Riflettere sul concetto di terzo paesaggio come strumento di rigenerazione urbana può sembrare, ad una prima analisi, una contraddizione in termini. Il terzo paesaggio, difatti, è l’emblema del non controllo, dell’impossibilità di essere strumento da valorizzare nelle politiche di gestione del territorio; in effetti, dalla lettura dell’opera di Gilles Clément emerge un concetto che si potrebbe definire, sotto molti aspetti, anarchico se non del tutto rivoluzionario. Non a caso, nelle pagine del Manifesto del Terzo paesaggio, a questo termine viene associato, spesso, il concetto di terzo Stato da un punto di vista politico e sociale:“terzo paesaggio rinvia a terzo Stato. Uno spazio che non esprime né il potere né la sottomissione al potere”1. Sul piano progettuale, invece, con terzo paesaggio si fa riferimento a “una quantità di spazi indecisi, privi di funzione sui quali è difficile posare un nome”2, dal cui stato di abbandono si genera un “rifugio per la conservazione della diversità biologica. Ciò che è ‘incolto’ o ciò che definiamo ‘erbaccia’ diventa qui luogo ed elemento privilegiato del cambiamento ecologico”3. Il terzo paesaggio nasce dallo stato di abbandono, voluto o meno, di una determinata area su cui, invece, si manifesta, nel tempo, la spontaneità biologica; pertanto, il terzo paesaggio non può essere, almeno a una prima analisi, uno strumento da valorizzare, in quanto ciò presupporrebbe la presenza di un soggetto che decide e, soprattutto, la perdita della spontaneità della natura. Inoltre, il concetto di valorizzazione, legato alla rigenerazione urbana, è la manifestazione dell’intenzionalità politica, del riappropriarsi di aree abbandonate da parte dello Stato anche attraverso la gestione dell’elemento naturale che dunque non è più spontaneo in quanto progettato. Terzo paesaggio, valorizzazione e rigenerazione urbana, di conseguenza, dovrebbero essere fra loro contrapposti ma, in realtà, sono semplicemente termini dicotomici con cui si definisce un approccio per rispondere ad un’esigenza comune, quella di un nuovo modello di sviluppo urbano sostenibile.
Valorizzazione del Terzo Paesaggio come strumento di rigenerazione urbana: tra buone pratiche e normativa / Vanore, Margherita; Triches, Massimo; Damiano, Stefano. - (2019), pp. 137-145.
Valorizzazione del Terzo Paesaggio come strumento di rigenerazione urbana: tra buone pratiche e normativa
Stefano Damiano
2019
Abstract
Riflettere sul concetto di terzo paesaggio come strumento di rigenerazione urbana può sembrare, ad una prima analisi, una contraddizione in termini. Il terzo paesaggio, difatti, è l’emblema del non controllo, dell’impossibilità di essere strumento da valorizzare nelle politiche di gestione del territorio; in effetti, dalla lettura dell’opera di Gilles Clément emerge un concetto che si potrebbe definire, sotto molti aspetti, anarchico se non del tutto rivoluzionario. Non a caso, nelle pagine del Manifesto del Terzo paesaggio, a questo termine viene associato, spesso, il concetto di terzo Stato da un punto di vista politico e sociale:“terzo paesaggio rinvia a terzo Stato. Uno spazio che non esprime né il potere né la sottomissione al potere”1. Sul piano progettuale, invece, con terzo paesaggio si fa riferimento a “una quantità di spazi indecisi, privi di funzione sui quali è difficile posare un nome”2, dal cui stato di abbandono si genera un “rifugio per la conservazione della diversità biologica. Ciò che è ‘incolto’ o ciò che definiamo ‘erbaccia’ diventa qui luogo ed elemento privilegiato del cambiamento ecologico”3. Il terzo paesaggio nasce dallo stato di abbandono, voluto o meno, di una determinata area su cui, invece, si manifesta, nel tempo, la spontaneità biologica; pertanto, il terzo paesaggio non può essere, almeno a una prima analisi, uno strumento da valorizzare, in quanto ciò presupporrebbe la presenza di un soggetto che decide e, soprattutto, la perdita della spontaneità della natura. Inoltre, il concetto di valorizzazione, legato alla rigenerazione urbana, è la manifestazione dell’intenzionalità politica, del riappropriarsi di aree abbandonate da parte dello Stato anche attraverso la gestione dell’elemento naturale che dunque non è più spontaneo in quanto progettato. Terzo paesaggio, valorizzazione e rigenerazione urbana, di conseguenza, dovrebbero essere fra loro contrapposti ma, in realtà, sono semplicemente termini dicotomici con cui si definisce un approccio per rispondere ad un’esigenza comune, quella di un nuovo modello di sviluppo urbano sostenibile.File | Dimensione | Formato | |
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