Il 29 marzo del 1516 il Maggior Consiglio della Serenissima istituì il ghetto a Venezia. Nel giro di poche settimane gli ebrei, che pure avevano accolto di malumore questa risoluzione, si adeguarono alle richieste e il ghetto entrò in funzione. Negli anni successivi l’esempio fu replicato altrove, con qualche aggiustamento: nel 1546 a Ragusa (nei Balcani e in area di fortissima e tradizionale influenza veneziana), poi, nel 1555, nello Stato della Chiesa. Da quel momento, progressivamente, i serragli entrarono in funzione in tutti quegli stati e staterelli dell’Italia centro-settentrionale che non avevano espulso gli ebrei nel corso del Cinquecento. L’ultimo fu inaugurato nel 1782, a Correggio in Emilia, nei fatti per i soli ebrei poveri e ormai, verrebbe da dire, fuori tempo massimo. L’ondata giacobina, la Restaurazione e poi il Risorgimento misero la parola fine sulla stagione della segregazione e nel 1870, a Roma, le mura dell’ultimo ghetto vennero demolite insieme a quelle del papa. Erano passati trecentocinquantaquattro anni dalle delibere veneziane; un tempo lunghissimo che, per forza di cose, ha lasciato un’impronta profonda sulla storia italiana. Per capire perché, occorre tornare ai momenti cruciali di questa vicenda e mettere a fuoco gli eventi che la accompagnarono tanto intorno a quel 1516 che vide la nascita dei ghetti quanto, a mano a mano, nei periodi successivi, con uno sguardo che si spinge fino all’emancipazione.
Attraverso le mura. Tre secoli e mezzo di storia italiana / DI NEPI, Serena. - (2020), pp. 52-63.
Attraverso le mura. Tre secoli e mezzo di storia italiana
serena di nepi
2020
Abstract
Il 29 marzo del 1516 il Maggior Consiglio della Serenissima istituì il ghetto a Venezia. Nel giro di poche settimane gli ebrei, che pure avevano accolto di malumore questa risoluzione, si adeguarono alle richieste e il ghetto entrò in funzione. Negli anni successivi l’esempio fu replicato altrove, con qualche aggiustamento: nel 1546 a Ragusa (nei Balcani e in area di fortissima e tradizionale influenza veneziana), poi, nel 1555, nello Stato della Chiesa. Da quel momento, progressivamente, i serragli entrarono in funzione in tutti quegli stati e staterelli dell’Italia centro-settentrionale che non avevano espulso gli ebrei nel corso del Cinquecento. L’ultimo fu inaugurato nel 1782, a Correggio in Emilia, nei fatti per i soli ebrei poveri e ormai, verrebbe da dire, fuori tempo massimo. L’ondata giacobina, la Restaurazione e poi il Risorgimento misero la parola fine sulla stagione della segregazione e nel 1870, a Roma, le mura dell’ultimo ghetto vennero demolite insieme a quelle del papa. Erano passati trecentocinquantaquattro anni dalle delibere veneziane; un tempo lunghissimo che, per forza di cose, ha lasciato un’impronta profonda sulla storia italiana. Per capire perché, occorre tornare ai momenti cruciali di questa vicenda e mettere a fuoco gli eventi che la accompagnarono tanto intorno a quel 1516 che vide la nascita dei ghetti quanto, a mano a mano, nei periodi successivi, con uno sguardo che si spinge fino all’emancipazione.File | Dimensione | Formato | |
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