La homelessness è un fenomeno complesso, multidimensionale e dai confini semantici sfumati. Per molto tempo, in assenza di una definizione chiara e univoca, nel panorama del policy making internazionale la deprivazione abitativa è stata considerata condizione sufficiente a definire una persona “homeless” (Edgar e Meert, 2013). Negli ultimi decenni, tuttavia, si è fatta strada un’accezione più complessa (Avramov, 1999; Tosi, 1999; Bonadonna, 2001; Ravenhill, 2008; Feantsa, 2007) per cui a caratterizzare il fenomeno non è soltanto l’assenza di stanzialità o residenzialità ma lo sgretolamento dei network sociali, l’isolamento relazionale, lo sradicamento, la disqualificazione (Paugam,1999) e la disaffiliazione sociale (Castel, 1993). Elementi difficilmente riconducibili a un singolo evento scatenante. Entro questo framework l’accesso all’abitazione non è più il fine ultimo delle strategie di contrasto alla homelessness, bensì il punto di partenza di un più ampio percorso di inclusione sociale. In questa direzione il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nel 2015 ha predisposto le “Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia” che promuovono il superamento di approcci di tipo emergenziale in favore di strategie più strutturate e orientate verso un’evoluzione dei servizi inclusion-oriented e housing-oriented, quali Housing Led e Housing First. Oggetto di analisi del presente contributo è il funzionamento degli interventi di contrasto alla homelessness finanziati per la prima volta su scala nazionale attraverso il bando Avviso 4/2016, che inserendosi nella cornice delineata dal Ministero, mira a innovare e rendere più uniforme l’attuale sistema di policy (Fio.PSD, 2019). Adottando un impianto prettamente valutativo, questo contributo affronta il tema della homelessness in Italia, offrendo strumenti conoscitivi circa il modo in cui il fenomeno si manifesta nelle diverse aree del Paese, nel tentativo di fornire una descrizione più ampia possibile sugli effetti degli interventi. Il contributo mira così ad individuare sia le modalità̀ attraverso cui le strategie di intervento sono state ‘qualificate’ (modello strategico integrato, Housing First, presa in carico, etc.) che, nello specifico, gli elementi che consentono di comprendere come e perché le principali strategie di intervento previste funzionano (o meno). In particolare, i diversi meccanismi di funzionamento delle strategie adottate saranno analizzati: a) per le diverse categorie di utenti; b) rispetto ai diversi contesti di attuazione; c) in riferimento alle tipologie di servizi; d) in riferimento alla durata. Lo Studio di caso (Yin, 2005, 2014) sarà utilizzato come strategia di ricerca perché particolarmente adatto a cogliere gli aspetti dinamici (non solo gli esiti specifici) di ciascun intervento in riferimento all’area geografica di attuazione, attraverso l’utilizzo di molteplici fonti di prova. A dettare l’orientamento metodologico sarà invece l’approccio realista (Pawson e Tilley, 1997) che fa perno su una concezione della causalità generativa, secondo cui i programmi non funzionano in sé ma attraverso le reazioni dei beneficiari che sono ‘attori’ attivi dell’intervento. L’accento cade su ciò che è stato ottenuto, che fosse o meno atteso, grazie alla combinazione tra il meccanismo innescato dal programma e il contesto in cui questo è stato implementato (Stame, 2016).
Le strategie di contrasto alla homelessness in Italia: indirizzi valutativi per i nuovi piani di intervento in Italia / Celardi, Elvira; MAZZEO RINALDI, Francesco. - (2021), pp. 206-230. - POVERTÀ E PERCORSI DI INNOVAZIONE SOCIALE.
Le strategie di contrasto alla homelessness in Italia: indirizzi valutativi per i nuovi piani di intervento in Italia.
ELVIRA, CELARDI;
2021
Abstract
La homelessness è un fenomeno complesso, multidimensionale e dai confini semantici sfumati. Per molto tempo, in assenza di una definizione chiara e univoca, nel panorama del policy making internazionale la deprivazione abitativa è stata considerata condizione sufficiente a definire una persona “homeless” (Edgar e Meert, 2013). Negli ultimi decenni, tuttavia, si è fatta strada un’accezione più complessa (Avramov, 1999; Tosi, 1999; Bonadonna, 2001; Ravenhill, 2008; Feantsa, 2007) per cui a caratterizzare il fenomeno non è soltanto l’assenza di stanzialità o residenzialità ma lo sgretolamento dei network sociali, l’isolamento relazionale, lo sradicamento, la disqualificazione (Paugam,1999) e la disaffiliazione sociale (Castel, 1993). Elementi difficilmente riconducibili a un singolo evento scatenante. Entro questo framework l’accesso all’abitazione non è più il fine ultimo delle strategie di contrasto alla homelessness, bensì il punto di partenza di un più ampio percorso di inclusione sociale. In questa direzione il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nel 2015 ha predisposto le “Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia” che promuovono il superamento di approcci di tipo emergenziale in favore di strategie più strutturate e orientate verso un’evoluzione dei servizi inclusion-oriented e housing-oriented, quali Housing Led e Housing First. Oggetto di analisi del presente contributo è il funzionamento degli interventi di contrasto alla homelessness finanziati per la prima volta su scala nazionale attraverso il bando Avviso 4/2016, che inserendosi nella cornice delineata dal Ministero, mira a innovare e rendere più uniforme l’attuale sistema di policy (Fio.PSD, 2019). Adottando un impianto prettamente valutativo, questo contributo affronta il tema della homelessness in Italia, offrendo strumenti conoscitivi circa il modo in cui il fenomeno si manifesta nelle diverse aree del Paese, nel tentativo di fornire una descrizione più ampia possibile sugli effetti degli interventi. Il contributo mira così ad individuare sia le modalità̀ attraverso cui le strategie di intervento sono state ‘qualificate’ (modello strategico integrato, Housing First, presa in carico, etc.) che, nello specifico, gli elementi che consentono di comprendere come e perché le principali strategie di intervento previste funzionano (o meno). In particolare, i diversi meccanismi di funzionamento delle strategie adottate saranno analizzati: a) per le diverse categorie di utenti; b) rispetto ai diversi contesti di attuazione; c) in riferimento alle tipologie di servizi; d) in riferimento alla durata. Lo Studio di caso (Yin, 2005, 2014) sarà utilizzato come strategia di ricerca perché particolarmente adatto a cogliere gli aspetti dinamici (non solo gli esiti specifici) di ciascun intervento in riferimento all’area geografica di attuazione, attraverso l’utilizzo di molteplici fonti di prova. A dettare l’orientamento metodologico sarà invece l’approccio realista (Pawson e Tilley, 1997) che fa perno su una concezione della causalità generativa, secondo cui i programmi non funzionano in sé ma attraverso le reazioni dei beneficiari che sono ‘attori’ attivi dell’intervento. L’accento cade su ciò che è stato ottenuto, che fosse o meno atteso, grazie alla combinazione tra il meccanismo innescato dal programma e il contesto in cui questo è stato implementato (Stame, 2016).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.