Le attività di ricerca nella necropoli di Castel Sozzio (Civitella D’Agliano, VT) sono riprese nel mese di settembre del 2020, dopo oltre venti anni dalle prime due campagne effettuate nel 1997 e 1998 sotto l’egida della Sapienza Università di Roma, Dipartimento di Scienze dell’Antichità con la direzione della prof.ssa Emanuela Borgia. La necropoli si trova in una vallata a sud-est dell’odierna Civitella D’Agliano (VT), affacciata sulla valle del Tevere. Allo stato attuale delle indagini non è noto a quale insediamento la necropoli facesse riferimento, ma alcuni indizi inducono a supporre che nelle immediate vicinanze sorgesse una villa romana o una fattoria che, in epoca tardo-antica e alto medievale (epoca a cui si data la necropoli), si trasformò progressivamente in un piccolo insediamento rurale. Grazie anche alla collaborazione del Comune di Civitella D’Agliano nel 2020 si è provveduto inizialmente a ripristinare l’accesso alla necropoli e a disboscare l’area archeologica che era completamente invasa dalla vegetazione arbustiva e arborea. È stato così possibile evidenziare le aree dei due saggi effettuati nelle campagne pregresse, allora denominati α e β, e ripulire sistematicamente tutte le tombe individuate. Si tratta in totale di almeno 27 tombe, solo 23 delle quali sono state ad oggi indagate. La maggior parte delle tombe è del tipo a cassone, con copertura e spallette realizzate con lastre in tufo o ignimbrite; vi sono anche alcune tombe a fossa e tre tombe a cappuccina. Le tombe sono prevalentemente orientate ovest-est, ma ve ne sono almeno cinque orientate nord-sud. Nella campagna del 2020 sono state scavate tre tombe nel saggio α (nn. 24, 30-32, 31): vi sono attestate diverse fasi di utilizzo, con le ossa di alcuni individui ridotte nel fondo della cassa e altre ossa ammucchiate alla rinfusa al di fuori delle tombe stesse. Parallelamente alle attività di scavo e di documentazione topografica si è proceduto con la risistemazione dei materiali pertinenti alle precedenti campagne nei Depositi della Soprintendenza a Civitella D’Agliano. Gli antropologi della Sapienza, coordinati dal prof. Alfredo Coppa, hanno intrapreso lo studio dei reperti scheletrici: sono stati ad oggi identificati 70 individui, tra cui 22 maschi, 17 femmine, 7 infantili. Sono in corso studi e analisi per definire età, patologie e DNA dei defunti. Grazie alla collaborazione dell’INGV (dott. Marco Marchetti) sono anche state effettuate le prospezioni geofisiche con il georadar nell’area della necropoli per cercare di comprenderne l’estensione e le caratteristiche, anche in vista delle future campagne di scavo. Le nuove ricerche a Castel Sozzio sono quindi condotte in maniera multidisciplinare, focalizzandosi non solo sugli aspetti storico-archeologici e topografici, ma anche su quelli antropologici e paleoambientali, con lo scopo di ricostruire il contesto antico in maniera sistematica ottenendo una visione d'insieme. Ciò consentirà di ampliare le conoscenze di una zona, quale la Teverina laziale, tuttora poco nota e del tutto trascurata dagli studi scientifici.

Necropoli di Castel Sozzio, Civitella D’Agliano (Viterbo) - Concessione di scavo triennale (prot. 20766 of 10.07.2020) Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio of the Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo / Borgia, Emanuela. - (2020).

Necropoli di Castel Sozzio, Civitella D’Agliano (Viterbo) - Concessione di scavo triennale (prot. 20766 of 10.07.2020) Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio of the Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo

Borgia Emanuela
2020

Abstract

Le attività di ricerca nella necropoli di Castel Sozzio (Civitella D’Agliano, VT) sono riprese nel mese di settembre del 2020, dopo oltre venti anni dalle prime due campagne effettuate nel 1997 e 1998 sotto l’egida della Sapienza Università di Roma, Dipartimento di Scienze dell’Antichità con la direzione della prof.ssa Emanuela Borgia. La necropoli si trova in una vallata a sud-est dell’odierna Civitella D’Agliano (VT), affacciata sulla valle del Tevere. Allo stato attuale delle indagini non è noto a quale insediamento la necropoli facesse riferimento, ma alcuni indizi inducono a supporre che nelle immediate vicinanze sorgesse una villa romana o una fattoria che, in epoca tardo-antica e alto medievale (epoca a cui si data la necropoli), si trasformò progressivamente in un piccolo insediamento rurale. Grazie anche alla collaborazione del Comune di Civitella D’Agliano nel 2020 si è provveduto inizialmente a ripristinare l’accesso alla necropoli e a disboscare l’area archeologica che era completamente invasa dalla vegetazione arbustiva e arborea. È stato così possibile evidenziare le aree dei due saggi effettuati nelle campagne pregresse, allora denominati α e β, e ripulire sistematicamente tutte le tombe individuate. Si tratta in totale di almeno 27 tombe, solo 23 delle quali sono state ad oggi indagate. La maggior parte delle tombe è del tipo a cassone, con copertura e spallette realizzate con lastre in tufo o ignimbrite; vi sono anche alcune tombe a fossa e tre tombe a cappuccina. Le tombe sono prevalentemente orientate ovest-est, ma ve ne sono almeno cinque orientate nord-sud. Nella campagna del 2020 sono state scavate tre tombe nel saggio α (nn. 24, 30-32, 31): vi sono attestate diverse fasi di utilizzo, con le ossa di alcuni individui ridotte nel fondo della cassa e altre ossa ammucchiate alla rinfusa al di fuori delle tombe stesse. Parallelamente alle attività di scavo e di documentazione topografica si è proceduto con la risistemazione dei materiali pertinenti alle precedenti campagne nei Depositi della Soprintendenza a Civitella D’Agliano. Gli antropologi della Sapienza, coordinati dal prof. Alfredo Coppa, hanno intrapreso lo studio dei reperti scheletrici: sono stati ad oggi identificati 70 individui, tra cui 22 maschi, 17 femmine, 7 infantili. Sono in corso studi e analisi per definire età, patologie e DNA dei defunti. Grazie alla collaborazione dell’INGV (dott. Marco Marchetti) sono anche state effettuate le prospezioni geofisiche con il georadar nell’area della necropoli per cercare di comprenderne l’estensione e le caratteristiche, anche in vista delle future campagne di scavo. Le nuove ricerche a Castel Sozzio sono quindi condotte in maniera multidisciplinare, focalizzandosi non solo sugli aspetti storico-archeologici e topografici, ma anche su quelli antropologici e paleoambientali, con lo scopo di ricostruire il contesto antico in maniera sistematica ottenendo una visione d'insieme. Ciò consentirà di ampliare le conoscenze di una zona, quale la Teverina laziale, tuttora poco nota e del tutto trascurata dagli studi scientifici.
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