La crisi dell’universo normativo ottocentesco nell’Italia fin du siècle viene vista in questo articolo attraverso la lente della produzione e della fruizione teatrale, per individuare il ruolo sociale che queste vi svolsero. Una dettagliata analisi quantitativa delle scelte del pubblico e della produzione teatrale sul palcoscenico milanese del teatro Manzoni, luogo emblematico dell’intrattenimento dei ceti borghesi medio alti del capoluogo lombardo, tra il 1885 e il 1903 mostra le dinamiche attraverso cui la commedia borghese si impone su tutti gli altri generi teatrali dell’epoca, conquistando un primato che riveste, secondo l’A., un ruolo culturale e simbolico nodale. La retorica della crisi, che attraversa all’epoca il discorso pubblico tra politica e scienze sociali, trova infatti in questo nuovo genere teatrale una sua altra declinazione che, seppure parte di una medesima formazione discorsiva, si rivela, con le sue precipue regole drammaturgiche tutte giocate attorno alla crisi della famiglia nucleare intima e all’adulterio femminile, la forma capace di catalizzare in quel luogo le ansie e le attese di un pubblico investito dallo sfaldamento delle positive certezze del passato.
Commedia borghese e crisi di fine secolo / Socrate, Francesca. - STAMPA. - (2004), pp. 21-59.
Commedia borghese e crisi di fine secolo
SOCRATE, Francesca
2004
Abstract
La crisi dell’universo normativo ottocentesco nell’Italia fin du siècle viene vista in questo articolo attraverso la lente della produzione e della fruizione teatrale, per individuare il ruolo sociale che queste vi svolsero. Una dettagliata analisi quantitativa delle scelte del pubblico e della produzione teatrale sul palcoscenico milanese del teatro Manzoni, luogo emblematico dell’intrattenimento dei ceti borghesi medio alti del capoluogo lombardo, tra il 1885 e il 1903 mostra le dinamiche attraverso cui la commedia borghese si impone su tutti gli altri generi teatrali dell’epoca, conquistando un primato che riveste, secondo l’A., un ruolo culturale e simbolico nodale. La retorica della crisi, che attraversa all’epoca il discorso pubblico tra politica e scienze sociali, trova infatti in questo nuovo genere teatrale una sua altra declinazione che, seppure parte di una medesima formazione discorsiva, si rivela, con le sue precipue regole drammaturgiche tutte giocate attorno alla crisi della famiglia nucleare intima e all’adulterio femminile, la forma capace di catalizzare in quel luogo le ansie e le attese di un pubblico investito dallo sfaldamento delle positive certezze del passato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.