L'articolo presenta la teoria, a un tempo ontologia e logico linguistica, delle forme singolari contenuta nel trattato porretano Summa Zwettlensis (probabilmente fine XII sec.). Secondo questo testo, che riprende, ma con una terminologia propria, le posizioni di Gilberto di Poitiers, le forme sia sostanziali che accidentali che fanno sì che le cose siano, e siano ciò che sono, sono sempre singolari: non esistono forme universali. Tali forme singolari sono ad un tempo causa dell'essere delle cose e del loro essere in un certo modo (appartenere a una certa specie e da avere determinati accidenti), ma sono al contempo anche causa di ciò che delle cose si può dire: ogni predicazione propria è infatti espressione dell'inerenza di una forma, significata dal predicato, nella 'cosa soggetta', rappresentata dal soggetto. L'articolo si chiude con la traduzione in italiano di una serie di regole logico-ontologiche contenuta nella Summa Zwettlensis e che si ritrovano quasi identiche nelle più famose "Regole del diritto celeste" di Alano di Lilla (m. 1203).
Causae dicendi: forme singolari come cause dell'essere e del dire nella Summa Zwettlensis / Valente, Luisa. - (2021), pp. 627-636. - FLUMEN SAPIENTIAE. [10.4399/978882554026041].
Causae dicendi: forme singolari come cause dell'essere e del dire nella Summa Zwettlensis
Luisa Valente
2021
Abstract
L'articolo presenta la teoria, a un tempo ontologia e logico linguistica, delle forme singolari contenuta nel trattato porretano Summa Zwettlensis (probabilmente fine XII sec.). Secondo questo testo, che riprende, ma con una terminologia propria, le posizioni di Gilberto di Poitiers, le forme sia sostanziali che accidentali che fanno sì che le cose siano, e siano ciò che sono, sono sempre singolari: non esistono forme universali. Tali forme singolari sono ad un tempo causa dell'essere delle cose e del loro essere in un certo modo (appartenere a una certa specie e da avere determinati accidenti), ma sono al contempo anche causa di ciò che delle cose si può dire: ogni predicazione propria è infatti espressione dell'inerenza di una forma, significata dal predicato, nella 'cosa soggetta', rappresentata dal soggetto. L'articolo si chiude con la traduzione in italiano di una serie di regole logico-ontologiche contenuta nella Summa Zwettlensis e che si ritrovano quasi identiche nelle più famose "Regole del diritto celeste" di Alano di Lilla (m. 1203).File | Dimensione | Formato | |
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