Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una crescente globalizzazione in tutti i settori. L’agricoltura è coinvolta in questo processo con conseguenze principalmente negative, soprattutto per i piccoli agricoltori, i quali si trovano sempre più spesso in concorrenza con le grandi multinazionali dell’agribusiness. Il paradigma su cui si fonda la nostra economia è quello di «un’agricoltura industriale e globalizzata i cui unici moventi sono l’avidità e il profitto»: con queste parole, Vandana Shiva definisce un modello che oggi è chiaramente insostenibile e non funzionale per i bisogni della popolazione mondiale. A questo modello globalizzato si contrappongono modelli fondati sulle tradizioni locali che, coniugati con le nuove tecnologie, se operanti nel rispetto dell’ambiente e dei diritti dei popoli, potrebbero contribuire alla realizzazione di un’agricoltura realmente sostenibile e idonea a rispondere alle esigenze attuali globali. Nel presente articolo si affrontano nello specifico alcuni dei temi di natura prevalentemente economica relativi al fenomeno del Land Grabbing e alla globalizzazione nel settore dell’agricoltura. In primo luogo si fa riferimento alla crisi alimentare, economica ed energetica del 2007, che ha dato una forte spinta all’accaparramento di terre. In secondo luogo si analizza la tendenza del mercato dei semi e dei pesticidi alla concentrazione e alla privatizzazione, fenomeno che rischia di produrre su scala locale e globale sempre più conseguenze economiche sociali e ambientali negative. L’analisi conduce a una riflessione finale sull’insostenibilità dell’attuale modello economico, e in particolare agricolo, e sulla conseguente necessità di intraprendere un nuovo percorso.

Land Grabbing e globalizzazione dell'agricoltura / PATRONI GRIFFI, Isabella. - (2021), pp. 159-190.

Land Grabbing e globalizzazione dell'agricoltura

Isabella Patroni Griffi
2021

Abstract

Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una crescente globalizzazione in tutti i settori. L’agricoltura è coinvolta in questo processo con conseguenze principalmente negative, soprattutto per i piccoli agricoltori, i quali si trovano sempre più spesso in concorrenza con le grandi multinazionali dell’agribusiness. Il paradigma su cui si fonda la nostra economia è quello di «un’agricoltura industriale e globalizzata i cui unici moventi sono l’avidità e il profitto»: con queste parole, Vandana Shiva definisce un modello che oggi è chiaramente insostenibile e non funzionale per i bisogni della popolazione mondiale. A questo modello globalizzato si contrappongono modelli fondati sulle tradizioni locali che, coniugati con le nuove tecnologie, se operanti nel rispetto dell’ambiente e dei diritti dei popoli, potrebbero contribuire alla realizzazione di un’agricoltura realmente sostenibile e idonea a rispondere alle esigenze attuali globali. Nel presente articolo si affrontano nello specifico alcuni dei temi di natura prevalentemente economica relativi al fenomeno del Land Grabbing e alla globalizzazione nel settore dell’agricoltura. In primo luogo si fa riferimento alla crisi alimentare, economica ed energetica del 2007, che ha dato una forte spinta all’accaparramento di terre. In secondo luogo si analizza la tendenza del mercato dei semi e dei pesticidi alla concentrazione e alla privatizzazione, fenomeno che rischia di produrre su scala locale e globale sempre più conseguenze economiche sociali e ambientali negative. L’analisi conduce a una riflessione finale sull’insostenibilità dell’attuale modello economico, e in particolare agricolo, e sulla conseguente necessità di intraprendere un nuovo percorso.
2021
Iconografie europee
9788833653686
Land Grabbing; globalizzazione; agricoltura
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Land Grabbing e globalizzazione dell'agricoltura / PATRONI GRIFFI, Isabella. - (2021), pp. 159-190.
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