Il pastafarianesimo è una religione che a partire dal 2005 ha conosciuto una rapida diffusione attraverso il web e i social media, nascendo negli Stati Uniti ma arrivando a contare numerosi gruppi nazionali in tutto il mondo. Diversi lavori accademici hanno parlato di questa religione, concentrandosi soprattutto sulla sua accezione digitale per operare riflessioni sulla diffusione dei contenuti sul web. Il pastafarianesimo italiano, in ogni caso, si presta a letture e analisi attraverso approcci metodologici differenti, essendo rappresentato in primo luogo dalla Chiesa Pastafariana Italiana (CPI), un’associazione attiva dal novembre 2014 che, pur senza perdere la propria accezione digitale, è fortemente legata al territorio nazionale. Dal 2015 seguo la CPI in un’indagine etnografica articolata tra i social media utilizzati dai suoi soci e le attività che questi organizzano al loro esterno. La Chiesa si è dimostrata un soggetto di ricerca che ha richiesto l’elaborazione e l’impiego di una metodologia flessibile e in grado di tener conto di questa duplice articolazione. Il seguente contributo vuole indagare il modo in cui le discussioni e gli scambi intrattenuti su Facebook contribuiscono a definire e plasmare i valori in cui i pastafariani si identificano, così come le modalità in cui vengono applicati. A fungere da caso studio sarà l’analisi della “tolleranza”, valore essenziale in cui i pastafariani si identificano e che è costantemente ridiscusso nei loro scambi digitali, applicata a due atti di disobbedienza civili eseguiti dalla circoscrizione padovana della Chiesa. La metodologia che ho impiegato si compone di un insieme di pratiche di ricerca mutuate in primo luogo dall’analisi del contenuto e del discorso, così come dai metodi digitali, per il lavoro sui social media. La ricerca sul campo condotta nel tessuto urbano italiano si avvale invece di metodi etnografici più “tradizionali” come l’osservazione partecipante e colloqui intrattenuti con i singoli fedeli pastafariani. I due atti di disobbedienza civile presi in esame consentono di osservare come i rituali eseguiti dai pastafariani di Padova non solo assolvano alla doppia funzione di promozione e tutela dei valori della CPI, ma anche come questi – eseguiti in relazione alla discussione sul disegno di legge Cirinnà – vengano applicati tenendo conto del contesto sociale e politico locale. Unendo le interazioni spaziali online e offline della CPI risulterà più semplice per comprendere come entrambe strutturino le modalità di azione pastafariane sul territorio, influenzandosi reciprocamente nella modellazione dei valori del gruppo e della loro applicazione pratica. Il caso di studio qui presentato considera le particolarità di un movimento le cui componenti online e offline si trovano impegnate in un dialogo costante. Le riflessioni compiute nel merito di questa ricerca si estendono tuttavia al di fuori del perimetro della Chiesa Pastafariana Italiana, consentendo di osservare come un movimento religioso contemporaneo possa strutturarsi all’interno dei social media – superando una dicotomia che ancora tende a contrapporre spazialità digitale e virtuale nella definizione delle formazioni sociali contemporanee.

Pirati, pannocchie e frescovi. Il pastafarianesimo italiano tra l’aggregazione digitale e l’attivismo urbano / Ranzato, Jacopo. - (2021), pp. 265-280.

Pirati, pannocchie e frescovi. Il pastafarianesimo italiano tra l’aggregazione digitale e l’attivismo urbano

Ranzato, Jacopo
2021

Abstract

Il pastafarianesimo è una religione che a partire dal 2005 ha conosciuto una rapida diffusione attraverso il web e i social media, nascendo negli Stati Uniti ma arrivando a contare numerosi gruppi nazionali in tutto il mondo. Diversi lavori accademici hanno parlato di questa religione, concentrandosi soprattutto sulla sua accezione digitale per operare riflessioni sulla diffusione dei contenuti sul web. Il pastafarianesimo italiano, in ogni caso, si presta a letture e analisi attraverso approcci metodologici differenti, essendo rappresentato in primo luogo dalla Chiesa Pastafariana Italiana (CPI), un’associazione attiva dal novembre 2014 che, pur senza perdere la propria accezione digitale, è fortemente legata al territorio nazionale. Dal 2015 seguo la CPI in un’indagine etnografica articolata tra i social media utilizzati dai suoi soci e le attività che questi organizzano al loro esterno. La Chiesa si è dimostrata un soggetto di ricerca che ha richiesto l’elaborazione e l’impiego di una metodologia flessibile e in grado di tener conto di questa duplice articolazione. Il seguente contributo vuole indagare il modo in cui le discussioni e gli scambi intrattenuti su Facebook contribuiscono a definire e plasmare i valori in cui i pastafariani si identificano, così come le modalità in cui vengono applicati. A fungere da caso studio sarà l’analisi della “tolleranza”, valore essenziale in cui i pastafariani si identificano e che è costantemente ridiscusso nei loro scambi digitali, applicata a due atti di disobbedienza civili eseguiti dalla circoscrizione padovana della Chiesa. La metodologia che ho impiegato si compone di un insieme di pratiche di ricerca mutuate in primo luogo dall’analisi del contenuto e del discorso, così come dai metodi digitali, per il lavoro sui social media. La ricerca sul campo condotta nel tessuto urbano italiano si avvale invece di metodi etnografici più “tradizionali” come l’osservazione partecipante e colloqui intrattenuti con i singoli fedeli pastafariani. I due atti di disobbedienza civile presi in esame consentono di osservare come i rituali eseguiti dai pastafariani di Padova non solo assolvano alla doppia funzione di promozione e tutela dei valori della CPI, ma anche come questi – eseguiti in relazione alla discussione sul disegno di legge Cirinnà – vengano applicati tenendo conto del contesto sociale e politico locale. Unendo le interazioni spaziali online e offline della CPI risulterà più semplice per comprendere come entrambe strutturino le modalità di azione pastafariane sul territorio, influenzandosi reciprocamente nella modellazione dei valori del gruppo e della loro applicazione pratica. Il caso di studio qui presentato considera le particolarità di un movimento le cui componenti online e offline si trovano impegnate in un dialogo costante. Le riflessioni compiute nel merito di questa ricerca si estendono tuttavia al di fuori del perimetro della Chiesa Pastafariana Italiana, consentendo di osservare come un movimento religioso contemporaneo possa strutturarsi all’interno dei social media – superando una dicotomia che ancora tende a contrapporre spazialità digitale e virtuale nella definizione delle formazioni sociali contemporanee.
2021
Introduzione a religioni e media
9788857569369
Religione; Pastafarianesimo; Digital Media; Antropologia Digitale
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Pirati, pannocchie e frescovi. Il pastafarianesimo italiano tra l’aggregazione digitale e l’attivismo urbano / Ranzato, Jacopo. - (2021), pp. 265-280.
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