This paper aims at presenting a research carried within the archive of Il Coreografo Elettronico, International Videodance Festival founded in Naples in 1990, which ran for 21 editions providing an important platform for sharing and recognizing videodance culture in Italy. The contribution focuses on the analysis of "choreocinematic artifacts" coming from a creative process that is aimed at the cross pollination between dance, cinema, and digital graphic design. Those works represent important subjects to understand how, through the years, videodance language developed and which methodologies we should adopt in order to properly analyze them, making available and readable the tacit knowledge coming from this performative practice. The article proposes a method to study from a choreological perspective the negotiation of cinema and choreography based, in particular, on the plural authoriality, or rather on the relation among director and choreographer in videodance creative process. Cases of study are the works: "Un Trait D’Union" by Angelin Preljocaj (1992); "Alle der Kosmonautan" by Sasha Waltz (1998); and "Here After" by Wim Vadekeybus (2007).

Questo articolo mira a presentare una ricerca condotta presso l'archivio del Festival Internazionale di Videodanza, Il Coreografo Elettronico. Il contributo si pone l’obiettivo di analizzare la videodanza come forma d’arte indipendente che si struttura sul contrappunto dialettico tra poetica cinematografica e pensiero coreografico. In particolare, l’intervento si concentra su quei lavori pensati e creati come "artefatti choreocinematici", ossia come frutto di un processo creativo che ha avuto come obiettivo l’impollinazione incrociata tra danza, cinema e arte grafica digitale. Queste opere rappresentano oggetti di studio importanti per comprendere in che modo si è sviluppato nel corso degli anni il linguaggio della videodanza e quali metodologie occorre adottare per analizzarli. L’articolo propone una metodologia per studiare da una prospettiva coreologica la negoziazione tra cinema e danza. L'analisi dei processi creativi si focalizza in particolare sull’interazione tra il coreografo e il regista interrogando l’autorialità plurale. Come casi di studio vengono affrontati i lavori: "Un Trait D’Union" di Angelin Preljocaj (1992); "Alle der Kosmonautan" di Sasha Waltz (1998); e "Here After" di Wim Vadekeybus (2007).

La negoziazione tra regia e coreografia nelle opere di videodanza. Uno studio condotto presso l'archivio del Festival Il Coreografo Elettronico / Monda, LETIZIA GIOIA. - (2020), pp. 219-225.

La negoziazione tra regia e coreografia nelle opere di videodanza. Uno studio condotto presso l'archivio del Festival Il Coreografo Elettronico

Letizia Gioia Monda
2020

Abstract

This paper aims at presenting a research carried within the archive of Il Coreografo Elettronico, International Videodance Festival founded in Naples in 1990, which ran for 21 editions providing an important platform for sharing and recognizing videodance culture in Italy. The contribution focuses on the analysis of "choreocinematic artifacts" coming from a creative process that is aimed at the cross pollination between dance, cinema, and digital graphic design. Those works represent important subjects to understand how, through the years, videodance language developed and which methodologies we should adopt in order to properly analyze them, making available and readable the tacit knowledge coming from this performative practice. The article proposes a method to study from a choreological perspective the negotiation of cinema and choreography based, in particular, on the plural authoriality, or rather on the relation among director and choreographer in videodance creative process. Cases of study are the works: "Un Trait D’Union" by Angelin Preljocaj (1992); "Alle der Kosmonautan" by Sasha Waltz (1998); and "Here After" by Wim Vadekeybus (2007).
2020
Re-directing. La Regia nello spettacolo del XXI secolo
9788883051654
Questo articolo mira a presentare una ricerca condotta presso l'archivio del Festival Internazionale di Videodanza, Il Coreografo Elettronico. Il contributo si pone l’obiettivo di analizzare la videodanza come forma d’arte indipendente che si struttura sul contrappunto dialettico tra poetica cinematografica e pensiero coreografico. In particolare, l’intervento si concentra su quei lavori pensati e creati come "artefatti choreocinematici", ossia come frutto di un processo creativo che ha avuto come obiettivo l’impollinazione incrociata tra danza, cinema e arte grafica digitale. Queste opere rappresentano oggetti di studio importanti per comprendere in che modo si è sviluppato nel corso degli anni il linguaggio della videodanza e quali metodologie occorre adottare per analizzarli. L’articolo propone una metodologia per studiare da una prospettiva coreologica la negoziazione tra cinema e danza. L'analisi dei processi creativi si focalizza in particolare sull’interazione tra il coreografo e il regista interrogando l’autorialità plurale. Come casi di studio vengono affrontati i lavori: "Un Trait D’Union" di Angelin Preljocaj (1992); "Alle der Kosmonautan" di Sasha Waltz (1998); e "Here After" di Wim Vadekeybus (2007).
Videodanza; Coreografo Elettronico; Oggetto Coreografico; Autorialità Plurale; Analisi Coreologica
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
La negoziazione tra regia e coreografia nelle opere di videodanza. Uno studio condotto presso l'archivio del Festival Il Coreografo Elettronico / Monda, LETIZIA GIOIA. - (2020), pp. 219-225.
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