Il saggio mette a fuoco il rapporto tra l'introduzione delle nuove tecnologie di telecomunicazione, la creazione di “poli d’eccellenza” incardinati su attività e fornitura di servizi offerti attraverso le "reti immateriali" e le ricadute sul sistema della mobilità a scala urbana e metropolitana. Molti studiosi dei fenomeni insediativi contemporanei nei paesi delle economie avanzate hanno messo in evidenza - contrariamente a quanto si poteva ragionevolmente prevedere in origine - la correlazione diretta fra l'esplosione dei servizi della "connettività istantanea" e delle tele-attività e la parallela dirompente crescita della domanda di mobilità fisica, generata proprio in virtù della sinergia tra spazio dell'infostruttura e reti infrastrutturali tradizionali. Dai primi riscontri su un campione significativo di studi di caso (Roubaix e l’area metropolitana di Lille, Poitiers-Futuroscope, Tours, Berlino-Adlershof, Gelsenkirchen-Ruhr, la conurbazione della Randstadt (Amsterdam, Rotterdam, l’Aia, Utrecht) emerge un articolato ventaglio di tipologie di luoghi infostrutturali attorno a cui si annidano polarizzazioni di attività ad elevata mixité funzionale sorrette da reti della mobilità collettiva complesse ed integrate. In particolare gli studi di caso sono esaminati per tipologie d'intervento e/o situazioni spaziali, quali: • parchi scientifici e loro evoluzione (coesione con attività legate direttamente per l'innovazione di processo e di prodotto, quali centri di alta formazione, centri servizi innovativi - incubatori, attrezzature per le connessioni in rete, teleporti, etc.); • "effetto trascinamento" per l'annidamento di attività complementari che contribuiscono alla creazione delle cittadelle dell'innovazione (residenze temporanee per ricercatori, personale d'impresa, stagisti, studenti, attività e servizi per il tempo libero, lo sport, la cultura, il commercio, etc.) e loro rapporto con la metropoli o l'agglomerazione urbana esistente; • offerta e gestione di dotazioni infrastrutturali e di servizi per l'accessibilità da e per i nuovi centri in rapporto agli insediamenti preesistenti. Rango e modalità delle reti e dei sistemi di trasporto pubblico e privato. Individuazione di fenomeni particolari (come la creazione di stazioni ferroviarie - AV o RER - , linee tramviarie, svincoli da sistemi autostradali, "ad hoc" per l'accessibilità privilegiata). Dalla ricostruzione del quadro teoretico e dai riscontri sul campo emerge come la teoria sviluppata dalla scuola francese già dagli anni ottanta (Dupuy, Offner, Pumain, Bonnafus et alii) sulla cogenza dell'urbanistica delle reti riconoscibile attraverso alcuni caratteri salienti riferibili al disegno della città ed alla pianificazione delle aree metropolitane (topologia, cinetica, adattività, interconnessione, mixité, densità, etc.), si sia rivelata agli albori del terzo millennio sorprendentemente euristica proprio attraverso le nuove potenzialità offerte dalla sinapsi tra reti immateriali e reti fisiche. Si profila dunque un orizzonte nel quale la ricchezza identitaria e simbolica della metropoli del XXI secolo possa esaltarsi, affiancando all'espace public tradizionale un diverso codice interpretativo basato su una matrice spazio-temporale integrata ove ai tradizionali flussi fisici s'intrecciano quelli ospitati dalle reti immateriali i cui effetti combinati sono ancora tutti da disvelare e da esplorare.

La città digitale: miti e realtà / Monardo, Bruno. - STAMPA. - (2004), pp. 104-141.

La città digitale: miti e realtà.

MONARDO, Bruno
2004

Abstract

Il saggio mette a fuoco il rapporto tra l'introduzione delle nuove tecnologie di telecomunicazione, la creazione di “poli d’eccellenza” incardinati su attività e fornitura di servizi offerti attraverso le "reti immateriali" e le ricadute sul sistema della mobilità a scala urbana e metropolitana. Molti studiosi dei fenomeni insediativi contemporanei nei paesi delle economie avanzate hanno messo in evidenza - contrariamente a quanto si poteva ragionevolmente prevedere in origine - la correlazione diretta fra l'esplosione dei servizi della "connettività istantanea" e delle tele-attività e la parallela dirompente crescita della domanda di mobilità fisica, generata proprio in virtù della sinergia tra spazio dell'infostruttura e reti infrastrutturali tradizionali. Dai primi riscontri su un campione significativo di studi di caso (Roubaix e l’area metropolitana di Lille, Poitiers-Futuroscope, Tours, Berlino-Adlershof, Gelsenkirchen-Ruhr, la conurbazione della Randstadt (Amsterdam, Rotterdam, l’Aia, Utrecht) emerge un articolato ventaglio di tipologie di luoghi infostrutturali attorno a cui si annidano polarizzazioni di attività ad elevata mixité funzionale sorrette da reti della mobilità collettiva complesse ed integrate. In particolare gli studi di caso sono esaminati per tipologie d'intervento e/o situazioni spaziali, quali: • parchi scientifici e loro evoluzione (coesione con attività legate direttamente per l'innovazione di processo e di prodotto, quali centri di alta formazione, centri servizi innovativi - incubatori, attrezzature per le connessioni in rete, teleporti, etc.); • "effetto trascinamento" per l'annidamento di attività complementari che contribuiscono alla creazione delle cittadelle dell'innovazione (residenze temporanee per ricercatori, personale d'impresa, stagisti, studenti, attività e servizi per il tempo libero, lo sport, la cultura, il commercio, etc.) e loro rapporto con la metropoli o l'agglomerazione urbana esistente; • offerta e gestione di dotazioni infrastrutturali e di servizi per l'accessibilità da e per i nuovi centri in rapporto agli insediamenti preesistenti. Rango e modalità delle reti e dei sistemi di trasporto pubblico e privato. Individuazione di fenomeni particolari (come la creazione di stazioni ferroviarie - AV o RER - , linee tramviarie, svincoli da sistemi autostradali, "ad hoc" per l'accessibilità privilegiata). Dalla ricostruzione del quadro teoretico e dai riscontri sul campo emerge come la teoria sviluppata dalla scuola francese già dagli anni ottanta (Dupuy, Offner, Pumain, Bonnafus et alii) sulla cogenza dell'urbanistica delle reti riconoscibile attraverso alcuni caratteri salienti riferibili al disegno della città ed alla pianificazione delle aree metropolitane (topologia, cinetica, adattività, interconnessione, mixité, densità, etc.), si sia rivelata agli albori del terzo millennio sorprendentemente euristica proprio attraverso le nuove potenzialità offerte dalla sinapsi tra reti immateriali e reti fisiche. Si profila dunque un orizzonte nel quale la ricchezza identitaria e simbolica della metropoli del XXI secolo possa esaltarsi, affiancando all'espace public tradizionale un diverso codice interpretativo basato su una matrice spazio-temporale integrata ove ai tradizionali flussi fisici s'intrecciano quelli ospitati dalle reti immateriali i cui effetti combinati sono ancora tutti da disvelare e da esplorare.
2004
(a cura di), Architetture e paesaggi della città telematica
9788887017212
"Reti immateriali; tele-attività; luoghi infra/info-strutturali"
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
La città digitale: miti e realtà / Monardo, Bruno. - STAMPA. - (2004), pp. 104-141.
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