Motivazioni del Premio Lorenzo Mainini, conta rapporti con istituzioni straniere prestigiose (Université Catholique di Lovanio, École Nationale de Chartes di Parigi); ha conseguito due premi (il “30 anni di Dottorato Sapienza” e il Lauréat Fernand Braudel-IFER), dimostra, grazie alle sue pubblicazioni particolarmente numerose, interessi assai più ampi, capacità di affrontare problematiche complesse, controllo e trattamento scientifico di materiali quantitativamente rilevanti e qualitativamente eterogenei con risultati originali e convincenti. Tra le due monografie di Mainini, entrambe eccellenti, di speciale interesse e importanza è il saggio Gli anni della tradizione: testi, codici e culture (secc. XII ex. – XIV in.). Capitoli per una storia materiale, in cui Mainini studia la ‘biblioteca’ o, se si vuole, la memoria testuale circolante in quei secoli soprattutto tra Italia e Francia. Questa ‘biblioteca’ presa in esame – intesa come luogo nevralgico, crogiuolo, in cui nascono dalle forme tradizionali le nuove forme dell’Europa moderna - è assai ampia, giacché consta di una base di circa 2000 manoscritti e risulta indagata secondo la prospettiva della filologia materiale: l’assunto è che non esiste testo distinto dalla sua materialità, dal supporto che permette di leggerlo, il manoscritto, e che quindi non esistono comprensione e interpretazione di uno scritto che possano prescindere dai modi e dalle forme in cui raggiunge il suo fruitore. Mainini mostra che, nella trasmissione dei testi, modifiche materiali del manoscritto (formato, scrittura, impaginazione o altro), talora anche non vistose, possono indicare un diverso statuto delle opere, un mutamento di posto di queste all’interno di un canone, e possono talora guidare il iudicium in sede di critica testuale. Il convergere di questi diversi filoni di indagine (dalla codicologia all’interpretazione letteraria e all’ecdotica) in una prospettiva unitaria di indagine è uno dei tratti più originali dell’opera di Mainini. La quale, altresì, si può considerare un’opera coraggiosa anche per la scelta del periodo: l’arco di tempo tra lo scorcio del secolo XII e l’inizio del XIV è, infatti, un periodo di storia della cultura fortemente articolato e complesso giacché di profondi mutamenti negli statuti del sapere. In particolare Mainini ricostruisce un panorama senza precedenti nell’ambito del mondo romanzo, operando su terreni che richiedevano competenze molteplici (oltre che filologiche, anche giuridiche, teologiche, filosofiche), contribuendo a fornire dati di grande importanza sulla circolazione e diffusione della cultura dei primi secoli del ‘volgare’. In quest’ambito del mondo romanzo il segmento più interessante e complesso affrontato da Mainini è quello delle traduzioni in lingue romanze dei testi scientifico-filosofici arabi: una problematica in cui si richiedono competenze particolari, peraltro assai scarsamente affrontate in Italia.

Premio Antionio Feltrinelli Giovani - Accademia Nazionale dei Lincei - per la Filologia e la Linguistica / Mainini, Lorenzo. - (2020).

Premio Antionio Feltrinelli Giovani - Accademia Nazionale dei Lincei - per la Filologia e la Linguistica

Lorenzo Mainini
2020

Abstract

Motivazioni del Premio Lorenzo Mainini, conta rapporti con istituzioni straniere prestigiose (Université Catholique di Lovanio, École Nationale de Chartes di Parigi); ha conseguito due premi (il “30 anni di Dottorato Sapienza” e il Lauréat Fernand Braudel-IFER), dimostra, grazie alle sue pubblicazioni particolarmente numerose, interessi assai più ampi, capacità di affrontare problematiche complesse, controllo e trattamento scientifico di materiali quantitativamente rilevanti e qualitativamente eterogenei con risultati originali e convincenti. Tra le due monografie di Mainini, entrambe eccellenti, di speciale interesse e importanza è il saggio Gli anni della tradizione: testi, codici e culture (secc. XII ex. – XIV in.). Capitoli per una storia materiale, in cui Mainini studia la ‘biblioteca’ o, se si vuole, la memoria testuale circolante in quei secoli soprattutto tra Italia e Francia. Questa ‘biblioteca’ presa in esame – intesa come luogo nevralgico, crogiuolo, in cui nascono dalle forme tradizionali le nuove forme dell’Europa moderna - è assai ampia, giacché consta di una base di circa 2000 manoscritti e risulta indagata secondo la prospettiva della filologia materiale: l’assunto è che non esiste testo distinto dalla sua materialità, dal supporto che permette di leggerlo, il manoscritto, e che quindi non esistono comprensione e interpretazione di uno scritto che possano prescindere dai modi e dalle forme in cui raggiunge il suo fruitore. Mainini mostra che, nella trasmissione dei testi, modifiche materiali del manoscritto (formato, scrittura, impaginazione o altro), talora anche non vistose, possono indicare un diverso statuto delle opere, un mutamento di posto di queste all’interno di un canone, e possono talora guidare il iudicium in sede di critica testuale. Il convergere di questi diversi filoni di indagine (dalla codicologia all’interpretazione letteraria e all’ecdotica) in una prospettiva unitaria di indagine è uno dei tratti più originali dell’opera di Mainini. La quale, altresì, si può considerare un’opera coraggiosa anche per la scelta del periodo: l’arco di tempo tra lo scorcio del secolo XII e l’inizio del XIV è, infatti, un periodo di storia della cultura fortemente articolato e complesso giacché di profondi mutamenti negli statuti del sapere. In particolare Mainini ricostruisce un panorama senza precedenti nell’ambito del mondo romanzo, operando su terreni che richiedevano competenze molteplici (oltre che filologiche, anche giuridiche, teologiche, filosofiche), contribuendo a fornire dati di grande importanza sulla circolazione e diffusione della cultura dei primi secoli del ‘volgare’. In quest’ambito del mondo romanzo il segmento più interessante e complesso affrontato da Mainini è quello delle traduzioni in lingue romanze dei testi scientifico-filosofici arabi: una problematica in cui si richiedono competenze particolari, peraltro assai scarsamente affrontate in Italia.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1466535
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