Il saggio sviluppa una riflessione sulla natura degli spazi ipogei delle reti di trasporto urbano, in particolare le stazioni delle linee metropolitane, indagandone caratteri e peculiarità che li rendono luoghi omologhi agli spazio di superficie ma con aspetti del tutto peculiari. Percepiti sovente come dei "non luoghi", secondo la celebre definizione dell'antropologo francese Marc Augé, pur essendo paradossalmente radicati dentro la natura geo-morfologica delle città, pongono all'attenzione dei progettisti temi prettamente legati alle discipline degli interni architettonici, configurandosi come invasi sostanzialmente introversi. Nel saggio si individuano una serie di nodi progettuali che ciascuna stazione metropolitana deve risolvere per assumere lo statuto di struttura urbana di qualità. Tra le chiavi da poter utilizzare in questo senso, il tema della scoperta del sottosuolo come patrimonio, generatore d'identità, è quello sul quale ci si sofferma con maggiore attenzione anche per l'attualità delle questioni che la realizzazione di queste infrastrutture pone nel rapporto con l'archeologia. L’interpretazione degli ipogei urbani come città omologa sembra poter far assumere a questi spazi il ruolo di ambito di sperimentazione e confronto tra passato e presente consentendoci di saggiare concretamente possibili strategie per una futura e auspicabile valorizzazione delle stratificazioni urbane.
Gli ipogei metropolitani o della città omologa.Riflessioni sui caratteri identitari dei luoghi collettivi sotterranei / Grimaldi, Andrea. - (2015), pp. 194-209.
Gli ipogei metropolitani o della città omologa.Riflessioni sui caratteri identitari dei luoghi collettivi sotterranei
Andrea Grimaldi
Primo
2015
Abstract
Il saggio sviluppa una riflessione sulla natura degli spazi ipogei delle reti di trasporto urbano, in particolare le stazioni delle linee metropolitane, indagandone caratteri e peculiarità che li rendono luoghi omologhi agli spazio di superficie ma con aspetti del tutto peculiari. Percepiti sovente come dei "non luoghi", secondo la celebre definizione dell'antropologo francese Marc Augé, pur essendo paradossalmente radicati dentro la natura geo-morfologica delle città, pongono all'attenzione dei progettisti temi prettamente legati alle discipline degli interni architettonici, configurandosi come invasi sostanzialmente introversi. Nel saggio si individuano una serie di nodi progettuali che ciascuna stazione metropolitana deve risolvere per assumere lo statuto di struttura urbana di qualità. Tra le chiavi da poter utilizzare in questo senso, il tema della scoperta del sottosuolo come patrimonio, generatore d'identità, è quello sul quale ci si sofferma con maggiore attenzione anche per l'attualità delle questioni che la realizzazione di queste infrastrutture pone nel rapporto con l'archeologia. L’interpretazione degli ipogei urbani come città omologa sembra poter far assumere a questi spazi il ruolo di ambito di sperimentazione e confronto tra passato e presente consentendoci di saggiare concretamente possibili strategie per una futura e auspicabile valorizzazione delle stratificazioni urbane.File | Dimensione | Formato | |
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