Zeno e la grande guerra: incredulità mitteleuropea e comicità sveviana

L’incontro inaspettato di Zeno con la grande guerra, ambientato nel Carso, è una pagina magistrale nella conduzione del racconto, costruita sull’iterazione irragionevole dello stesso gesto, tipica della strategia del comico. Rimasta di fatto “schiacciata” tra le pagine iniziali dell’ultimo capitolo de La coscienza di Zeno, immediatamente precedenti, con i giudizi fondanti e definitivi sulla psicoanalisi e quella conclusiva sulla teoria degli ordigni, con la fin troppo nota e indelebile immagine cosmica, l’avventura comica del caffellatte mancato di Zeno è passata relativamente sotto silenzio. Il saggio analizza da vicino il racconto dell’evento-sorpresa e rileva da un lato l’originalità e l’eccezionalità della sua intonazione, che scardina con la comicità dell’assurdo la logica degli eventi della Storia, e insieme la tipicità mitteleuropea dell’incredulità di fronte all’arrivo della guerra fin dentro l’isola felice -e pacifica da oltre un secolo - dell’impero asburgico.