Mobilità urbana, servizi di trasporto e nuove istanze sociali.

Il saggio affronta la questione del welfare urbano e “nuovi bisogni” del cittadino contemporaneo sullo sfondo delle nuove coordinate di riferimento che va assumendo l’accezione di “interesse pubblico” in rapporto dialogico con il concetto di “beni e servizi di interesse generale” (ad iniziativa dunque non più esclusivamente della mano pubblica, ma attraverso il concorso decisivo dell’iniziativa privata). Al riguardo si delinea la problematica di far fronte anche per i servizi di trasporto collettivo ad una domanda di potenziale accessibilità rispetto ad alcuni siti privilegiati. Questi ultimi non rispondono soltanto alle tradizionali istanze di relazionalità collettiva espresse dalle cosiddette attrezzature pubbliche (locali e di interesse superiore di cui al D.M. 1444/68), ma anche alla montante proliferazione di nuove attività integrate – prevalentemente offerte dall’operatore privato –, destinate al consumo, allo spettacolo, alla cultura, al divertimento, in una parola al loisir ove la dimensione del piacere della scoperta erratica e dell’imprevedibilità giocano un ruolo importante nel delineare i caratteri delle nuove centralità relazionali. Queste polarizzazioni di attività,”luoghi notevoli” della città contemporanea (come sono stati definiti in alcuni studi recenti), rappresentano i nuovi attrattori/generatori dei flussi della mobilità urbana e costituiscono uno dei principali motivi d’ interesse della pianificazione integrata fra spazio delle infrastrutture e disegno d’uso del suolo. A partire da queste premesse nel testo si sviluppa la riflessione sul concetto generale di diritto alla mobilità, la distinzione con il "diritto al trasporto" e il ruolo che un progetto giudizioso di reti della mobilità e sistemi di trasporto collettivo può assumere in relazione all'imperativo dell'assicurare all'intera civitas l'accessibilità ai luoghi identitari della città.