Primi appunti su metro e sintassi nella "Caccia di Diana" di Boccaccio

Dire quale concezione Boccaccio avesse della terza rima non è semplice. Le poche (e tendenzialmente tarde) riflessioni elaborate sul metro del poema dantesco – oltre a non sottolinearne la novità – non contengono informazioni decisive in questo senso. Il fine dell’indagine è dunque fornire una prima serie di elementi utili per descrivere il modo in cui l’autore della Caccia si approccia a un organismo metrico nuovo, «nato formalmente ed espressivamente già adulto». In particolare, l’obiettivo è osservare il modo in cui nel poemetto Boccaccio gestisce il rapporto tra metro e sintassi, approfittando delle possibilità offerte da un metro lungo il quale il discorso narrativo può realizzarsi variamente (in primo luogo perché il poeta può scegliere se servirsi o no del rilancio delle rime per superare con il periodo i limiti di una sola sequenza aba).