«Triste, insuetum, ingens ... ede nefas»: Presenze della Tebaide nell'Inferno dantesco

Il contributo propone un’analisi delle riprese dalla Tebaide nell’Inferno di Dante, con particolare riferimento agli episodi in cui la citazione staziana appare del tutto scoperta e riconoscibile per il lettore, indirettamente ponendosi come chiave di lettura del testo dantesco. Tali episodi – riscritture esplicite di miti, personaggi e vicende della Tebaide – appaiono distribuiti in climax ascendente a partire dall’ingresso nella Città di Dite fino ai gironi del Basso Inferno; ripercorrendo la cantica, si prendono in considerazione in particolare i personaggi di Capaneo e Anfiarao (If. XIV e XX) e poi di Ulisse e Ugolino (If. XXVI e XXXII-III). L’analisi puntuale delle corrispondenze testuali tra le due opere, con attenzione tanto alle riprese di singoli stilemi quanto alla complessiva rielaborazione degli episodi staziani, è volta a una più piena comprensione dei meccanismi stilistici e poetici alla base della citazione dantesca.