; una rassegna delle diverse e saltuarie modalità di imitazione del "Canzoniere" attivatesi, tanto nella poesia latina ferrarese quanto in quella volgare, nei due decenni 1445-1465; e infine l’analisi comparativa di sette strutturate raccolte liriche (tra cui gli "Amorum libri" del Boiardo), che permettono di individuare l’approdo della cultura poetica estense, nel decennio 1465-1475, a una vera e propria “età dei canzonieri”.
Quattrocento,Ferrara,poesia latina,poesia volgare,petrarchismo,Umanesimo,Estensi,Guarino Veronese,Giusto de' Conti,L. Battista Alberti,Tito Strozzi,canzonieri, Boiardo
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
"La fonte d'ogni eloquenzia". Il canzoniere petrarchesco nella cultura poetica del Quattrocento ferrarese / Pantani, Italo. - STAMPA. - (2002), pp. 1-468.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/152131
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