Incompiuto, il più importante stile architettonico italiano dal secondo dopoguerra ad oggi3, rappresenta non solo una prospettiva estetica attraverso cui osservare il paesaggio contemporaneo, ma anche una condizione paradossale che lega i concetti di presenza ed assenza attraverso la funzione tempo: per definizione, i due stati dell’essere possono verificarsi solo in opposizione e per differenza l’uno rispetto all’altro e non possono coesistere nello stesso momento. Nel caso dell’architettura incompiuta questa antinomia viene messa in crisi a causa del dissolversi delle coordinate temporali consegnando questa categoria di oggetti a una dimensione che trascende e supera il tempo, comparabile a quella della monumentalità. Nella contemplazione del non-finito percepiamo l’assenza -di cura, di progettualità e di vita- ma, attraverso la nostra esperienza, partecipiamo al consolidarsi della presenza di tali strutture nel territorio, si radica l’incompleto come stato permanente e si fronteggia la prospettiva del rudere, dell’irrisolto, come contingenza che non discende dal passato ma che si alimenta nel presente modificando in modo irreversibile il paesaggio e pregiudicandone la trasformazione. Si intende indagare la condizione della mancanza, intesa non solo in senso etimologico come imperfezione, ma anche come non finito e tensione verso uno stato di compimento che in questa apertura lascia campo alla progettualità. Rileggendo l’epopea dell’abbandono dei luoghi e dei manufatti, intrappolati nell’inerzia, si intende mettere in luce quali siano gli attributi necessari per una simile condizione e provare ad immaginare il ritorno come antidoto ad una precoce sclerosi del tempo, in favore di una restituzione di questi paesaggi alla dinamica dell’evoluzione, del movimento e del cambiamento.

Il principio di inerzia / Cazzaniga, Giulia. - (2020), pp. 44-53. - ET PAESAGGIO E AMBIENTE.

Il principio di inerzia

Giulia Cazzaniga
2020

Abstract

Incompiuto, il più importante stile architettonico italiano dal secondo dopoguerra ad oggi3, rappresenta non solo una prospettiva estetica attraverso cui osservare il paesaggio contemporaneo, ma anche una condizione paradossale che lega i concetti di presenza ed assenza attraverso la funzione tempo: per definizione, i due stati dell’essere possono verificarsi solo in opposizione e per differenza l’uno rispetto all’altro e non possono coesistere nello stesso momento. Nel caso dell’architettura incompiuta questa antinomia viene messa in crisi a causa del dissolversi delle coordinate temporali consegnando questa categoria di oggetti a una dimensione che trascende e supera il tempo, comparabile a quella della monumentalità. Nella contemplazione del non-finito percepiamo l’assenza -di cura, di progettualità e di vita- ma, attraverso la nostra esperienza, partecipiamo al consolidarsi della presenza di tali strutture nel territorio, si radica l’incompleto come stato permanente e si fronteggia la prospettiva del rudere, dell’irrisolto, come contingenza che non discende dal passato ma che si alimenta nel presente modificando in modo irreversibile il paesaggio e pregiudicandone la trasformazione. Si intende indagare la condizione della mancanza, intesa non solo in senso etimologico come imperfezione, ma anche come non finito e tensione verso uno stato di compimento che in questa apertura lascia campo alla progettualità. Rileggendo l’epopea dell’abbandono dei luoghi e dei manufatti, intrappolati nell’inerzia, si intende mettere in luce quali siano gli attributi necessari per una simile condizione e provare ad immaginare il ritorno come antidoto ad una precoce sclerosi del tempo, in favore di una restituzione di questi paesaggi alla dinamica dell’evoluzione, del movimento e del cambiamento.
2020
Paesaggi incompiuti. Verso un nuovo glossario
9788825537659
assenza; presenza; tempo; abbandonare; ritornare
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Il principio di inerzia / Cazzaniga, Giulia. - (2020), pp. 44-53. - ET PAESAGGIO E AMBIENTE.
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