Nei pazienti andati incontro ad ischemia cerebrale, il rischio di recidiva di ictus è stimato essere in media di circa il 5% per anno. Nei pazienti con attacco ischemico transitorio (TIA) è stata stimata una percentuale di rischio di ictus ischemico del 19% a 10 anni. Il rischio di recidiva aumenta in presenza di età avanzata e di più di due fattori di rischio per eventi cerebrovascolari, come evidenziato dallo studio Framingham. In questa prospettiva, appare di fondamentale importanza l’attuazione di specifiche strategie di prevenzione secondaria, che richiedono la definizione del rischio globale del paziente e la corretta identificazione dei meccanismi eziopatogenetici sottostanti. Il rischio di ricorrenza di ictus, così come il migliore algoritmo terapeutico, sono infatti strettamente correlati al meccanismo responsabile dell’ictus. Gli interventi di prevenzione secondaria dell’ischemia cerebrale possono pertanto strutturarsi su due livelli: - strategie generali di prevenzione secondaria, che implicano modifiche dello stile di vita e controllo dei fattori di rischio associati; - strategie di prevenzione secondaria in relazione all’eziologia dell’ictus ischemico, che comportano, in aggiunta alle strategie generali, un sapiente utilizzo dei farmaci attualmente disponibili (soprattutto antiaggreganti/anticoagulanti)
Prevenzione secondaria dell'ictus ischemico / Bandini, Guest Editors: F.; Fontanella, A.; Manfellotto, D.. - (2020), pp. 128-141. [10.4081/itjm.q.2020.2].
Prevenzione secondaria dell'ictus ischemico
Fontanella, A.;
2020
Abstract
Nei pazienti andati incontro ad ischemia cerebrale, il rischio di recidiva di ictus è stimato essere in media di circa il 5% per anno. Nei pazienti con attacco ischemico transitorio (TIA) è stata stimata una percentuale di rischio di ictus ischemico del 19% a 10 anni. Il rischio di recidiva aumenta in presenza di età avanzata e di più di due fattori di rischio per eventi cerebrovascolari, come evidenziato dallo studio Framingham. In questa prospettiva, appare di fondamentale importanza l’attuazione di specifiche strategie di prevenzione secondaria, che richiedono la definizione del rischio globale del paziente e la corretta identificazione dei meccanismi eziopatogenetici sottostanti. Il rischio di ricorrenza di ictus, così come il migliore algoritmo terapeutico, sono infatti strettamente correlati al meccanismo responsabile dell’ictus. Gli interventi di prevenzione secondaria dell’ischemia cerebrale possono pertanto strutturarsi su due livelli: - strategie generali di prevenzione secondaria, che implicano modifiche dello stile di vita e controllo dei fattori di rischio associati; - strategie di prevenzione secondaria in relazione all’eziologia dell’ictus ischemico, che comportano, in aggiunta alle strategie generali, un sapiente utilizzo dei farmaci attualmente disponibili (soprattutto antiaggreganti/anticoagulanti)File | Dimensione | Formato | |
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