Le trasformazioni in corso negli stili organizzativi si inscrivono nei più generali cambiamenti dei meccanismi di creazione e soddisfazione dei bisogni economici, sociali e umani. La ricerca so-ciale sui modelli di organizzazione conduce necessariamente a quel processo di metamorfosi del mondo della produzione solitamente descritto come passaggio dal taylor-fordismo al post-fordismo. E’ a tale transizione che vogliamo guardare per comprendere alcuni dei mutamenti organizzativi e produttivi delle imprese. Ovviamente non può che trattarsi di una fotografia in movimento; e so-prattutto di una “osservazione” che permette al più l’individuazione di certi tratti idealtipici di que-sto movimento. Le tendenze in atto restano, infatti, assai più complesse e contraddittorie delle mi-gliori analisi sociologiche, anche se il compito precipuo del ricercatore è quello di semplificare, ovvero di stilizzare le trasformazioni di cui ci si occupa. L’instabilità dei rapporti d’impiego determina una scarsa disponibilità, sia da parte delle im-prese che delle istituzioni, a investire in formazione. E la mancanza di stabilità stride con i parametri organizzativi quali cooperazione, partecipazione e involvement alle strategie aziendali. Appare compromessa la possibilità di sviluppare le conoscenze interne attraverso processi di apprendimento individuale e collettivo, che si basino sull’interazione, su relazioni stabili, sulla circolazione delle informazioni, sugli investimenti in ricerca e formazione. Nello stesso tempo, ciò richiede un maggior dispendio di energie nervose e psichiche da parte dei soggetti in campo, dovuto alla discontinuità delle esperienze lavorative. E’ questo un altro modo di lavorare, assai diverso dal precedente, dove la maggiore varietà dei contenuti non riesce, se non in parte, a limitare la profonda erosione delle tutele sociali e sindacali. In questo scenario i rischi e le opportunità non mancano, però non sono certamente quelli cui erano stati abituati i nostri padri nell’epoca in cui prevaleva la teoria organiz-zativa classica.
Stili organizzativi tra fordismo e posfordismo / Fontana, Renato. - STAMPA. - (2004), pp. 194-210.
Stili organizzativi tra fordismo e posfordismo
FONTANA, Renato
2004
Abstract
Le trasformazioni in corso negli stili organizzativi si inscrivono nei più generali cambiamenti dei meccanismi di creazione e soddisfazione dei bisogni economici, sociali e umani. La ricerca so-ciale sui modelli di organizzazione conduce necessariamente a quel processo di metamorfosi del mondo della produzione solitamente descritto come passaggio dal taylor-fordismo al post-fordismo. E’ a tale transizione che vogliamo guardare per comprendere alcuni dei mutamenti organizzativi e produttivi delle imprese. Ovviamente non può che trattarsi di una fotografia in movimento; e so-prattutto di una “osservazione” che permette al più l’individuazione di certi tratti idealtipici di que-sto movimento. Le tendenze in atto restano, infatti, assai più complesse e contraddittorie delle mi-gliori analisi sociologiche, anche se il compito precipuo del ricercatore è quello di semplificare, ovvero di stilizzare le trasformazioni di cui ci si occupa. L’instabilità dei rapporti d’impiego determina una scarsa disponibilità, sia da parte delle im-prese che delle istituzioni, a investire in formazione. E la mancanza di stabilità stride con i parametri organizzativi quali cooperazione, partecipazione e involvement alle strategie aziendali. Appare compromessa la possibilità di sviluppare le conoscenze interne attraverso processi di apprendimento individuale e collettivo, che si basino sull’interazione, su relazioni stabili, sulla circolazione delle informazioni, sugli investimenti in ricerca e formazione. Nello stesso tempo, ciò richiede un maggior dispendio di energie nervose e psichiche da parte dei soggetti in campo, dovuto alla discontinuità delle esperienze lavorative. E’ questo un altro modo di lavorare, assai diverso dal precedente, dove la maggiore varietà dei contenuti non riesce, se non in parte, a limitare la profonda erosione delle tutele sociali e sindacali. In questo scenario i rischi e le opportunità non mancano, però non sono certamente quelli cui erano stati abituati i nostri padri nell’epoca in cui prevaleva la teoria organiz-zativa classica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.