Tra tutti gli oggetti della cultura materiale che possono essere rinvenuti nei contesti archeologici preistorici, gli ornamenti costituiscono sicuramente i manufatti polisemici per eccellenza. Tale proprietà è certamente legata ai numerosi significati che monili, pendenti e perline trasmettono nelle differenti società umane: abbellimento del corpo, mezzi di scambio, indicatori di età, identità di genere, status sociale, simboli di potere, mezzi di espressione e comunicazione non verbale. Grazie alla loro significatività, gli ornamenti hanno da sempre rivestito un ruolo privilegiato negli studi di Preistoria, soprattutto in relazione alle origini della modernità cognitiva nei gruppi umani. Malgrado gli approcci archeologici allo studio del simbolismo antico abbiano principalmente interessato l’analisi dell’origine della modernità comportamentale della nostra specie, la ricerca antropologica ha da sempre sottolineato l’influenza che gli ornamenti hanno avuto nella costruzione della personalità, dell'identità e delle reti sociali nelle società tradizionali. In questo lavoro, gli autori dimostrano come l’etnografia e l’antropologia culturale possano fornire strumenti teoretici per ricostruire la natura ed il ruolo degli ornamenti utilizzati durante il Paleolitico e il Mesolitico nell’Europa sud-orientale. Il ricco repertorio di parure e oggetti personali selezionati dai cacciatori-raccoglitori preistorici di questa ampia regione viene analizzato da Cristiani e Borić al fine di individuare gli aspetti specifici che hanno contribuito alla costruzione simbolica del corpo nel corso del tempo in tali società. Ripercorrendo la sequenza di gesti coinvolti nella produzione e nell'uso di perline, placchette ossee ed altri monili, i due autori esaminano le modalità di trasmissione di specifiche conoscenze tecnologiche, il cambiamento dei canoni estetici e la domanda di peculiari materiali locali e di origine esotica, quali ad esempio le specie di gasteropodi marini raccolti in luoghi distanti anche oltre 400 km. Tutti questi aspetti delineano la trasmissione di tradizioni culturali nel tempo e nello spazio. L’evidenza archeologica viene ulteriormente discussa, da un lato adottando una prospettiva che attinge alla comprensione emica degli ornamenti in determinati contesti etnografici e, dall'altro, attraverso una riflessione sulla rilevanza della modalità di analisi antropologica strutturale proposta da Lévi-Strauss.
Parure degli antichi cacciatori-raccoglitori del SE Europa / Cristiani, Emanuela. - (2021).
Parure degli antichi cacciatori-raccoglitori del SE Europa
Emanuela Cristiani
2021
Abstract
Tra tutti gli oggetti della cultura materiale che possono essere rinvenuti nei contesti archeologici preistorici, gli ornamenti costituiscono sicuramente i manufatti polisemici per eccellenza. Tale proprietà è certamente legata ai numerosi significati che monili, pendenti e perline trasmettono nelle differenti società umane: abbellimento del corpo, mezzi di scambio, indicatori di età, identità di genere, status sociale, simboli di potere, mezzi di espressione e comunicazione non verbale. Grazie alla loro significatività, gli ornamenti hanno da sempre rivestito un ruolo privilegiato negli studi di Preistoria, soprattutto in relazione alle origini della modernità cognitiva nei gruppi umani. Malgrado gli approcci archeologici allo studio del simbolismo antico abbiano principalmente interessato l’analisi dell’origine della modernità comportamentale della nostra specie, la ricerca antropologica ha da sempre sottolineato l’influenza che gli ornamenti hanno avuto nella costruzione della personalità, dell'identità e delle reti sociali nelle società tradizionali. In questo lavoro, gli autori dimostrano come l’etnografia e l’antropologia culturale possano fornire strumenti teoretici per ricostruire la natura ed il ruolo degli ornamenti utilizzati durante il Paleolitico e il Mesolitico nell’Europa sud-orientale. Il ricco repertorio di parure e oggetti personali selezionati dai cacciatori-raccoglitori preistorici di questa ampia regione viene analizzato da Cristiani e Borić al fine di individuare gli aspetti specifici che hanno contribuito alla costruzione simbolica del corpo nel corso del tempo in tali società. Ripercorrendo la sequenza di gesti coinvolti nella produzione e nell'uso di perline, placchette ossee ed altri monili, i due autori esaminano le modalità di trasmissione di specifiche conoscenze tecnologiche, il cambiamento dei canoni estetici e la domanda di peculiari materiali locali e di origine esotica, quali ad esempio le specie di gasteropodi marini raccolti in luoghi distanti anche oltre 400 km. Tutti questi aspetti delineano la trasmissione di tradizioni culturali nel tempo e nello spazio. L’evidenza archeologica viene ulteriormente discussa, da un lato adottando una prospettiva che attinge alla comprensione emica degli ornamenti in determinati contesti etnografici e, dall'altro, attraverso una riflessione sulla rilevanza della modalità di analisi antropologica strutturale proposta da Lévi-Strauss.File | Dimensione | Formato | |
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