Nella costruzione di nuovi caratteri di urbanità e di politiche di integrazione funzionale e sociale la lezione del Centro storico è stata centrale, seppure con differenze, sia nell’elaborazione dei piani degli anni Sessanta-Settanta che in quelli degli anni Novanta: da un lato per la salvaguardia dei suoi caratteri identitari e della sua forma urbana, dall’altro per l’istanza di diffondere nel territorio alcuni fattori del suo peso funzionale e della sua qualità formale. Partendo dal dibattito di Hoddesdon degli anni Cinquanta sul “cuore della città, con i suoi assunti operativi, passando per le esperienze dei Centri Direzionali e giungendo infine, pur in assenza di un testo fondatore, al costituirsi dell’idea di sistema di ”centralità urbane” connesse in rete, il saggio fornisce una disamina delle strategie elaborate dalla cultura urbanistica per costruire polarità differenti, alternative al centro storico, ma da esso mutuate e ad esso interrelate. Sulla base di tale riflessione teorica e sulle esperienze più significative della pianificazione, effettua quindi un bilancio dei piani regolatori di Roma del 1965 e del 2003, evidenziandone obiettivi, scelte, punti di forza e di debolezza.
Centro storico e cuore della città, l'evoluzione del concetto di centralità nell'organizzazione urbana / Belfiore, Emanuela. - STAMPA. - (2004), pp. 246-275.
Centro storico e cuore della città, l'evoluzione del concetto di centralità nell'organizzazione urbana
BELFIORE, Emanuela
2004
Abstract
Nella costruzione di nuovi caratteri di urbanità e di politiche di integrazione funzionale e sociale la lezione del Centro storico è stata centrale, seppure con differenze, sia nell’elaborazione dei piani degli anni Sessanta-Settanta che in quelli degli anni Novanta: da un lato per la salvaguardia dei suoi caratteri identitari e della sua forma urbana, dall’altro per l’istanza di diffondere nel territorio alcuni fattori del suo peso funzionale e della sua qualità formale. Partendo dal dibattito di Hoddesdon degli anni Cinquanta sul “cuore della città, con i suoi assunti operativi, passando per le esperienze dei Centri Direzionali e giungendo infine, pur in assenza di un testo fondatore, al costituirsi dell’idea di sistema di ”centralità urbane” connesse in rete, il saggio fornisce una disamina delle strategie elaborate dalla cultura urbanistica per costruire polarità differenti, alternative al centro storico, ma da esso mutuate e ad esso interrelate. Sulla base di tale riflessione teorica e sulle esperienze più significative della pianificazione, effettua quindi un bilancio dei piani regolatori di Roma del 1965 e del 2003, evidenziandone obiettivi, scelte, punti di forza e di debolezza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.