I caratteri della città contemporanea, i processi di omologazione e banalizzazione dei paesaggi culturali, associati alla marginalizzazione delle parti di più antico impianto e al degrado delle aree dismesse della città consolidata, determinano fenomeni di polarizzazione socioeconomica oltre che la progressiva dissoluzione di un comune patrimonio di valori, elementi alla base della generalizzata domanda di qualità che emerge dai territori. Questo focalizza la riflessione sul ruolo che i valori identitari e il radicamento delle culture locali debbano assumere nei processi di rigenerazione urbana: il patrimonio storico-culturale, inteso come bene comune identitario, diviene il concetto operativo mediante il quale sperimentare progetti local-based rivolti all’heritage-led development, e il valore collettivo su cui strutturare la costruzione della città pubblica. Il progetto della friche Belle de Mai, nell’ambito del Progetto urbano Marseille Euroméditerranée, coniuga emblematicamente il recupero di un’area degradata con la preservazione della sua identità. La dismissione della manifattura tabacchi, centro di aggregazione della classe operaia di Marsiglia, ha infatti determinato non solo un contesto di profonda marginalità fisica, ma anche la dissoluzione dei luoghi della socialità in cui la comunità si riconosceva da decenni. Il progetto ha previsto la trasformazione della friche in una centralità capace di attivare processi di rigenerazione nei tessuti circostanti, attraverso la realizzazione di tre poli culturali innervati da un sistema di spazi pubblici per l’aggregazione giovanile e lo spettacolo, connotati in termini di autogestione e di autoappropriazione. Il progetto, legando la valorizzazione del patrimonio storico-culturale a nuovi modelli gestionali e di fruizione, ha inserito la friche in una rete materiale e immateriale che ne garantisce la tutela, attiva economie locali e amplia l’utenza potenziale, individuandola quale fulcro di un nuovo modello di sviluppo.
Marsiglia. Il Programma Euroméditerranée: la strategia cultural-led per la Friche Belle de Mai / Poli, Irene; Bevilacqua, Giulia. - (2020), pp. 142-153.
Marsiglia. Il Programma Euroméditerranée: la strategia cultural-led per la Friche Belle de Mai
Irene Poli;Giulia Bevilacqua
2020
Abstract
I caratteri della città contemporanea, i processi di omologazione e banalizzazione dei paesaggi culturali, associati alla marginalizzazione delle parti di più antico impianto e al degrado delle aree dismesse della città consolidata, determinano fenomeni di polarizzazione socioeconomica oltre che la progressiva dissoluzione di un comune patrimonio di valori, elementi alla base della generalizzata domanda di qualità che emerge dai territori. Questo focalizza la riflessione sul ruolo che i valori identitari e il radicamento delle culture locali debbano assumere nei processi di rigenerazione urbana: il patrimonio storico-culturale, inteso come bene comune identitario, diviene il concetto operativo mediante il quale sperimentare progetti local-based rivolti all’heritage-led development, e il valore collettivo su cui strutturare la costruzione della città pubblica. Il progetto della friche Belle de Mai, nell’ambito del Progetto urbano Marseille Euroméditerranée, coniuga emblematicamente il recupero di un’area degradata con la preservazione della sua identità. La dismissione della manifattura tabacchi, centro di aggregazione della classe operaia di Marsiglia, ha infatti determinato non solo un contesto di profonda marginalità fisica, ma anche la dissoluzione dei luoghi della socialità in cui la comunità si riconosceva da decenni. Il progetto ha previsto la trasformazione della friche in una centralità capace di attivare processi di rigenerazione nei tessuti circostanti, attraverso la realizzazione di tre poli culturali innervati da un sistema di spazi pubblici per l’aggregazione giovanile e lo spettacolo, connotati in termini di autogestione e di autoappropriazione. Il progetto, legando la valorizzazione del patrimonio storico-culturale a nuovi modelli gestionali e di fruizione, ha inserito la friche in una rete materiale e immateriale che ne garantisce la tutela, attiva economie locali e amplia l’utenza potenziale, individuandola quale fulcro di un nuovo modello di sviluppo.File | Dimensione | Formato | |
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